Piquet: «Perché ho scelto la Lotus»

Piquet: «Perché ho scelto la Lotus» Piquet: «Perché ho scelto la Lotus» DAL NOSTRO INVIATO BUDAPEST — .Non sono stato licenziato. E non è vero che me ne sono andato per una questione di soldi. La decisione di abbandonare la Williams è stata mia. Una scelta ponderata, causata da molti fattori. La Lotus mi ha offerto un contratto da primo pilota: nella attuale squadra non mi trovavo piti bene, ansi non mi sono mai sentito a mio agio. E' stato per colpa loro che lo scorso anno ho perso il titolo mondiale-. Nelson Piquet risponde alle polemiche, alle critiche suscitate dal suo passaggio dalla Williams alla Lotus. Lo fa attaccando, con parole anche dure. Sette anni alla Brabham, due stagioni alla Williams. Ed adesso un contratto per un solo campionato con la Lotus. E' un segno di declino? Qualcosa deve essere veramente successo, per costringere Piquet a cambiare radicalmente strada. .Di sicuro non ho sofferto ad agire in questa maniera. Avevo un accordo per essere trattato in un certo modo. Purtroppo non lo avevo definito bene nelle clausole e la Williams mi ha ingannato, favorendo Mansell. Non sono il tipo che vuole cercare solo vetture vincenti. L'ho dimostrato in passato, sacrificando intere stagioni allo sviluppo delle macchine, dei pneuma¬ tici, accettando i momenti positivi come quelli negativi. Ed inoltre quando avevo deciso di lasciare la Brabham potevo anche andare alla McLaren, ma non mi erano state date le garanzie necessarie.. Continua il brasiliano: .Se i patti fossero stati rispettati sarei rimasto sino alla fine della carriera. Invece già nel 1986 mi sono trovato in competizione all'interno del team. Adesso con la Lotus ho messo le cose bene in chiaro: io lavorerò per loro, e riceverò in cambio il massimo sostegno. Sono convinto che faremo cose buone insieme.. Questo il futuro, ma il presente, la lotta per il titolo mondiale? Non c'è il rischio di perdere un campionato che si è messo molto bene? •Se la Williams — risponde Piquet — non avesse agito in maniera sconsiderata, potrei essere molto più avanti. Certo, adesso mi debbo impegnare al massimo, cercare di non perdere neppure un colpo. Ma non credo che l'aver già annunciato il passaggio nei 1988 alla Lotus possa costituire un grosso ostacolo. C'è gente come Prost e Senna che preme. E la Williams, a rigor di logica, non si può permettere di fare degli errori che potrebbe pagare molto cari. Il pericolo eventualmente potrebbe arrivare nelle ultime corse, se Mansell dovesse trovarsi in posizione favorevole con i piloti degli altri teams tagliati fuori dalla lotta. Ma non ci voglio pensare.'. Frank Williams sostiene che il «divorzio» con Piquet non è stato una sorpresa. .Le vetture — dice Williams — contano più del pilota. E non ci sono problemi a trovare un sostituto. Ci sono tanti corridori che farebbero carte false per venire con noi e nella lista ci sono anche degli italiani.. I nomi sono numerosi. Si parla sempre di Eoutsen (che però dovrebbe pagare una penale, circa 300 milioni, alla Benetton), si sussurra di contatti con Rosberg. Cheever e Johansson. Per quanto riguarda gli italiani, l'interesse è rivolto a Nannini, Patrese e Capelli. Quest'ultimo piace parecchio al costruttore inglese. Resta da sciogliere un altro interrogativo. Cosa farà adesso l'Honda? Se è vero che Senna passerà alla McLaren portando appunto i propulsori giapponesi, se è vero che la Lotus non verrà abbandonata (anche perché Nakajima è stato confermato), la Williams potrebbe doversi cercare un altro fornitore. Ma non è neppure escluso che la Casa giapponese stia programmando un ulteriore allargamento dei propri orizzonti. c. eh.

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