Spettri di lingua di Guido Ceronetti

Spettri di lingua UNA VALANGA DI DIZIONARI Spettri di lingua A valanga alluvionale, i dizionari Zanichelli, ma senza far danni. E sono le nostre parole, quelle: del linguaggio comune, dei gerghi tecnici, di quando andiamo all'estero, dei giornali, del telefono, dei libri. Lingue imperiali, immense, sbalorditive; eppure parliamo da far schifo, il linguaggio che riempie libri e giornali è senza vita, e le onde elettromagnetiche, specchio di assemblee, tribune, convegni culturali, megafono di tutti i disastri, sparano, ricaricandosi incessantemente, vomtzioni (voce dotta: «atto, effetto del vomitare», Nuovo Zingarelli). Ma il mistero della parola, nessuna degradazione lo può toccare. L'irriducibile essenza spiriruale del linguaggio lascia, a intravederla, sospesi e rapiti; tutta la materia dei dizionari è immateriale. Definirli «strumenti di lavoro» è insultarli. Tuttavia, la Zanichelli ha certamente lo scopo di fotnire, a masse di «operatori», coi suoi innumerevoli dizionari, «strumenti di lavoro». Invece, non fa che testimoniare per il mistero dei loro contenuti: funzionedi cui non sono coscienti neppure i compilatori. Pere '• sempre il fine pratico non è che una finzione, e se qualche cosa di utile si fa con le parole, la conseguenza, buona o cattiva, resta impenetrata. Il miglior mode di usarli è di aprirli a caso. Quando c'è uno scopo, è necessario consultarne più d'uno, passare da una definizione all'altra, da una lingua all'altra. Che cosa vuole dire Blakc, nel suo celebre poema Londra, con charter'd Street e cbarter'd Thames? Qui non basta interrogare, con la fiducia che merita, il Nuovo Ragazzini, dizionario senza dubbio utilissimo, perché una strada «privilegiata», un Tamigi «noleggiato», «esentato» «istituito da un contratto» (charter da charta) non hanno nessun senso. Certamente si tratta, cji un arcaismo (charter da career) che suggerirebbe prigionia, cpstrizione.,. L'immagine blakiana, in Londra, è un labirinto di strade-carceri, imprigionanti fralezza e pena umana (weakness, uve), un Tamigi prigioniero tra rive edificate da «manette mentali», dove si trascina la vita incatenata. Nel francese del XII secolo si diceva chartre-chartrer per carcere, mettere in prigione: lì vedo l'origine di questo chartered. Ma, per i voli charter, va bene il dizionario. Nella sua intensa, generosa traduzione del conradiano Cuore di tenebre, Ugo Mursia ricorre un paio di volte all'intollerabile gestire, che appare specialmente deplorevole in «gestire un impero d'oltremare» (lo run an oversea empire). Tra i vari modi di tradurre lo run offerti dal dizionario, perché scegliere proprio gestire? Lì calzerebbero reggere, tenere, che il dizionario, per to run, non ammette. Abbiamo dirigere, amministrare: ma il suono è opaco, e anche il senso. E' merito di Hitler se i di zionari non tedeschi hanno acquistato stabilmente blitz (lampo), però in uniforme; attacco militare repentino, azione fui mirica, incursione aerea. Un po' Israele, un po' Guardia di Finanza. In inglese è degenerato (to moke a blitz ori the attic per «ripulire da cima a fondo la mansarda»). Tal quale, blitz compare sia nella parte tedesca che nell'italiana del Dizionario Pons (uno dei recentissimi della squadra Zanichelli) a cura di Birgit Klaussmann-Molter ci si domanda dove sia, qui, l'italiano. Quando dal germanico longobardo l'italiano prese Wacbtari (guardiano) e lo trasformò in sguattero, il genio della lingua era un po' più sveglio, sulla torre. Il tedesco ha Spùljunge (sguattero) e Wàchter (guardiano): per snidare l'origine di sguattero dobbiamo rivolgere lo sguardo verso rimpensaDilc Wachter. Non so a chi sia destinato, questo dizionario tedesco. Lo si direbbe fatto per italofoni e germanofoni ridotti a merluzzi, essiccati bene. La parte italiana, n'almente, sembra vogliosa iddi sfare curiositi tedesche piuttosto malsane, a cui apre i tristi segreti di ENALOTTO, SIAE, CRAI, PIL, NAR, ITALGAS, IVA, FISAFS, BR, GL, ENEL, Emilia-Romagna, Clara, Volga, e perfino di IR PEF, R e P.ZA, distinguendo p.m. da P.M. ma senza avvertire in quale stato si trovino le FF.SS. La distinzione tra fuori e FUORI (italenische Homosexuellenbewegung) è di grande opportunità patafisica. Molte altre parole italianissime trovano il loro equivalente getmanico, eccone qualcuna: handicap, marketing, night-club, high-society, hostess, shampoo, yacht, week-end, water-closet, walkie-talkie, whisky-à-gogo, wagonlit, public relations, relax, stress, pop, pop-corn, pop-art, strip-tease, sponsor, western, happening, uppercut, hobby, hippy, hit, holding, sexy... Ma