« Dragamine italiani solo con l'Onu»
« Dragamine italiani solo con l'Orni» Il governo non cambia linea dopo le decisioni di Londra e Parigi « Dragamine italiani solo con l'Orni» Zanone: sosteniamo l'azione delle Nazioni Unite per la cessazione della guerra - Andreotti telefona a Genscher ROMA — Niente dragamine italiani nel Golfo. Questa, in sintesi, la risposta che la Farnesina dà, tagliando corto alle illazioni avanzate nelle ultime ore In seguito alle notizie rispettivamente giunte da Parigi e da Londra. La posizione italiana è sostanzialmente diversa da quella francese e inglese poiché l'Italia non ha laggiù alcuna unità della Marina. Alla Farnesina si osserva che la libertà di navigazione è un principio irrinunciabile di diritto internazionale ma questo principio deve trovare il suo sostegno primario nell'azione dell'Onu. n ministro degli Esteri Andreotti ha avuto ieri una conversazione telefonica con 11 suo collega tedesco Genscher, suggerendo al presidente di turno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite —11 tedesco Genscher — l'.ipotesl di lavoro» di una forza multinazionale marina. Sta dunque alla Germania, se e quando lo riterrà opportuno, sottoporre anche questa Idea al Consiglio di Sicurezza, che — seppure Informalmente — segue «con accelerata continuità- l'evolversi della situazione del Golfo. 'Nuove iniziative anche caute — aveva detto Andreotti all'ultimo Consiglio dei ministri — adottate fuori dalla sfera dell'Onu, rischierebbero di aggravare la situazione-. L'Italia in sostanza, non cambia la linea d'azione decisa dal Consiglio dei ministri di venerdì scorso, e cioè appoggio incondizionato alla risoluzione 598 del Consiglio di sicurezza che Invita Iran e Iraq a cessare il fuoco, applicazione eventuale di sanzioni nel confronti del non ot¬ temperanti e studio — sempre nell'ambito del Consiglio di sicurezza — sulla possibilità di creare una forza internazionale di dragamine per «ripulire» il Golfo che operi sotto la bandiera dell'Onu. La scoperta di nuove mine, anche In acque che si ritenevano sicure, ha spinto però Andreotti a sollecitare un'accelerazione dei tempi delle iniziative delineate dal Consiglio di sicurezza e ad invitare i partner europei ad una «sollecita» riunione dell'Ueo (l'Unione europea occidentale, l'unico organismo europeo competente a trat¬ tare e discutere materie attinenti alla difesa), riunione destinata a fare il punto sugli sviluppi della situazione nel Golfo .prescindendo dal poteri operativi». Il vessillo dell'Onu è quindi condizione essenziale per far muovere dalle nostre coste i cacciamine della classe Lerici, unita in vetroresina, non attaccabili da mine magnetiche, naturalmente con l'approvazione del Parlamento, sempre necessaria (come è già avvenuto per il Ubano e il Sinai) per l'Invio al di fuori dei confini nazionali di contingenti delle Forze armate. Sulla situazione in atto si fa notare In ambienti qualificati come l'invio nel Golfo Persico o nelle acque adiacenti dell'Oceano Indiano di dragamine britannici e francesi trova una giustificazione nella presenza in quella zona di unità militari dei due Paesi. Londra e Parigi, d'altra parte, hanno escluso operazioni di sminamento congiunte ed hanno parlato esclusivamente di attività di protezione delle rispettive • task force- o di naviglio commerciale battente bandiera nazionale. «Fino ad oggi — ha detto il ministro della Difesa Zano¬ ne — la linea perseguita dal governo italiano è di sostenere l'azione delle Nazioni Unite per la cessazione del conflitto. L'atteggiamento dei due belligeranti non sembra del tutto precludere questa possibilità-, -Resta da aggiungere che ancora una volta, su una questione di interesse vitale comune, gli Stati europei procedono ciascuno per proprio conto. L'Italia però può assumere l'iniziativa di cercare un coordinamento europeo, ed io ritengo dovrebbe farlo promuovendo la convocazione del Consiglio dell'Unione europea occidentale-.
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