Maggie furibonda con Roma di Mario Ciriello

Maggie furibonda con Roma Maggie furibonda con Roma DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Margaret Thatcher ha un diavolo per capello. Non parla, è in vacanza in Cornovaglia, ma la sua collera esplode tramite gli alti funzionari di Downing Street e il Foreign Office. Bersaglio di tanto sdegno, gli alleati, che, sordi a tutte le insistenze, rifiutano, con pretesti diversi, di inviare dragamine nel Golfo. S'è appreso, così, che lettere scritte dalla signora Thatcher la settimana passata sono state accolte con «ambivalenza» dai partner europei e con «silenzio» dal Giappone. Nessuna parola ha i sigilli dell'ufficialità, tutto è confidenziale, ma gli umori sono più che visibili. Tale è la collera che, con mossa astuta e significativa, le autorità britanniche hanno reso noto in che misura i vari Paesi facciano assegnamento sul petrolio che varca lo Stretto di Hormuz. E' una tabella illuminante: ed è confermata dall'Oche. I due 'protettori' del Golfo, Usa e Inghilterra, sono quelli che meno hanno bisogno del suo greggio, greggio che soddisfa soltanto il 6% dei consumi e di Washington e di Londra. L'Olanda riceve invece dal Golfo il 63% dei suoi consumi; il Giappone, il 54; l'Italia, il 40; il Belgio, il 38; la Turchia, il 35; la Francia, il 24; la Spagna, il 23; la Germania, l'8. Ecco perché un funzionario ha detto ieri a giornalisti inglesi: «C'è troppa gente qui che vuole mangiare senza pagare». £ Ita aggiunto: «Sarebbe ora che altri si accollassero le loro responsabilità internazionali». Bersa¬ glio di tutte queste allusioni sono Italia, Belgio, Olanda, Giappone e Germania, con Roma e Tokyo in testa. L'Italia, perché è avida consumatrice di greggio del Golfo, perché ha eccellenti dragamine e perché preme sempre, in tutte le sedi, per avere un maggior status internazionale. Il Giappone, perché potrebbe assistere le operazioni di bonifica se non con navi, con qualche gesto di generosità finanziaria. Foreign Office e Douming Street fanno notare che Margaret Thatcher aveva già cominciato a spronare gli alleati prima ancora di raffor¬ zare, martedì, con quattro dragamine la propria piccola task force nel Golfo, le due fregate e il cacciatorpediniere dell'Armilla Patrol. E si insiste: «Da tempo, il premier aveva raggiunto la conclusione che una presenza Internazionale, e non soltanto americana, nel Golfo, avrebbe calmato l'Iran». Oggi, a quanto pare, Londra protesta, ma non si fa più illusioni. Un redattore diplomatico scrive: «La preferenza di Roma per una forza Onu non è altro che una scappatoia per dire no». In un'intervista da Mosca alla Bbc, il portavoce del mi¬ nistero sovietico degli Esteri, Gennadi Gherasimov, ha confermato ieri che Mosca aveva offerto a Washington la propria assistenza navale. •Quando una petroliera Usa fini contro una mina, facemmo sapere agli americani che, se volevano, potevano valersi di uno dei dragamine che abbiamo in quella zona. Ci risposero di no: e cosi adesso sarà la Gran Bretagna a fornire i dragamine». Secondo notizie da Bahrein, Mosca ha tre dragamine nel Golfo: due di queste unità avevano superato ieri lo Stretto di Hormuz. Mario Ciriello

Persone citate: Gennadi Gherasimov, Margaret Thatcher, Thatcher