Piccoli sassi lasciati dalla Maraini

Piccoli sassi lasciati dalla Maraini Piccoli sassi lasciati dalla Maraini della società italiana cambiamenti tanto radicali quanto imprevisti. Ma la culturv delle donne è stata colpita con particolare durezza. La scrittrice elenca con amarezza quelle che chiama le .macerie.: gruppi sventrati,'luoghi abbandonati, amicizie perse, solidarietà frantumate, discorsi lasciati a mezzo. ■ «SI può resistere al logorarsi delle cose, degli ambienti, del ricordi, delle esperienze? Non è un peccato di presunzione?» si chiede Dacia Maraini. Non è una interrogativa retorica, né è una domanda che investe solo il femminismo. Però, pur nei sussulti di dubbio, si intravede una idea, mal esplicitata ma presente nel libro. Che sta lo sguardo ad essere presbite e che ad una distanza maggiore quelle esperienze, le quali oggi appaiono .irrimediabilmente concluse, si riveleranno solo sospese. La storia della cultura di questo dopoguerra è piena di esempi che confortano questa ipotest. Pasolini, a proposito della letteratura, teorizzava che ai periodi di .troppo pieno- seguono, inevitabilmente, quelli di •vuoto.. Ma questi ultimi non sono anni di azzeramento: nello sbandamento, si creano le occasioni per nuove riflessioni. Ben vengano allora i .piccoli sassi di Pollicino., per dirla con la Maraini, le tracce che segnano la strada. Raccolte come questa, la cui funzione non è solo cercare di costruire quella famosa memoria della propria storia che, da sempre, è mancata ai movimenti delle donne. Ma anche essere un contributo alle iniziative che faticosamente vengono prese. Nuove case editrici, convegni, ricerche, centri studi: il panorama di questi difficili anni Ottanta sta cambiando. Forse è vero che ènei .vuoto, che nascono le nuove- riflessioni. Elisabetta Mondello Dacia Marainl, «La blonda la bruna e rasino», Riziol», 205 pagine, 20.000 tire.

Persone citate: Dacia Maraini, Elisabetta Mondello Dacia, Maraini, Pasolini, Pollicino