Don Ciotti: dai politici solo delusioni

Don Ciotti: dai politici solo delusioni Il Gruppo Abele per protesta si ritira da tutte le commissioni pubbliche Don Ciotti: dai politici solo delusioni «Non si riesce mai a trovare l'interlocutore giusto, si rimanda, nessuno decide» - E, intanto, il disagio cresce: esplode il rischio Aids e aumenta il numero degli alcolisti -Mi rendo conto che rischio di rompere le scatole anche a Fer-agosto, ma spero che le mie provocazioni siano comprese-. Non è casuale che don Luigi Ciotti e il Gruppo Abele abbiano scelto questi giorni «scacciapensieri» per invitare la città e i suoi amministratori a riflettere sul disagio di chi si occupa di disagio, sulle attese deluse di chi soffre, sull'indifferenza generalizzata verso il mondo dell'emarginazione. C'è una processione, in questo periodo, nella sede di via Giolitti 21: oltre un centinaio nell'ultima settimana tra drogati, barboni, alcolisti, ex detenuti, a conferma, per dirla con parole di Ciotti che -Torino fa fatica anche in piene ferie-. Gente con le mani tese che vorrebbe sentirsele stringere in segno di solidarietà, ma sono sempre di più quelli che fingono di non vederle. E proprio dalla constatazione del divario tra la domanda e l'offerta di par¬ tecipazione, è maturata nel •prete della strada- e nei suoi amici una sofferta decisione: il Gruppo Abele ritira i suoi rappresentanti in tutte le commissioni di studio e lavoro della Regione, della Provincia, del Comune, delle Usi ecc. Escono in punta di piedi, senza sbattere le porte, ma con la consapevolezza che il gesto non è più rinviabile. Perché? Ci sono quei 24 morti per droga in città nel corso dell'anno a rimettere in discussione la disponibilità del gruppo di volontari verso gli enti pubblici, ci sono quei 40 ricoveri al mese in pronto soccorso per overdose: -E' quotidiana la delusione di non trovare l'interlocutore giusto, si rimanda, si tergiversa, si scarica da un ufficio all'altro e nessuno decide. Non mancano amministratori seri e motivati — precisa don Ciotti — ma il clima di appiattimento e di equilibrismo politico spegne ogni giorno di più la tensio¬ ne verso scelte difficili, ma necessarie-. Qualche esempio? Entro dicembre, secondo una delibera comunale, i centri per le tossicodipendenze dovrebbero passare dagli attuali 5 a 10. Ciotti: -Ma finora non s'è fatto nulla. Non solo, ma i 5 centri lavorano sotto organi- co, con un assurdo turn-over di operatori demotivati, per condizioni insostenibili, orari irrazionali, mezzi inadeguati. Il risultato è spesso di nuovo disagio. Identiche carenze negli ospedali, negli ambulatori, nei pronto soccorso. I gruppi di volontariato sono spesso lasciati a se stessi, ad arrangiarsi-, A S. Vito, in collina, una comunità è ospitata in una palazzina, proprietà pubblica. Una parte della casa è inagibile, piove dentro. Ciotti vorrebbe eseguire lavori di sistemazione, non può perché deve essere l'ente pubblico a intervenire ma quest'ultimo non ci pensa. E, intanto, il disagio cresce: esplode il rischio-Aids «senso che a livello cittadino si sia avviata alcuna iniziativa seria, organizzata, capillare- ; l'abuso di alcol coinvolge adulti e giovani provocando 3 mila morti l'anno in Piemonte; muta il fenomeno droga con una diminuzione di tossicomani veri e pro¬ pri, un aumento dei «consumatori più o meno abituali. e un altrettanto incremento dell'uso di psicofarmaci (Temegesic, Roipnol, Darkene, Ansiolin, Noan ecc.). Ma l'uscita del «gruppo» dalle commissioni pubbliche non significa disimpegno. A settembre «Abele» aprirà un centro di «pronta accoglienza» invano chiesto agli enti locali. Sarà ospitato nel campanile della chiesa di S. Gioacchino: sette posti letto, ambiente famigliare, operatori pronti a collaborare con altri volontari. E' ormai in piena attività l'associazione (si chiama Aliseo) per aiutare chi ha problemi di alcol, funziona già l'agenzia formata da operatori dislocati in vari punti della città -perché il territorio diventi terapeuta di se stesso-, continuerà il lavoro nelle comunità. «Abele» Insomma non si arrende, nonostante tutto, a costo di -rompere ancora le scatole-. Guido J. Paglia

Persone citate: Ciotti, Don Ciotti

Luoghi citati: Piemonte, S. Vito, Torino