Amato protesta con Galloni «La religione non è dovere» di Paolo Passarini

Amato pretesta cen Galloni ce La religione non è dovere » Intervista con il vicepresidente del Consiglio sul ricorso contro il Tar Amato pretesta cen Galloni ce La religione non è dovere » «Bisogna rivedere le norme del Concordato» - «Definire gli orari evitando ogni discriminazione» ROMA — Come vicepresidente del Consiglio, di problemi su cui riflettere in questi giorni ne ha parecchi. Altri ne ha come ministro del Tesoro. Ma, prima di partire per le vacanze, uno tra tutti inquieta Giuliano Amato in modo particolare. E' quello dell'insegnamento dell'ora di religione; problema che gli italiani si troveranno presto di fronte al ritorno dalle vacanze. Onorevole Amato, si attende la decisione del Consiglio di Stato sulla sentenza del Tar del Lazio. Si parla di una possibile sospensiva che costringa le forze politiche a riaffrontare sollecitamente il problema. Che si può fare? La decisione del Consiglio di Stato ricreerà un clima di certezza del diritto ed era questo il motivo per il quale il ministro Galloni ha ritenuto necessario il ■. -rso, anche in presenza di . ..r. ricorsi e quindi nell'aspettativa di possibili decisioni contrastanti. Il problema è che, in questa materia, come già rilevò il presidente Craxi nella primavera scorsa è emersa da entrambe le parti un'esigenza di rinegoziazione. E al di là di questo episodio la certezza del diritto va conquistata attraverso una nuova trattativa. Su quali basi potrebbe essere impostata? Dal punto di vista procedurale non c'è problema, perché il nuovo Concordato ha un articolo specifico che consente di sedersi attorno a un tavolo per rivedere le norme o le intese sottostanti, che siano ritenute bisognose di revisione. Nella sostanza dell'argomento, il principio base del Concordato, quello della facoltatività, ha posto nella sua applicazione ima serie di problemi che non risultano ben risolti. U primo riguarda una programmazione complessiva degli orari che eviti effetti discriminatori sia a danno di chi sceglie sia a danno di chi non sceglie l'insegnamento dell'ora di religione. Può specificare meglio questo primo punto? Questo è possibile in due modi: uno lavorando sugli orari e l'altro lavorando senza rigidità su ulteriori insegnamenti facoltativi. Il mio punto è che, in un sistema scolastico con una pluralità di insegnamenti facoltativi, tutta la questione dell'ora alternativa cade da sola Ma volevo porre una seconda questione. E' molto delicata e riguarda la scuola materna nella quale il principio di facoltatività comporta la separatezza dell'insegnamento della religione dagli altri ed è difficile renderla coerente con le modalità dell'insegnamento ai bambini più piccoli. Su queste questioni già concordate l'anno scorso, come dicevo, entrambe le parti sembravano orientate sull'opportunità di ridiscutere. Certo, Craxi ha impegnato in questo senso il Parlamento italiano. E lei pensa che, su questi punti, sia possibile giungere a un'intesa soddisfacente? 10 sono convinto che è possibile purché non ci siano rigidità né da una parte né dall'altra. E devo dire che, a mio parere, alcune rigidità ci sono state da parte dei laici italiani, che piantarono la grana dell'insegnamento alternativo come obbligatorio. E cosi hanno messo in campo loro per primi la questione dell'obbligatorietà, che poi è stata impugnata dalla Del, E l'altra parte? 11 suo comportamento si è innestato, appunto, su questo. In più ravviso qualche difficoltà per la scuola materna. Anche perché da parte dei rappresentanti delle confessioni religiose non cattoliche, che sono partico- Paolo Passarini (Continua a pagina 2 in sesta colonna)

Persone citate: Craxi, Galloni, Giuliano Amato

Luoghi citati: Lazio, Roma