Mille alpini scavano nel fango

Mille alpini scavano nel fango Fra i volontari che lavorano in Valtellina anche un giovane giunto da Napoli in autostop Mille alpini scavano nel fango FUSINE — E' un veterano delle tragedie nazionali. Ha fatto l'alluvione di Firenze, poi i terremoti del Friuli e dell'Irpinia. Adesso Adriano Cassardo, 45 anni, titolare di un'industria impiantistica di tubazioni, iscritto all'Associazione nazionale alpini di Torino, è In Valtellina. 'Quest'anno niente ferie. La ditta riapre il 28 agosto. Starò a Fusine fino al 27'. Cassardo è uno dei circa mille alpini-volontari, impiegati nell'operazione di pulizia dei paesi alluvionati. In trincea otto ore al giorno con badile e piccone. L'organizzazione ha messo sede a Sondrio, in piazza Garibaldi, e opera con le autorità della Protezione civile, della Provincia e dei vigili del fuoco. Dicono Carlo Cassar.! e Franco Nesina, dell'Ana locale che si avvale della collaborazione dell'Aria di Verona: «Al primo allarme, sabato 18 luglio, sono intervenuti i nostri volontari di Sondrio. Domenica sono arrivati i gruppi di Trento, Modena e Verona, questi ultimi con mezzi anfibi per portare in salvo la gente isolata'. Il centro operativo funziona giorno e notte. Gianni Zuccher, di Verona: ■/! nostro gruppo dispone dal 1983 dì 40 uomini collegati con la Protezione civile. Siamo in grado di intervenire con mezzi adeguati per qualsiasi evento calamitoso'. In effetti V80 per cento del volontariato in Valtellina è costituito dagli alpini in congedo. Sono arrivati soprattutto dalla Lombardia, ma anche dal Veneto, dall'Emilia e dal Piemonte (Torino, Biella, Val Susa, Asti). Poi ci sono il Cai, i volontari civili, le guardie ecologiche. Da Milano è giunto un gruppo del Wwf e uno della Fgci. Parecchie comunità montane lombarde hanno inviato squadre operative; anche 11 Sud si è mosso: due ufficiali in congedo sono venuti da Roma e un giovane è arrivato da Napoli in autostop. Inoltre decine di militari in congedo di tutta la Valtellina hanno ingrossato le file dell'esercito degli spalatori. n fronte di lavoro è esteso. Si va da Torre, In Val Malenco, a Tartano, passando per Sondrio, Gombaro, Talamona, Colorina e Piateda. Nomi entrati nella triste cronaca del giorni scorsi. E' soprattutto a Fusine che i volontari lavorano nel ventre oscuro e spesso maleodorante delle abitazioni, sommerse fino al piani superiori dal fango del torrente Madrasa). Il paese è irriconoscibile, ma è stato sgombrato in tempo. •La squadra ideale deve essere agile, tre uomini al massimo', dice Adriano Cassardo che opera con l'energia e il piglio di un vecchio maresciallo. Con lui collaborano Renzo Maggiora dell'Aria di Milano e Pierluigi Garibotti di Genova. Una minirappresentanza del triangolo industriale. Anche loro hanno privilegiato la ricostruzione della Valtellina rispetto al relax delle ferie. Bisogna spalare detriti dalle abitazioni e trasportarli nelle vie più ampie, dove 1 mezzi meccanici provvedono a rimuoverle. La vecchia casa colonica di Fusine, dove lavorava Adriano Cassardo, con il suo gruppetto, minacciava di crollare sotto la spinta del fango compresso. Gli spalatori si sono trasformati In carpentieri e hanno alzato due castelli di travi per bloccare lo scivolamento del muri. 'Abbiamo già offerte per i prossimi giorni da parte di diverse sezioni dell'Ana del Veneto — dice Gianni Zuccher —. Appena si dovrà intervenire sui paesi sommersi dalla frana della Val Fola avremo bisogno di uomini freschi: Ogni due giorni il presidente nazionale dell'Aria, Leonardo Caprioli, compie un'ispezione tra le sue «truppe., accompagnato da Antonio Sarti, responsabile della protezione civile delle penne nere. 'Viene Cossiga?', chiede un giovane di Lurate Caccivio (Como) durante il pranzo nelle scuole comunali di Fusine. La domanda non solleva eccessivo interesse. Gli spalatori vivono fuori del mondo. Dopo la breve pausa di mezzogiorno si ritorna nella polvere e nel fango. Teresio Valsesi»