Montedison sotto inchiesta per esportazione di capitali

Montedison sotto inchiesta per esportazione di capitali Ipotizzata la costituzione di fondi in Svizzera Montedison sotto inchiesta per esportazione di capitali Sarebbero serviti alla scalata della Bi-Invest nell'86 MILANO — La pratica è sul tavolo del sostituto procuratore della Repubblica di Milano, Filippo Grisolia. Oggetto: un dossier trasmesso dalla Settima sezione penale dello stesso tribunale affinché si accerti la verità su presunte illecite costituzioni di capitali all'estero, per la precisione in Svizzera, da parte di Montedison nel 1933. L'intera vicenda nasce, come «Panorama» spiega nei particolari, da una denuncia partita da Domenico Airaghi (uomo d'affari milanese, con residenza a Mar bella, in Spagna, ma base operativa a Zurigo). Questi è stato a sua volta condannato nel marzo scorso dalla Settima sezione penale per estorsione ai danni di un funzionario Montedison. Ma lo stesso magistrato, ravvisando un -comportamento omertoso e contraddittorio, nelle risposte di tre testimoni, funzionari della società chimica, ha passato alla Procura il fascicolo per accertamenti sulla questione dei fondi neri, fondi che, secondo dichiarazioni rilasciate dallo stesso Airaghi a suo tempo, sarebbero serviti ai vertici Montedison per la scalata a Bi-Invest del maggio-giugno 1986. Mentre Grisolia mantiene il massimo riserbo, fonti Montedison hanno ieri dichiarato: «Siamo certi che si tratta di una montatura architettata da un inaividuo fin troppo disinvolto e che non desta in noi alcuna preoccupazione.. Nel gennaio del 1985 Airaghi si mette in contatto con la polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano per via di un finto furto di gioielli effettuato nel 1978, e sul quale egli è impegnato a recuperare i soldi estorti ad una compagnia assicurativa. In quella occasione, Airaghi propone di barattare un aiuto sulla questione che gli sta a cuore con informazioni su esportazioni illecite di danaro all'estero, e fa appunto il nome di Montedison. Airaghi fornisce quindi al capitano Luigi Magistro un'ampia documentazione su un traffico colossale che da Foro Buonaparte porterebbe a una fiduciaria zurighese, la Trefisco (per avere i dati Airaghi aveva fatto assumere alla Trefi¬ sco la sua convivente). L'uomo Montedison dell'operazione sarebbe un dirigente: Giuseppe De Carlo, mentre a Zurigo sarebbe implicata anche la banca che controlla Trefisco, la Julius Baer. Mentre Magistro mette sotto controllo De Carlo, questi denuncia di essere oggetto di telefonate anonime ricattatorie, che chiedono, come prezzo del silenzio, di consegnare una certa somma ad un avvocato di Varese, Giuseppe Romano. Poco dopo De Carlo consegna a Magistro un nastro registrato con la voce dell'anonimo ricattatore, voce che viene riconosciuta come appartenente all'Airaghi. Di qui il processo che si conclude nel marzo dello scorso anno con la condanna di Airaghi e dell'avvocato Giuseppe Romano a due anni e sei mesi per tentata estorsione. Ma il tribunale giudicante (Rubichi, Terranova e Gerii), pur condannando Airaghi, trova reticenti e non convincenti le testimonianze rese da tre funzionari Montedison. Cosi la pratica arriva sul tavolo di Grisolia. V. s.