di parecchie, la versione germanica è sorprendente: ecco corrispondergli sponsor, strip-tease, sexy, hobby, western... Dio mio, dove siamo? Uno strano effetto fanno, dati di seguito: clistere-clitorideCLN-cloaca Sempre nelle pagine italiane, dà un piccolo capogiro trovarci, oltre a blitz, italiani quanto il Lutero e Melantone di Cranach: wurstel, kaputt, kitsch, krapfen, kursaal, geiger, edelweiss, hamburger, kefir, bunker, lager. Non c'è differenza tra wurstel e wurstel (sono rutti uguali) ma c'è tra lager e lager. In italiano (in teuto-italiano) lager significa esclusivamente Konzentrationslager (esteso anche a qualche Pio Istituto), in tedesco è qualsiasi accampamento, deposito, bivacco. Del significato non innocente che ha lager in italiano, un'ottima definizione è nel Nuovo Zingarelli. Le sigle, spettri inquietanti, ombre di lager tecnico, mostruosa fungaia di larve torpide e di demoni attivi, sono come chiazze di nafta nera in un dizionario. Mai ne ho viste tante come in questo Pons! Nella parte tedesca si agitano altri lemuri: KKW (Centrale Nucleare), RAF (Rote Armee Fraktion), FDJ, EWG (in italiano, sigla per sigla, CEE), NPD, DKP... Bene intenzionato sembta DLRG (Società Tedesca per il Salvataggio a Nuoto); manca, ormai fuori uso, il micidiale NSDAP. Pudicamente, in tanta abbondanza di sigle, è versato buio sull'attualissimo GULAG. Si è fatto ricco l'elenco dei composti di Atom, uno più promettente dell'altro: Atombunker, Atommacht, Atomforschungszentrum, Atomwaffenfreie Zone, Atomsprengkopf (Testata Nucleare). Un sorridente futuro ci attende. Nel più distensivo Bidoli-Cosciani (Paravia) l'aggettivo Radioaktiv è innocuamente nudo: qui ha un naso dionisiaco di radioaktive Abfdlle (scorie) e radioaktive Niederschldge, Strahlung, Verseuchung (pioggia, radiazione, contaminazione). La brezza di Cornobil soffia anche nei dizionari. L'italiano del dizionario spagnolo Nuovo Vox di SaneSchepisi è più scarso, ma non meno aggiornato: know-how, suono familiate ai lettori di Santa Caterina, si ritrova in spagnolo come habilidad, e>periencia, e splashdown, trovato dal Manzoni nei dintorni di piazza Compi, si castiglianizza nobilmente come amarrizaje. Questo è un dizionario da valigia, niente di più; in casa resta indispensabile il Carbonell Hoepli, due volumi ben fatti. Tuttavia, in viaggio, mi sembra più raccomandabile il Cuyàs (Ediciones Hymsa, Barcelona, bilingue), per il formato e la più estesa vocabolerìa. Nel zanichelliano, di paiole ne mancano un po' troppe, la fraseologia è ridotta al minimo. E' anche piuttosto riservato e puritano: garrote, famoso silenziatore d'anime, è definito compuntamente randello; se c'è buscón (genericamente definito furfante) manca buscona (ruffiana, prostituta); non c'è neppure uno degli innumerevoli traslati di leche (immiserito al letterale latte); mariquita, che ha lo stesso senso di maricón (omosessuale), non compare che come innocente coccinella, quella che in Francia chiamano bete à bon Dieu. Fellini cercherebbe inutilmente jamona (delizioso pei: donna grassa, bella grassona) e l'amatore di familiarità castigliane è lasciato orfano di hìdeputa e anche di putanero e di putada. Anche pah è incappucciato di silenzio, nel suo misericordioso significato di forca, e una fraseologia meno tirchia avrebbe concesso a pasco l'aggiuntina enviar a pasco (mandate a far friggere). Ed è lacuna seria dare marrano come sporcaccione e maiale e non nel suo significato stotico universale di ebreo, gloria di Israele. Notati come lingua italiana anche box-boxare-boxe (Zingarelli. Ragazzini, Boch) dall'inglese box (scatola, ceffone, pugno). Il più triste è boxare, coniugabile come «non boxa più», «abbiamo boxato», «boxeremo». Boxe ci arriva via Francia, dove entra già alla fine del XVII, e box (camera da letto per automobile) ha finito per prevalere su garage, caro ai vecchi automobilisti. Eppure avevamo pugilato e rimessa] Interessanti i traslari inglesi di box (cunnus, per essere prudenti, e televisore). Lo spagnolo, genialmente, chiama il televisore la caja tonta (la scatola cretina), eccellente esorcismo. (Neppure questo registrano SaKé-Schepisi nel loro gelido prontuario). Oh Italiani. Avremo sempre dei cattivi governi. Siamo colpevoli di molte cose. Una delle colpe più imperdonabili è di esserci fatti fregare la lingua, che i dizionari ci ributtano con rutti i suoi sfregi, corrotta da trapianti inutili, deformata e squagliata. I dizionari si gonfiano, ma di un'onda di piena delle più inquinate, imbevibile. Guido Ceronetti

Luoghi citati: Emilia, Francia, Israele, Londra, Nuoto, Romagna