Die esiste e balla neoclassico di Sergio Trombetta

Die esiste e balie neoclassico Al Festival di Avignone la sezione danza aperta dal «Magnificat» di Neumeier Die esiste e balie neoclassico DAL NOSTRO INVIATO AVIGNONE — Dio esiste e balla neoclassico. Potrebbe essere lo slogan di John Neumeier, coreografo americano, cattolico credente e praticante, trapiantato in terra tedesca e da una quindicina d'anni alla testa del balletto di Amburgo, che per l'apertura della sezione dedicata alla dama al Festival di Avignone ha creato su commissione dell'Opera di Parigi •Magnificat», un balletto di ispirazione religiosa dove i destini dell'umanità, dalla cacciata dal paradiso terrestre alla nascita del Cristo, sono narrati sulla musica di Bach e con un rigoroso linguaggio accademico riattualizzato attraverso tutti gli apporti della danza contem¬ poranea di questo secolo. Come tutti gli anni, per aprire l'ultima settimana del festival dedicata alla danza (la chiuderà la compagnia di Martha Graham) era necessario un grande spettacolo nella Cour d'honneur nel palazzo dei Papi. Si è messo insieme quello che di meglio c'era a disposizione: la compagnia dell'Opera, oggi guidata da Nureyev, una delle migliori del mondo; Neumeier grande e visionario coreografo, la musica sublime di Bach con coro, solisti e orchestra in scena. Ne è uscito un grande spettacolo, degno della fama degli splendidi danzatori dell'Opera e della bravura di Neumeier. Non c'era tuttavia appieno il severo e appassionato spirito religioso del coreografo e dei suoi danzatori di Amburgo nella celebre versione danzata della Passione secondo Matteo. Per creare sul Magnificat di Bach una serata intera, Neumeyer ha aggiunto nella prima parte la seconda e terza suite orchestrale, utilizzando poi la celebre Aria della seconda sulte come leitmotiv che percorre tutto lo spettacolo. La suona un organo la cui musica giunge dalla loggia gotica che si affaccia sul cortile, per descrivere la cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre. La suona poi l'orchestra, in un lirico passo a due per Francoise Legrée e Gerard Claudel nella parte del balletto intitolata Profezie che prefigura i •tempi nuovi» della venuta del Salvatore. L'aria apre poi la seconda parte dello spettacolo per V Annunciazione che l'Angelo (ancora Gerard Claudel) fa a Maria, una bionda e perfetta Elisabeth Maurin. Poi c'è il Magnificat vero e proprio che Neumeier visualizza, senza mai cadere nella pura e semplice descrizione, ma tenendosi sempre a vigoroso livello di metaforica astrazione, con un alternarsi di passi a due e scene d'insieme. Spiccano, nella splendida compagnia, le stelle dell'Opera: applauditissime Marie Claude Pietragalla, Silvie Guillem, le già citate Legrée e Maurin. Il settore maschile sfodera, accanto all'étoile Manuel Legris, due ottimi danzatori, Kedar Belarbi Jean-Marie Didière. Grande successo dunque, in una Cour d'honneur battuta dal mistral che ha fatto spesso volare via gli spartiti del coro dell'Opera di Avignone, dell'Orchestre Lyrique della regione AvignonProvence e dei solisti Noémie Rime. Guillemette Laurens, Christine Nadalet e JeanPaul Fouchecourt diretti da Gunter Jena. Neumeier con il Balletto d'Amburgo sarà a settembre a Pompei per le Panatenee: porterà -Dafni e Cloe» e «L'uccello di fuoco», due spettacoli nuovi per l'Italia. Sergio Trombetta

Luoghi citati: Amburgo, Avignone, Italia, Parigi, Pompei