Carlotto rimane in carcere

Cariotto rimane in carcere Respinta a Padova l'istanza di sospendere la pena per un anno Cariotto rimane in carcere Ordinate due nuove perizie - Accusato di aver assassinato una ragazza, si proclama innocente Un capello, trovato sotto le unghie della vittima, potrebbe scagionarlo - Ma non si trova più PADOVA — Massimo Cariotto dovrà attendere ancora. Ieri mattina il tribunale di sorveglianza di Padova, che si doveva pronunciare in merito alla richiesta di sospensione della pena per un anno per motivi di salute, ha rinviato la decisione, disponendo altre due perizie. Una di carattere psicologico, .per delincare l'entità del blocco psicologico che rende inefficaci le cure prestate in carcere al paziente' ; l'altra medica, per verificare l'entità della forma di dismetabolismo da cui da tempo è affetto Cariotto. Il trentunenne padovano, che sta scontando una pena di 18 anni per l'omicidio di. una studentessa avvenuto undici anni fa, era presente in aula al momento della lettura della sentenza, visto che proprio domenica scorsa ha ottenuto un permesso di una settimana per sottoporsi ad alcune visite mediche (rientrerà in carcere domenica sera alle 22). «Si tratta di una doccia scozzese — ha commentato appena sentita la sentenza —; avevamo fornito ai giudici tutto il materiale possibile, medico e anche giuridico. Quindi mi amareggia dover fare dell'altro carcere, che credo sarà inutile perché le nuove perizie disposte non faranno altro che confermare quello che è stato già detto in aula. Spero che a novembre, tenuto conto che a settembre verranno nominati i periti, si possa comunque risolvere tutto*. Massime Cariotto, cosi dice la prima perizia effettuata qualche mese fa dall'endocrinologo Domenico Fedele su richiesta della famiglia, soffre di una grave forma di •dismetabolismo in soggetto da ipertensione arteriosa ed epatopatia cronica», che lo espone a gravi rischi come l'ictus cerebrale e l'infarto. Quando è entrato in carcere cinque anni fa pesava 80 chili, ora ne pesa 120. Dunque, la singolare vicenda giudiziaria che vede al centro il giovane padovano continua, e non si sa quando verrà scritta la parola fine. Cariotto, accusato di aver ucciso a coltellate la ventiquattrenne Margherita Magello il pomeriggio del 20 gennaio 1976 nel suo appartamento di via Faggin, era stato assolto in primo grado dal tribunale di Padova, poi condannato in appello a Venezia a 18 anni di carcere. Quest'ultima sentenza è passata in giudicato nel 1982 dopo la conferma in Cassazione. Massimo Cariotto, che si è sempre protestato innocente del feroce delitto, dovrebbe passare altri undici anni in carcere. Ma da tre anni ha avviato l'iter per la richiesta di revisione del processo, presentata dal suo legale av¬ vocato Giorgio Tosi, che sostiene che in entrambi i processi finora celebrati a Padova e Venezia i giudici si sono «dimenticati» di prendere in esame un elemento di prova fondamentale, che potrebbe scagionare Cariotto. Si tratta di un capello, rinvenuto dalla polizia sotto le unghie di Margherita Magello, e che certamente appartiene al suo assassino. Ma, ed è l'ultimo colpo di scena di questa storia senza fine, quel reperto ora è sparito. Il vetrino con quel capello non c'è più. Per questo la terza sezione della corte d'appello di Venezia ha convocato per avere spiegazioni, nell'udienza del 15 ottobre prossimo, i due periti dell'Istituto di medicina legale di Padova che erano stati incaricati della perizia sul capello e che, non avendolo trovato, ne hanno segnalato la scomparsa ai giudici. Flavio Corazza

Persone citate: Domenico Fedele, Flavio Corazza, Giorgio Tosi

Luoghi citati: Padova, Venezia