La pensionaria del Tirolo di Gianni Riotta

La pensionarla del Tinto La pensionarla del Tinto Eva Klotz, consigliere regionale, è figlia del terrorista sudtirolese degli Anni Sessanta - «Non mi sento italiana. Non voglio costruire scuole in Sicilia con i mìei soldi» - «Voi lavorate poco e male» 8ignora Klotz, le chiesero una volta, ma lei crede davvero che diventerà presidente del libero Stato del Sudtirolo? Eva Klotz sorrise stringendo gli occhi azzurri: -Quando saremo indipendenti io tornerò a casa, lascerò di nuovo la politica ai maschi». • Casa» per Eva Klotz è il nome grande che abbraccia il vecchio maso del suo clan, su a Woltan, un pugno di case alte su St. Léonard, a picco su quel fiume Passeier che pochi giorni fa ha rovinato la valle. Ma «casa- è anche l'affetto di famiglia per il babbo Georg — disprezzato come •terrorista» dagli italiani, 1 « Walsche» come li chiamano insultanti i valligiani tedeschi — per mamma Rosa e per i fratelli, tutti militari, nel colorito corpo degli Schuetzen. E «casa» è soprattutto la milizia politica nello Heimatbund («Lega patriottica») il movimento che i Klotz hanno fondato rompendo con la legalitaria volkspartei dell'onnipresente Silvius Magnago. A Eva i pettegolezzi non bastano: VHeimat il nido, la patria, il nucleo familiare del Sudtirolo deve vivere lontano dagli italiani. Perché? •Perché siamo diversi, perché non ci apparteniamo, perché l'oi lavorate poco e male, perché io non voglio costruire scuole in Sicilia con i miei soldi, perché gli italiani fanno chiasso, perché non sono italiana insomma* è la spiegazione che Eva Klotz dà con quel suo dolce filo di voce metallico. Il problema con Eva Klotz è proprio questo. Tanti suoi concittadini non si sentono più italiani di lei. fieri come sono della loro storia. Ma Eva vuole l'indipendenza perché i .Walsche» non li ama affatto. Aveva tredici anni quando gli italiani, in divisa da carabinieri invasero casa sua, frugando ovunque in cerca di papà Georg, che i giornali chiamavano -Il martel- latore della Val PassiHa. per i suoi attentati. Il fratellino di Eva. Manfred. che è oggi il suo segretario nell'ufficio alla provincia di Bolzano, non capisce che cosa sta succedendo e infila le dita nella canna del mitra che i militi spianano contro la famiglia. 'Italia vuol dire svegliarsi la mattina e vedere un militare dietro l'albero- racconterà poi Eva Klotz. E i giorni terribili non sono ancora arrivati. Una notte di fuga papà Georg dorme all'addiaccio con il fido amico Lois Amplatz e il loro compagno Cristian Kerbler. D'improvviso il silenzio è rotto da colpi di arma da fuoco. Non sono gli italiani, è Kerbler, prezzolato dai servizi segreti, forse il Sifar. che cerca di liquidare gli amici. Amplatz muore. Klotz scompare su un ghiacciaio. -Era sicuro di morire — ricorda Eva Klotz —. si lasciò andare dietro una piccola cunetta, aspettando la fine. Sanguinava. A casa lo piangevamo. La radio diceva il terrorista Klotz è morto in un crepaccio». Invece dopo tre giorni di lutto arriva un vicino di casa gridando che Georg Klotz s'è trascinato chissà come oltre il confine austriaco. Sta in questo filo di sangue che attraversa Italia, Austria e Tirolo l'irriducibile antagonismo di Eva Klotz per i compromessi convenienti di Magnano e della volkspartei. Lei oggi rinnega il terrorismo, convinta che il disastro elettorale di Heimatbund il 14 giugno sia dovuto proprio alla catena di attentati che ha colpito il Tirolo prima del voto. Le bombe per lei erano •provocazioni di cui si sarebbe giovato il movimento sociale». .11 rasi ci vuole fuorilegge e farà qualunque coca per riuscire nel suo scopo, confidava la Klotz ai suoi amici. Difficilmente lei avrebbe messo le sue mani da pianista sul tritolo. E' contenta di essere consigliere provinciale a Bolzano, sarebbe stata una deputata di micidiale efficacia. Ma la sconfitta l'aveva messa in un angolo. I sudtirolesi non danno più alcun credito alla rivolta aperta contro Roma e quelle valli hanno scelto la strada della polarizzazione: tedeschi con la volkspartei. italiani con il msi. Gli oppositori guardano ai verdi di Alex Langer e Gianni Ratzinger. Tutta politica fine, tutte questioni moderne. Eva Klotz con la sua passione, la sua vocazione all'indipendenza poteva apparire un personaggio superato, patetico, magari affascinante nella sua rigidezza come le statue di legno delle sante vergini e martiri che affollano le cappelle ti¬ rolesi. E proprio »Santa Barbara» l'ha soprannominata lo scrittore Sebastiano Vassalli nel suo saggio Sangue e suolo (Einaudi), tracciandone un ritratto antipatizzante. Eva Klotz era finita fuori dal gioco politico. Non le restavano che le serate attorno al tavolo di legno, a fare cena con 1 fratelli Manfred, segaligno e fedelissimo alla sorella, Wolfram, timido, la fronte attraversata da una cicatrice, con le sorelle, buone massaie tirolesi e 1 cognati, tutti compiti funzionari della Heimatbund. Il mandato di cattura fa della Eva Klotz, candidata perdente, di nuovo una •Santa Barbara». La parte di donna politica che è in lei non può non gioire per l'errore tattico degli •italiani, che ridarà simpatia alla Bund in via d'estinzione. Ma la Eva Klotz che ama la ■casa» si amareggerà per l'ansia dei familiari, rituffati nei giorni dei mandati di cattura. Era stato il fascismo, ama raccontare, a cercare di strapparci la nostra identità, ma la democrazia non ha fatto di meglio. Adesso sarà ancor più convinta di questa esagerazione. Non ci sono — davanti agli italiani — piegature di dolcezza in Eva Klotz. una donna che pure è assai tenera con i suoi. • Dopo l'agguato di Kerbler. suo padre tomo mai clandestinamente in Italia, prima di morire, esule in Austria?», chiese un reporter a Eva Klotz. -No. mai. rispose lei secca. Più avanti nell'intervista raccontò delle visite di Georg Klotz, latitante, ai suoi figli, momenti di calore strappati alla polizia. •Allora veniva in Italia», chiese l'incauto cronista. -Le ho detto di no, le ho detto che non mise mai più piede in Italia. Veniva a trovarci a casa, a Woltan, St. Leonarrì in Sudtirolo. che non è affatto Italia o come lo chiamate voi. Alto Adige». Gianni Riotta Bol/ano. Kva Klotz, esponente dello <<Heimatbund»