Firmano tutti i partiti, pci escluso per la scarcerazione di Signoroni
Firmano tutti i partiti, pei escluso per la scarcerazione di Signoroni L'ideologo di estrema destra, malato, accusato della strage di Bologna Firmano tutti i partiti, pei escluso per la scarcerazione di Signoroni Ognuno prende spunto dal caso giudiziario per sparare a zero contro il funzionamento della giustizia ROMA — Ora, è diventata una vera e propria corsa: a candidarsi al digiuno di tre giorni o ad apporre la propria firma per chiederne la scarcerazione. A reclamare gli arresti domiciliari per Paolo Signorelli, l'ideologo di destra in precarie condizioni di salute dopo sette anni di carcere e ancora in attesa di un definitivo giudizio, sono soprattutto deputati e senatori. Di quasi tutti i partiti: dalla de al psi, dal pli al psdi — quest'ultimo in blocco — e, naturalmente, dai missini ai radicali che sono fra i promotori della manifestazione non violenta dinanzi a Montecitorio. Ognuno prende spunto da queUo che è divenuto ormài il «caso Signorelli» e spara a zero sul funzionamento della giustizia in Italia. Ma non è la prima volta: si ripetono, quasi nelle stesse forme, atteggiamenti e dichiarazioni già registrati negli anni passati quando al posto di Signorelli, uomo deU'ultra-destra. si trovavano militanti deU'ultra-sinistra, come Giuliano Ilaria e Oreste Scalzone. Il caso più recente serve piuttosto a tutti, comunisti compresi — gli unici a non aver firmato la petizione per la scarcerazione di Signorelli —, a richiedere riforme e tempi più brevi per i giudizi. Per il direttivo del gruppo dei deputati del pei il professore neofascista ha diritto come ogni altro a essere curato fuori dal carcere se le sue condizioni di salute sono davvero incompatibili con la reclusione, ma la decisione spetta solo a chi ha la responsabilità e i poteri per assumerla. Il compito dei politici, per il pei, è un altro: quello, cioè, di riformare U sistema penale «te cui bibliche lungaggini vanificano il diritto alla giustizia di molte migliaia di cittadini, imputati e vittime: Da qui, la richiesta avanzata dai rappresentanti comunisti al neoministro Vassalli affinché venga ad illustrare in commissione Giustizia le linee di fondo deUa sua politica. Anche per il quotidiano so- cialista Avanti! quella di Signorelli è una storia emblematica della paradossale situazione in cui versa la nostra giustizia. E 'probabilmente sarebbe esplosa prima di oggi se egli non fosse un estremista di destra, condizione politicamente deplorevole, ma del tutto ininfluente per i democratici e i garantisti veri». Enrico Ferri, ex segretario dell'Associazione nazionale magistrati e candidato per il psdi alle ultime elezioni, si mostra invece preoccupato perché «una parte di opinione pubblica si è schierata istintivamente ed emotivamente più dalla parte dell'imputato che da quella dei giudici che lo stavano giudicando», Intanto, da parte del ministero della Giustizia non v'è ancora nessuna presa di posizione ufficiale. Né, spiegano gli esperti, potrebbe essere} dal momento che ogni decisione sul.futuro di Signorelli — da' sette anni in carcere dopo due condanne e due rispettive assoluzioni ed ancora in attesa di giudizio per la strage di Bologna — spetta solo ai suoi giudici naturali. Che sono poi, al momento, quelli di Firenze e quelU di Bologna. Per i primi, Signorelli è molto malato e gli si possono concedere quindi gii arresti domiciliari. Per 1 magistrati di Bologna, Invece, no. Chi ha ragione? Il ministro, anche se non può intervenire direttamente nella decisione, ha il diritto di sapere. r. c. Paolo Signorelli
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