«Non emarginare i malati di Aids»
«Non emarginare i malati di Aids» Vertice delle comunità di base «Non emarginare i malati di Aids» «Disinformazione uguale intolleranza» TORINO — Rappresentanti di un centinaio di gruppi e cooperative di tutta Italia, federati nel Coordinamento delle comunità di accoglienza e operanti nel settore dell'emarginazione sociale (diecimila giovani «pi esi a carico»), hanno deciso di far sentire la propria voce In merito a •tante storie individuali e collettive, al clima di allarmismo e alle molte distorsioni verificatesi intorno ai fenomeno Aids». Una riflessione a voce alta su esperienze che •gravano non poco sulla vita delle nostre comunità, sulle persone che le compongono. Il già difficile cammino per ricostruire una propria vita, per molte persone accolte, è stato letteralmente stravolto. Anche chi è impegnato in un'esperienza di ascolto e di accoglienza, è stato "toccato" in modo diretto: qualche volontario si è allontanato, altri sono stati oggetto di diffidenza». Che cosa hanno potuto constatare, 11 Gruppo Abele e gli altri del Coordinamento? •In molte occasioni i colpiti da Aids — si legge nel documento — o anche solo chi risulta sieropositivo, vengono esclusi dai fondamentali rapporti sociali. Manifestazioni di rifiuto, di intolleranza isterica, di abbandonò (e di speculazione giornalistica e politica su questi abbandoni) sono indicatori di una realtà diffusa in un contesto di disinformazione e di allarmismo*. Evidenti alcune ambiguità: •Troppe volte si è confuso colpa e malattia, giungendo ad accusare di immoralità chiunque venisse colpito da virus. Si i ampiamente accettato che si confondessero le "pratiche a rischio" con i "gruppi a rischio". Il fatto che l'epidemia sia passata attraverso certi comportamenti non significa assolutamente che la causa sia nei comportamenti stessi». Inutile nasconderlo: •L'Aids pone in crisi alcuni punii fermi della nostra cultura: la rimozione della morte, il mito dell'onnipotenza della medicina, la sconfitta delle malattie infettive. Cosi chi è colpito da Aids si trova non solo in una condizione di malattia ma viene emarginato perché con la sua presenza alimenta dubbi e incertezze. Oltre a non poter fare spesso i conti con il proprio futuro (vita di coppia, di paternità e maternità), egli viene, consciamente o meno, accusato di "attentare" al futuro degli altri.. Le risposte della società ripetono «la logica, vecchia di secoli, della ghettizzazione attraverso la creazione, naturalmente "a fin di bene', di luoghi speciali.. Quali le proposte del Coordinamento? Oltre a un'informazione e a un'educazione «mirate» (alla sessualità, alla non violenza, alla socialità) occorre affrontare alcuni rilevanti nodi politici. Eccoli: .Diritto all'anonimato (possibile solo con una seria gestione pubblica delle analisi-test); la salvaguardia dei posti di lavoro e la possibilità di accedere alle normali assunzioni per gli ex tossicodipendenti; la questione carceraria, non certo risolvibile con la sua riproduzione e differenziazione; il problema del garantire le minimali condizioni igieniche a chi fa uso di sostanze stupefacenti». Guido J. Paglia
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