Si spera nelle pecore

Si spera nelle pecore Buone prospettive di recupero sui terreni marginali Si spera nelle pecore ROMA — Le prospettive dell'ovinicoltura sono buone, perché, oltre al latte, bisogna considerare due altri prodotti forniti da questi allevamenti: carne e lana, molto richieste per la loro qualità. Specie nelle zone dove non sono attuabili colture redditizie, cioè sui terreni marginali non meccanizzabili, si può pensare a una riconversione a carattere pastorale. Questa proposta viene dal Cestaat, 11 Centro studi della Confagricoltura. Non si deve tanto pensare alla transumanza, ma a un'ovinicoltura stanziale che. tra l'altro, dà la possibilità all'allevatore di crearsi un ambiente familiare e sociale stabile. Chi è interessato a questo tipo di ri¬ conversione dovrebbe impiantare, dove le caratteristiche pedoclimatiche non sono favorevoli alla produzione di latte, allevamenti ovini merinìzzati, in modo da produrre contemporaneamente carne e lana di buona qualità, E' una scelta che va un po' controcorrente: nell'ultimo cinquantennio, infatti, le nostre razze merinizzate produttrici di lana di ottima qualità sono state completamente sostituite da razze più specializzate per la produzione di latte (questo è anche quanto accade nel Cuneese. dove il patrimonio di ovini supera i 50 mila capi). Questo fenomeno ha comportato una forte importazione di lana grezza pre¬ giata da utilizzarsi a livello industriale. Il -m 'e in Italy» della moda può invece trovare la sua base in -ina produzione laniera nazionale. La produzione di lana rappresenta ancora un reddito complementare a quello realizzato con la carne, ma in futuro, con la tendenza al recupero delle produzioni •naturali nel campo delle fibre, potrà avere un'importanza maggiore. Va anche curato — raccomandano i tecnici del Cestaat — il mantenimento ed il miglioramento delle caratteristiche di qualità della lana: finezza, lunghezza, bianchezza e resistenza alla trazione. Rusticus

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