Finalmente una Fiera per i lettori

Nasce fra polemiche e consensi il primo Salone del libro a Torino. Cosa ne pensano organizzatori, editori e librai Nasce fra polemiche e consensi il primo Salone del libro a Torino. Cosa ne pensano organizzatori, editori e librai Finalmente una Fiera per i lettori TORINO. TI primo •Salone nazionale del libro» si farà nella settimana dal 19 al 23 maggio, sotto le volte di TorinoEsposizioni. Curato dall'Associazione per il Salone del libro, presieduto da Guido Acconterò, vicepresidenti Bianca Vetrino e Angelo Pezzana, con la collaborazione dell'Unione Industriale, il Salone ha raccolto pochi giorni fa le adesioni di circa l'SO per cento delll'edtoria nazionale: Garzanti, Laterza, Feltrinelli, Electa, Longanesi, Rizzoli, Fabbri, Boringhierl, De Agostini, Editori Riuniti, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, TI Mulino, Inter Orbis (distributore di periodici e libri stranieri per l'Italia), Mondadori, Mursia, Rusconi, Utet, nonché l'Associazione Piccoli Editori, le Messaggerie Italiane, l'Aie (Associazione Italiana Editori) e l'Ali (Associazione Librai Italiani). Unica, fra i Paesi della Cee, a non avere una grande Fiera dell'editoria, l'Italia ora rimedia, ripescando una idea che gli editori Giuseppe Pomba e Giampietro Viesseux avevano proposto nel 1841. si espongono solo gli ultimi titoli e non si vende, Parigi, quella che più ci convince. A Parigi gli editori espongono 11 catalogo, annunciano le novità e vendono 1 libri al pubblico». Il •Primo Salone del libro- che si svolgerà su una superficie di 7000 metri quadri, potrà ospitare, se lo vorranno, tutti i 1993 editori di cui è ricco il nostro Paese. Molte saranno le iniziative interne: da un premio •all'autore dell'anno*, deciso dal pubblico, a una serie di convegni sulla lettura e le librerie, agli incontri con i A rimetterla in circolo aveva pensato, il settembre scorso, il libraio Angelo Pezzana che aveva parlato del suo progetto con i responsabili dell'Ente Torino Fiere, il finanziere Guido Accomero, i dirigenti editoriali della Utet, Boringhieri ed Einaudi. Le risposte favorevoli lo hanno spinto ad allargare la rosa degli incontri ad editori come Rizzoli e Mondadori. -Gli esempi dal quali volevamo partire — spiega Pezzana — erano Francoforte, dove prevale la vendita dei diritti, Londra, dove più prestigiosi autori delle varie case editrici. Per cinque giorni, questo è l'obiettivo dei curatori, Torino dovrebbe diventare •la capitale del libro.. Pensato per il pubblico, contrariamente ad altre Fiere, organizzate solo per gli addetti ai lavori, questo Salone di Torino vuole offrire ai visitatori un panorama molto ampio, fra catalogo e novità, della produzione editoriale italiana, manifestazioni che abbiano come centro focale il libro. E soprattutto i libri si potranno comperare. La scelta di Torino ha suscitato qualche reazione campanilista. Fra gli editori qualcuno si è chiesto se non sarebbe stato meglio scegliere Milano. «Una signora — dice Pezzana — veniva da Milano, Interessata al nostro progetto, seguiva le nostre riunioni. Un giorno ci dice che a Milano c'è una società che ha un progetto analogo. Lei stessa comincia a prendere contato con le case editrici, cerca di screditare la nostra iniziativa. Abbiamo reagito con energia e anche gli editori più campanilisti, che avrebbero visto bene l'iniziativa trasferita in Milano, hanno desistito». Qualcuno, nell'ambiente editoriale, dice che erano le Messaggerie a preferire al capoluogo piemontese quello lombardo. •Anche Valerio Riva — prosegue Pezzana — sul Corriere della Sera ha provato una campagna antitorinese. Non so se per disinformazione o incapacità verso affari editoriali, ma Valerio Riva scrivendo, sul Salone, due articoli inattendibili, ci ha dato senza volerlo un grosso aiuto». Piccole, inevitabili polemiche, che non scalfiscono un progetto ormai ben accolto dall'editoria italiana. Dice Carlo Enrico Rivolta, presidente dell'Associazione Editori Italiani: «La nostra associazione è a carattere nazionale e non entra nel merito delle iniziative locali. Tuttavia nel caso del Salone di Torino condividia¬ mo pienamente gli