Roger Waters: l'era dei satelliti sta condannando il rock

Roger Waters: l'era dei satelliti Roger Waters: l'era dei satelliti sta condannando il rock GLI album concept, cioè quei dischi che raccontano una storia, sono diventati una rarità assoluta, ma Roger Waters (Pink Floyd) ne è rimasto un appassionato cultore. In questo nuovo lavoro (Radio Kaos) la storia ha un suo sapore di stringente attualità. Si racconta dunque di una stazione radio locale minacciata di chiusura dalla proprietà o, ciò che è peggio, stravolta nella programmazione a fini puramente commerciali. Sembra strano che questo tema, cosi caro al rock italiano degli Anni 70 (la lotta tra ciò che è commerciale e ciò che non lo è) rispunti oltreoceano così insistentemente. Ma gli americani hanno una concezione tutta particolare del non commerciale: in genere si intende il prodotto coraggioso, quello cioè che ha caratteristiche diverse, originali, non ripetitive. In questo caso si intende anche il rock classico e persino il rock'n'roll, attualmente minacciato nell'etere da ondate sempre più massicce di musica incolore, né bianca né nera, puramente ritmica, euperadolescemiale, non solo da discoteca ma anche da ginnastica. Non si tratta soltanto della radio locale ir.ventata da Waters, ma anche della vera stazione diretta dal D. J. che prende parte a questo disco (Jim Ladd): infatti la Kmet di Los Angeles, emittente fedelissima al rock, combat¬ te ancora per mantenere la linea che l'ha caratterizzata per diciotto anni di vita, contro un orientamento che vorrebbe abbassarne drasticamente il target sulla base di indagini commerciali e d'ascolto sempre più parcellizzate. Da questo spunto Roger Waters parte per sollevare una questione di interesse anche maggiore: il rock della seconda metà degli '80, com'è noto, è travolto dall'amore per i satelliti convinto di poter aprire nuovi orizzonti di diffusione. Waters sostiene invece, forte del suo ostinato pessimismo, che l'era dei satelliti non costituisce per il Disegno di Stoppa roefc un nuovo inizio, ma l'annunzio della fine. Tutto calerà sempre più nello standard, nell'ascolto -medio- e ossessivo, musica sema firme e senza personalità, brani che sfumeranno uno nell'altro, buoni tuit'al più per sottofondo al robotico movimento quotidiano. Contro questo destino si leva qui un appello, più che all'innovazione, alla -conservazione- di una musica che si ponga come primo compito la -comunicazione-. Tutta la prima parte dell'album risuona d'una asciuttessa quasi sprìngsteeniana e non è un caso. Bruce Springsteen, quando recuperò le caratteristiche del rock Anni 50 (sintesi, forsa ritmica, semplicità, ruolo dominante dell'interprete) fu accusato di voler rievocare tempi perduti. E i suoi molti discepoli sembrano aver ancor più accentuato questa propensione con toni esplicitamente melanconici e con un insistito riferimento alla provincia, americana. Lo stesso Francis Ford Coppola agli inizi degli '80 aveva segnalato la tendenza con il suo dolente film Rusty il Selvaggio, dedicato olio provincia americana contemporanea, ma girato in bianco e nero e con al centro il tema dell'impossibile incontro tra i giovani selvaggi ed^emarginàti dell'oggi con il mito antico del Selvaggio in motocicletta. Ovviamente Waters che

Persone citate: Bruce Springsteen, Francis Ford Coppola, Jim Ladd, Roger Waters, Waters

Luoghi citati: Los Angeles