Golfo, Parigi aiuta Reagan

Solfo, Parigi aiuta Reagan Solfo, Parigi aiuta Reagan Il ministro della Difesa Giraud ha discusso il coordinamento dei movimenti militari Escluso rinvio di dragamine - Rinviata la partenza della Bridgeton per problemi di carico dal nostro corrispondente WASHINGTON — Gli Stati Uniti e la Francia preparano un piano per coordinare i loro movimenti militari nel Golfo Persico. La superpotenza, inoltre, invierà nel Golfo sette piccoli dragamine, usati sui fiumi del Vietnam. Lo hanno indicato ieri alcuni funzionari dell'Amministrazione dopo che si era diffusa la notizia del disordini alla Mecca. Da Londra è arrivata la notìzia che la petroHrra Gas Pr,.xe ha lasciato segretamente il Kuwait sotto scorta della task force americana e ha già superato 11 tratto di acqua minato presso l'isola iraniana di Farsi, dov'è stata colpita la Bridgeton. I movimenti della seconda petro¬ liera, in ritardo sulla compagna, sono coperti dall'assoluta segretezza. Riferendosi al dialogo con la Francia e ai dragamine, i funzionari dell'Amministrazione hanno detto che testimoniano della decisione americana di richiamare da un lato gli alleati alle loro responsabilità «a lunga scadenza» nel Golfo Persico e di affrontare dall'altro l'Iran sulle rotte del petrolio «se necessario stabilmente». Tale volontà è destinata a produrre nei prossimi mesi nuove pressioni sull'Europa, compresa l'Italia. Reagan potrebbe mandare un emissario personale nelle principali capitali europee già le prossime settimane, e il ministro della Difesa Weinber- ger in persona si recherà a Roma alla fine di ottobre, primi di novembre, ufficialmente su invito di un istituto Nato. Il massimo riserbo circonda il piano di coordinamento dei movimenti militari delle unità navali francesi e Usa nel Golfo Persico. La Francia ha rifiutato di mettere 1 suol dragamine a disposizione degli Stati Uniti, ma, ha detto il ministro della Difesa Giraud, «sta esaminando la possibilità di contribuire in una certa misura alla sicurezza nel Golfo». Giraud ha avuto due giorni di colloqui a Washington, in un clima di crescente tensione per gli incidenti nell'Arabia Saudita. Dalle indiscrezioni trapelate dal Pentagono sembra che il piano franco-americano preveda tra l'altro un costante scambio di informazioni del servizi segreti sulla crisi del Golfo, un'azione comune di prevenzione del terrorismo, e l'avvicendamento nella sorveglianza delle rotte del petrolio. Il Pentagono ha invece diffuso un comunicato sull'invio dei sette piccoli dragamine utilizzati in Vietnam nel Golfo Persico. Si tratta di unità di 15-16 metri di lunghezza, con sei tecnici e un equipaggio ridotto a bordo, poco adatti per le acque del Golfo. Verranno imbarcati su uno o più mercantili che giungeranno a destinazione tra un mese circa. Un'altra squadra di sommozzatori partirà nel frat- tempo dalla Carolina del Sud per imbarcarsi sulla task force. Il Pentagono ha insistito però che sono misure inadeguate, cosi come lo è l'invio degli elicotteri Sea Stallions di qualche giorno fa, e che per proteggere la liberta di navigazione occorrono i dragamine in dotazione ai Paesi europei. I disordini alla Mecca hanno reso ancora più pericolosa la traversata del Golfo Persico della Bridgeton, che ieri ha ultimato le operazioni d'imbarco al terminale petrolifero di Al Ahmadi. Ieri, la partenza della superpetroliera è stata rinviata a causa delle difficoltà delle operazioni: il carico non era ben distribuito e ne minacciava la stabilità. L'ammiraglio Bersten, il comandante della task force, vuole che la superpetroliera parta nella notte e segua una rotta segreta per evitare eventuali attentati. L'ammiraglio ha deciso di scortarla, oltre che con tre o quattro unità navali, anche con aerei. II Dipartimento di Stato ha rifiutato di spingersi al di là della semplice deplorazione degli incidenti nell'Arabia Saudita, ammonendo che la violenza destabilizza ulteriormente il Golfo Persico. Ma si sa che l'ambasciata saudita a Washington si è messa in contatto con il Dipartimento di Stato chiedendo assicurazioni che, in caso di pericolo, gli Stati Uniti interverranno in sua difesa. Inoltre il segretario di Stato Shultz e il ministro della Difesa Weinberger hanno discusso telefonicamente dei drammatici even ti con Reagan e con i capi di Stato Maggiore delle forze armate. Temono che un'ondata di fanatismo si abbatta sul Golfo. Ennio Carette

Persone citate: Ahmadi, Ennio Carette, Giraud, Reagan, Shultz, Weinberger