obiettivi che si sono prefissi gli organizzatori torinesi. Del resto ogni manlfestazioe in favore del libro '.entra nei nostri compiti statutari. Ai promotori del Salone del Libro riserveremo le dovute attenzioni e tutto il nostro apprezzamento, auspicando che da Torino venga un contributo alia cultura e al libro». Uguale interesse dall'Associazione dei Librai Italiani. Dice il suo presidente. Remo Croce: .Come Ali siamo d'accordo. Bisogna muoversi bene, senza dare troppo potere agli editori. La strada scelta dagli organizzatori torinesi ci sembra quella giusta Mancava in Italia una manifestazione cosi. Bisogna farla bene. Se qualcuno fra gli editori a loro si contrappongono individui come Okolo, l'eroe di La voce, capaci di affrontare e dichiarare, a prezzo della vita, una ricerca alternativa nuova e inflessibile. In Soyinka, in Bemba, in Labou Tansi, un simile scontro si evidenzia con energia dirompente. Ci troviamo all'interno di una favola, dove il realismo sottende frequentemente l'allegoria, la vicenda *8eróplarè7' Okara è biafrano, e ha dunque vissuto l'incubo della guerra civile; Soyinka, yoruba, ha subito 11 carcere per le sue critiche al regime che quella guerra vinse. Pure, un'esperienza diretta di cui posso recare testimonianza insegna che sulle rovine di un simile conflitto la Nigeria, Paese dal ruolo cruciale in Africa, ha ricostruito una propria identità politica e culturale, senza per questo esorcizzare i suoi dilemmi, ma vivendoli risolutamente. Partecipare della vita di un campus di un'università nigeriana (sono numerose, federali, e di considerevole livello) consente di cogliere la verità e la complessità di questi fermenti, di afferrare le misura del coinvolgimento e anche del distanziamento critico della cultura africana, ricca di passione ma avara di indulgenze e di autocompiacimento, senza per questo ignorare le crisi, i momenti di caos, la permanenza di Ipoteche coloniali accanto al tentativo di affrancamento. La voce e Teatro africano sbarazzano il luogo comune tra il paternalistico e l'assistenziale del mito della negritudine, elargito nel secondo dopoguerra dall'intellighentzia europea, specie francese, la retorica equivoca del terzomondismo. A settembre, quando i testi del volume saranno portati in scena da noi, a Torino e a Milano, secondo un programma ormai fissato, 11 pubblico italiano potrà verificarlo, vedendo in scena compagnie africane In grado di rappresentarli senza ambigue mediazioni. Nello stesso perìodo, 11 congresso organizzato a Roma da un autorevole ente culturale sulle letterature dell'Africa nera dovrà confermare la serietà dell'interesse crescente per la cultura africana. Simbolicamente, tutto ciò sanziona il messaggio che Okolo lascia, dopo la morte. Okolo significava •la voce» in Ijaw, ma anche, per estensione, -la parola». E le parole che Okolo trasmette perché 1 sopravvissuti ne facciano tesoro acquistano un senso un''ersale, diventano 11 lascito inquietante di un moderno e Inerme Amleto scaturito dall'Africa nera. Claudio Gorlier Il trionfo del demenziale e i clas Milano si sente troppo protagonista imparerà che ci sono protagonisti anche altrove». •E' una iniziativa di cui penso bene — dice Giulio Einaudi —, è giusto che una città come Torino, che ha tradizioni culturali ed editoriali antiche, abbia una Fiera a carattere tecnico, economico, di scienze sociali. Mi spiego: certo va bene una mostra di libri italiani di argomento vario. Ma dedicherei uno spazio ad una specializzazione intemazionale. Vedendo quali sono le caratteristiche della città. Abbiamo le scienze sociali, una scuola come quella di Gallino, conosciuta a livello internazionale. Allora potrebbe essere questo un motivo di richiamo per l'editoria straniera. Specializzarsi in un settore di cui la città è all'avanguardia. Ogni due anni cambiare tema, dalle scienze sociali all'architettura all'urbanistica. Bisogna avere una eco internazionale, senza fare concorrenze inutili ed evitando il generico. Ma certamente gli organizzatori ci staranno pensando». Gli organizzatori ci stanno pensando e a settembre promettono un progetto più definito. Nlco Orengo sici del comico