L'angelo Chamberlain fra gli ebrei di Budapest

L'angelo Chamberlain fra gli ebrei di Budapest Su Canale 5 stasera il miniserial «Wallenberg» L'angelo Chamberlain fra gli ebrei di Budapest Il diplomatico che salvò 100 mila israeliti dalle SS Raoul Wallenberg, una delle figure più. eroiche della seconda guerra mondiale e una delle prime vittime della guerra fredda, il diplomatico svedese che salvò centomila ebrei a Budapest, un ottavo della comunità israelita ungherese, e scomparve nel 1945, fatto prigioniero dai russi. Ufficialmente morto per un attacco di cuore in un carcere moscovita, forse è invece ancora vivo in una prigione sovietica. Alla sua storia appassionante e tragica è dedicato uno sceneggiato, in onda stasera e domani alle 20,30 su Canale 5, tratto dal libro Wallenberg di Frederick E. Werbell e Thurston Clarke, che in una rigorosa ricostruzione rivela per la prima volta la verità sulla scomparsa del diplomatico e sullo scandalo di portata internazionale che seguì l'insabbiamento del caso. Raoul Wallenberg ha il volto di Richard Chamberlain (tre Emmy — l'Oscar tv — per Dottor Kildare, Shogun, Uccelli di rovo/ in tomo a lui Melanine Mayron (la segretaria Sonja Kahn), Btbi Andersson (la madre di Raoul, Maj Wallenberg), Alice Krige (la baronessa Elisabeth Kemeny, moglie di un membro del governo fantoccio ungherese che aiutò il diplomatico svedese nella sua colossale impresa umanitaria), Stuart Wilson (il barone Kemeny), Kenneth Colley (il colonnello Adolf Eichmann, capo della Gestapo). La regia è di Lamont Johnson. •Prima di girare questa storia ho incontrato alcune persone che sono vive grazie a Wallenberg. I loro racconti mi hanno commosso fino alle lacrime — ha detto Chamberlain — Questo è uno del personaggi che ho più amato e non dimenticherò mai questo ruolo». «In Galilea, sulla strada che conduce al Museo dell'Olocausto, alla periferia di Gerusalemme, c'è un viale alberato. Ogni albero commemora un Gentile che rischiò la vita per salvare gli ebrei durante 11 nazismo. Sulla piastrina che identifica ogni giusto è scritto: chiunque salvi una sola vita è come se salvasse il mondo intero». Cosi Elie Wiesel, uno dei più. famosi ebrei, scampato ad Au schivi tz e Buchenwald, ha commentato l'uscita sui te- leschermi in America del Wallenberg, ricordando come certi uomini, rimasti per lo più, sconosciuti e dimenticati nei loro Paesi, siano ancora figure leggendarie per gli ebrei. Qual è stata la forza che li ha spinti, in nome della solidarietà umana, a rischiare la vita? A che cosa possiamo attribuire il coraggio, la generosità, la pietà di pochi, quando molti, la maggioranza, scelsero complicità, indifferenza, o semplicemente tranquillità e sicurezza? «I giusti fra le genti — sostiene Wiesel — agirono come esseri umani». Nell'orrore che li circonda-, va, non persero mai di vista la loro dignità e la loro integrità morale. «Non era difficile farlo, non occorreva essere né eroi né pazzi per muoversi a compassione di un bimbo abbandonato. Bastava aprire una porta, offrire un pezzo di pane, dire una parola. Bastava guardare, ascoltare, rabbrividire alla vista di tanta miseria e tanto dolore». A Yad Vashen sono ricordati 4500 nomi di «giusti*, per sei milioni di vittime. Nel 1944 Raoul Wallenberg, aristocratico lutera¬ no, uomo d'affari, membro di una delle più ricche famiglie di Svezia, si offri di recarsi a Budapest come diplomatico per salvare il maggior numero possibile di ebrei dalla Soluzione Finale di Hitler. Lasciò alle spalle tutto per gettarsi in mezzo a un'Europa sconvolta dagli orrori. Durante i sei mesi che seguirono, ricorrendo a spionaggio, corruzione, minacce e, quando tutti gli altri mezzi fallivano, a disperate dimostrazioni di coraggio personale, riuscì effettivamente a salvare decine di migliaia di ebrei. Si ti asformò da diplomatico in guerrigliero, si alleò con la bella baronessa Kemeny, si scontrò con Adolf Eichmann. La miniserie si chiude con l'arresto da parte dei russi, nel gennaio 1945. Sembra che i sovietici, considerassero Wallenberg una spia degli americani e un ostacolo ai piani per l'instaurazione di un governo comunista in Ungheria dopo la fine del conflitto. Wallenberg non fu mai rilasciato. Nel 1957, in seguito a reiterate richieste, i sovietici annunciarono la morte del prigioniero, avvenuta nel 1947. a. pie. Chamberlain-Wallenberg libera gli ebrei dal treno della morte

Luoghi citati: Budapest, Europa, Gerusalemme, Svezia, Ungheria