Piovana: sesso, denaro e altri vizi di Osvaldo Guerrieri

Piovana: sesso, denaro e altri vizi E' arrivato a Borgio Verezzi il testo del Ruzante, con la regìa di De Bosio Piovana: sesso, denaro e altri vizi Il ritratto di una piccola, rissosa comunità nei pressi di Chioggia - Un lavoro modellato sugli schemi classici del Rudens plautino, ma che va oltre con la creazione di psicologie nel ribollire del mondo popolare - Nel cast Vazzoler, Battain, Bartoli - Esito felicissimo DAL NOSTRO INVIATO BORGIO VEREZZI — I meriti ruzantlani di Gianfranco De Bosio sono ormai storici. Dobbiamo a questo regista, al suo lavoro scenico condotto in feconda collaborazione con l'indimenticato Ludovico Zorzl, la «riscoperta» di un autore mai del tutto compreso, prima. Negli Anni Sessanta e Settanta, allo Stabile di Torino e al Piccolo di Milano, De Bosio ha aperto sull'opera del Ruzante prospettive nuove, ha acceso, sulle risonanze di quella •lengua pavana grossa», una teatralità originale e persino «rivoluzionaria». Ora De Bosio è tornato al suo Ruzante. Con le belle scene di Emanuele Luzzati, i costumi di Santuzza Cali e le musiche di Azio Corghi, ha proposto al numeroso pubblico della piazza S. Agostino di Verezzi La piovana, un testo che ha esercitato sinora una scarsissima attrazione sui teatranti, forse per la mancanza di un vero centro narrativo, o forse per l'assenza di un protagonista assoluto (qui viene ritratta una piccola, rissosa comunità in un breve territorio nei pressi di Chioggia, stretto tra terra e mare, uno stragno», un «saiberr/o», nella cui maligna insalubrità può accadere tutto). Eppure non sono pochi i motivi che rendono attraente questa Piovana, composta intorno al 1532 e modellata sugli schemi classici del Rudens plautino. Intanto c'è, malgrado il calco, l'orgogliosa originalità che Ruzante rivendica alla propria commedia, riconoscibile non solo nell'invenzione di scene e di situazioni, ma soprattutto nell'uso della lingua pavana che, si dice nel Prologo, non avrebbe disdegnato neppure Plauto. C'è poi l'ambientazione della Piovana, così precisa nelle sue indicazioni toponomastiche; c'è il ribollire del mondo popolare, dominato e quasi divorato dalla voglia di sesso e di denaro; e c'è la creazione di psicologie, di tipi», di caratteri che vanno molto ai di là della convenzione plautina. Ruzante, insomma, utilizzando Plauto lo reinventa. Ecco perché, nella Piovana, non conta molto la vicenda di Nina e di Ghetta, le due ragazze che, naufragate nel mare di Chioggia, sfuggono al ruffiano Slavero che vorrebbe condurle prostitute a Roma e, con l'aiuto di Garbuio e della piccola comunità ospite, trovano l'una un padre che credeva perduto, l'altra un marito. Conta, piuttosto, il gran disegno umano, che eccelle nella descrizione dei «veci» Tura e Maregale, dell'avara Resca e dei servi Daldura, Garbuio e Garblnelo, il quale ultimo sembra anticipare l'Arlecchino goldoniano. Ed è su questa umanità avvampata dai desideri, litigiosa, avida, dedita alla guerra delle parole, che De Bosio concentra la propria attenzione. Con una cura finissima disegna ciascun personaggio nelle tragedie personali e nella grande ironia di fondo, definisce comportamenti, gestualità, umori, assecondato da una compagnia che ce la mette proprio tutta a dar voce, anima e vizi al ragionamenti irragionevoli, alle irreparabili passionalità, alle angolose disperazioni di questi piovani che incarnano, per dirla con Ruzante, l'eterno replicarsi del teatro e della vita. Elsa Vazzoler è Resca, Alvise Battain e Massimo Loreto sono 1 «veci» Tura e Maregale; Virginio Zernitz, Marcello Bartoli e Piergiorgio Fasolo sono Daldura, Garblnelo e Garbuio; Daniele Grigglo è Bertevelo; Antonella Munari e Cecilia La Monaca sono le effervescenti Nina e Ghetta. Ricordiamo ancora Gian Campi, Ennio Greggia, Pier Aide Girotto e Antonio Bosti. L'esito è stato felicissimo, non incrinato da qualche lungaggine che, soprattutto nel secondo tempo, ha appesantito lo spettacolo. Avremmo preferito (1 filologi ci perdoneranno) qualche sgambata qua e là e, soprattutto, una più stringata disputa sul baule ritrovato. Ma, Insomma, contentiamoci. La piovana, prodotta dall'Estate teatrale veronese e da Venetoteatro, chiude le rappresentazioni estive di Borgio Verezzi, organizzate dal Comune e dalla Regione Liguria. Osvaldo Guerrieri Elsa Vazzoler è Resca nella «Piovana» diretta da De Bosio

Luoghi citati: Borgio Verezzi, Chioggia, Liguria, Milano, Roma, Torino