Anche Saint-Martin scende di sella

Anche Saint-Marlin nenie disella Già ritiratosi Lester Piggott, l'ippica mondiale perde l'ultimo fantino-mito Anche Saint-Marlin nenie disella Dopo 3500 vittorie (e diciannove fratture) Tasso francese chiuderà il 4 ottobre nell'Arco di Trionfo, la corsa più prestigiosa - Lascia i cavalli delTAga Khan - Ricorda i molti successi, ora spera che il figlio Eric lo emuli Appuntamento speciale per 1 fans dell'ippica il 4 ottobre a Longchamp, tempio del galoppo parigino e europeo. Sara la giornata del classico Are de Triomphe, e la grande corsa sarà l'ultima — sicuramente l'ultima del «gruppo 1» che raggruppa 11 top delle sfide mondiali — del leggendario fantino francese Yves Saint-Martin. Uscito di scena due anni or sono (dopo 38 anni di carriera e cinquemila vittorie) l'inglese Lester Piggott, Yves Saint-Martin è rimasto solo a reggere la tradizione, del fantino-personaggio-mito, a fronte di colleghi europei bravissimi — soprattutto Pat Eddery, vincitore in sella a Dancing Brave dell'ultimo Are, e Willie Carson, entrambi britannici — ed agli assi statunitensi Cash Asmussen e Steve Cauthen, Nomi grossi, già famosi nell'ippica, ma Piggott e Saint-Martin hanno segnato un'epoca con le loro sfide, le loro fratture, le emozioni che hanno saputo offrire, 1 successi prestigiosi con cavalli che hanno fatto felici i loro proprietari. Scuderie famose o emergenti magnati dell'Industria e del petrolio. Le loro Imprese hanno segnato un'epoca. Yves SaintMartin non ha dubbi, per lui Lester Piggott rimane 11 più grande. L'inglese ha retto sino ai clnquant'anni, la caduta più grave l'ha compiuta quando era già sceso da cavallo: nel dicembre dello scorso anno è stato arrestato nella sua scuderia di Newmarket per tasse non pagate (quattro miliardi di conti all'estero, 11 fisco inglese non ha avuto pietà per il personaggio). L'asso francese chiude a 46 anni (li compirà prima dell'Are de Triomphe, è nato ad Agen terra di rugbisti l'8 settembre 1941) e con tremilacinquecento vittorie già alle spalle. Nella conferenza stampa di Parigi aveva a fianco il ventitreenne figlio Eric che sogna di ripetere la strada del padre. Per ora gli assomiglia molto, la carriera dirà. Lo stile elegante in sella, l'abilità nel vincere correndo in testa, dosando con estrema sensibilità l'andatura per avere ancora «il cavallo in mano» per lo sprint, la capacità di soffrire (è andato in corsa anche dopo seri Incidenti) sono le chiavi che hanno fatto di Yves Saint-Martin un divo degli ippodromi. Ha vinto in Francia, soprattutto, ma anche in Inghilterra, negli Stati Uniti, in Giappone dove il galoppo ha raggiunto vertici altissimi, in Malesia dove, con Pat Eddery e Willie Carson, ha accompagnato Lester Piggott nella tournée di addio alle piste. Lo ricordiamo vittorioso a San Siro nel "76, primo nel G. P. di Milano montando Rouge Sang. Nel libro «Ai* galop!» scritto a due mani con Jean-Michel Francois per l'editore Robert Laffont, il grande fantino ha raccontato se stesso, la sua vita, le sue vittorie ed i suoi avversari. Due stralci. «Se guardo indietro, non posso che ringraziare il cielo. Già la mia nascita è stata un miracolo, ero un chilo e novanta grammi. Non più grosso di un pacchetto di zucchero». Un peso minimo, che gli ha permesso di non crescere troppo, di restare sotto i 50 chili che sono già tanti per un fantino. Ed ancora un suo misurato, onestissimo, giudizio sui meriti dell'uomo e del cavallo: «fl jockey è il pilota, la sua qualità è nel capire a fondo le possibilità dell'animale, e di evitare errori in corsa. Se il cavallo è maneggevole, docile, suo è l'ottanta per cento di merito, il venti va al fantino. Se il cavallo ha carattere e attitudini particolari, se bisogna "montarlo" con astuzia e attenzioni, allora il merito di una vittoria è diviso a metà». Ha cominciato a correre nell'aprile del '58 a Soisson. Brutto esordio, una caduta da un cavallo ignoto, Good Lord. La prima vittoria il 26 luglio '58 a Tremblay, su Royalic. Sedicesimo nella classifica dei fantini francesi nella stagione '59 con 27 vittorie: l'inizio di un'era. Già 107 successi l'annata seguente, «frusta d'oro, a soli diciotto anni. Ricordare i suoi trionfi è impossibile, sono troppi. Primo grosso exploit all'estero nelle King George di Ascot (1962), quindi le stagioni d'oro '63 e '64,173 e 184 successi I tempi di Relko, portato primo sul palo d'arrivo di ben sei corse di «gruppo uno». Ma l'animale più legato alla strepitosa carriera di Yves Saint-Martin è senza dubbio Allez France, bel nome trascinante. Dodici successi in corse di altissimo livello in tre stagioni, compreso l'Are del 1974 (già vinto con 8 assai ras nel '70, e rivinto nell'84 in sella a Sagace). E nella corsa parigina del 4 ottobre, il grande Yves tenta il canto del cigno. Il suo contratto con Karim Aga Khan è in scadenza, ha deciso di chiudere con il grande patron e con le corse. Ne ha già disputate oltre quindicimila, ma non lascerà il mondo del cavallo. Ha detto soltanto: »Prima mi voglio prendere un anno di vacanza. Voglio capire Lene guanto mi peserà il distacco». In .Au galop!» aggiunge con orgoglio: «Ho vinto quindici volte il "frustino d'oro", ma nel mio albo d'oro ho anche diciannove fratture». Nella carriera di un fantino il rischio fa parte del mestiere. Un brutto colpo al volto nel '69, due costole fratturate che nel '72 non gli hanno impedito di correre e vincere su Relnghold il Grand Prix di Saint-Cloud, un'altra grave frattura nel '74 che gli ha impedito di partecipare all'Are de Triomphe, un malanno ad un piede nel '79. la frattura di un polso nell'80. ed ancora il serio stop dell'84: frattura di due vertebre dorsali e due lombari. Gli incidenti, senza dubbio, cominciano a pesare sul pur robusto fisico del re del galoppo francese. Nelle ultime annate ha cominciato a sentire il peso dei rivali emergenti. Lo statunitense Cash Asmussen, soprattutto, che si vuole candidato a sostituirlo nella scuderia dell'Aga Khan. Altri vinceranno, certamente. Fantini di valore, capaci anche di portare all'arrivo cavalli difficili, ce ne sono ma non sono molti. Nessuno, per ora. con la souplesse e l'eleganza di Yves Saint-Martin. Bruno Penice» Saint-Martin col figlio Eric l'anno scorso, per la presentazione del libro «Au galop!»

Luoghi citati: Agen, Francia, Giappone, Inghilterra, Malesia, Milano, Parigi, Stati Uniti