Il gangster venuto da Haiti

L'estate e il sesso Anni 50 L'estate e il sesso Anni 50 D gangster venuto da Haiti Tq ore 12; 13,30; 20; 22,30; 23,55 Due ore di Caraibi tra fumetto, cinema e musical: uno show sexy ma non malizioso TORINO — Ultimo 'del tropical gangsters, dandy purosangue, eccentrico e accentratore. l'ex ragazzo creolo sponsorizzato da una ditta che produce liquore al cocco è approdato sabato sera al parco della Pellerina di Torino, di fronte a 6000 spettatori danzanti. Ma se gli estimatori restano tanti, intorno a Kid e alla sua ciurma variopinta (ragazze-nocl-dì-cocco, saltimbanchi, mimi, musicisti) è diminuito, quest'anno, l'interesse: e il pubblico del rock, provato da una stagione di concerti spettacolori, ricchi e talvolta pretenziosi, sembra accettare lo show creolo come un limbo prebalneare, refrigerante e ballerino. Kid, invece, gioca d'anticipo, prevenendo gli spostamenti di gusto. Le mode passano, oggi piace l'Africa, l'esotismo da depliant annoia (restano, è vero, molti tropical fruits nei dischi per l'estate confezionati in Italia, ma questa, semmai, è la controprova), ai Caraibi ci si può andare con Aiazzone? Ecco allora servito uno show che conserva la robusta struttura musicale del passato e la consegna ai posteri facendo piazza pulita dei simboli più ingombranti. August Darnell — questo il vero nome — oggi strizza l'occhio al classico (made in Haiti) più che al tropicale. Lo si capisce fin dalla coper- che della vita privata del creolo sappiamo ben poco, si sussurra che 11 matrimonio con la bella Adriana attraversi un momento difficile, chissà che anche lui non sia, come Ike Turner, un maritopadrone. Il concerto, e questo solo conta, appaga e diverte, offrendo ciò che il pubblico s'aspetta: un viaggio sonoro tra funky e cha-cha-cha. salsa e swing, ben speziato ma sufficientemente svagato e leggero da consentire qualche approdo al banco delle bibite. Quanto al richiamo sexi, lo spettacolo visto sabato sera sfata molti luoghi comuni: le belle Coconuts si esibiscono senza ammiccamenti, spogliate sì ma non allusive. Meno che mai allusive, si capisce, nei confronti del capo. Evidentemente Kid, che qualche anno fa ostentava virile disinteresse nei confronti del sesso («preferisco la musica e lo sport»), non ha cambiato idea. In eccesso di fantasia e in difetto d'autoironia. ecco l'artista creolo presentarsi, al momento dei bis come sempre numerosi, travestito come un re: vestaglia-kimono a colori vivaci sopra il completo da gangster, cappello di pelliccia, ostentando cinematografica sicurezza. Non per vezzo, però. Semmai, per vocazione. Rita Hayworth Kid Creole con una delle sue «Coconuts», sabato sera in concerto al parco della Pellerina C'è un'isola felice, dentro il televisore, dove impazza il sesso di una volta. Presumibilmente statue di Venere giganteggiano nei suol giardini come ad Atene, grandi murales inneggiano a Priapo come a Pompei. Li certo trionfano sexyshop con le foto di Rita Haywhort con il vestito bagnato di -Pioggia., prosperano pernoshop dove sottobanco vendono anticoncezionali moderni, anche a forma di porcellino come si trovano solo a Copenaghen, condom d'annata insomma. Lungo la passeggiata di questo ultimo paradiso (forse è foderata di legno prezioso, come quella di Atlantic City prima che si mettessero a fare la boxe, o di Sanremo prima del Festival) ci sono un mucchio di videomacchinette e cosi, prima di sedersi in un amoroso-bar dove servono solo spremute di sèdano ed altri afrodisiaci, con poche monete 'si'possono vedere tutté*'iè' sequènze di 'Èsitisi» dove Hedy Lamarr compare tutta nuda. Il venerdì sera poi, tramite Euro-Tv, c'è il gran gala della perversione. Grazie allo show «Excelsior» si mette in vetrina il Peccato. C'è anche il caso di vedere una signora bianca, che già dal cappello floreale e 1 pizzi delle giarrettiere si intuisce di buona famiglia, soggiacere alle brame di un negro pressoché nudo. Ce n'è abbastanza per scatenare, mentre si prende posto, ansie lubriche e meditare sulla famosa guerra civile americana più come insegna «Radici' che non come riprende 'Nord-Sud». Sulla scena però la signora si sente indecente, cosi rinuncia al cappello e sfoggia una parrucca tipo Gatto Silvestro quando mette la coda in una presa di corrente. Bianchiccia e futuribilmente adiposa, t>er fortuna tiene sempre su slip e succedanei, 'compresi guanti di filo. Con questi, stando spesso scomodamente in ginocchio, essa spolvera 1' assatanato di colore che sembra infarinato, non ha l'ombra di un muscolo mandingo (possente e violentatore, n.d.r.) non porta le mutande bensì -■un palo di bermuda scoloriti. Quando si sdraiarlo, sono così bravi da lasclarscl intendere che 'stanno cercando di ;inontare una tenda. Altroché. ' Quest'isola felice dentro il nostro televisore, ■non sa che non più tar_di di giovedì scorso, sul;la televisione di Stato, : jina vietnamita si è spogliata a colpi di forbice : davanti ad un laotiano . che fumava oppio, una : rossa naturale di nome : Lulu è scaturita dalle : lenzuola nere di un .' grasso cinese mostran: dosi in tutta la sua eco! logica naturalità senza ' che l'annunciatrice avesse pronunciato il ' fatidico «se ne consiglia '■ la visione ai soli adulti». • Si chiamava ..Rapsodia • in giallo» quel film: nèlT ! isola felice credevano '• che fosse un program; ma su Gherswin che j andava pazzo per la cu-; cina cinese,, tina del suo ultimo disco, per non parlare del palcoscenico dove non ci sono palme ma capitelli romani abbozzati. Le splendide Coconuts assomigliano sempre meno a delle noci di cocco e i musicisti, seduti, sono una vera big band di matrice jazz. Fumetto, cinema, cocktail multicolore, lo spettacolo poi non tradisce le origini e rimane sopprattutto vero musical: ora scintillante e funambolico, ora raffinato e raccolto, con una regia che tiene in giusto conto il narcisismo dell'artista haitiano. Intorno a lui, capitano indi¬ scusso in doppiopetto bianco e cappello, capriolano i saltinbanchi Coati Mundi e Bongo Eddie, e ancheggiano le Coconuts superstiti, la moglie Adriana, Cheryl la svedese. C'è anche una nuova vocalist di belle speranze, a nome Haitla Fuller. Due ore di concerto volano, e son quasi tutte votate al vecchi successi: Gina Gina e Caroline, Endicott e Mimi, con qualche raro assaggio dal nuovo disco che s'intitola J, Too, Have Been The Woods e a tratti si discosta — come nell'accattivamente Midsummer Ma- dness — dai climi musicali cari a Kid in favore di un modernissimo uso dei fiati. Già aspirante attore, poi insegnante d'inglese «per evitare dì essere arruolato e mandato in Vietnam» , Kid Creole vive a New York e ha trentasette anni «circa». Con i dati anagrafici non s'e mai sbilanciato, ma tanto meglio: è più probabile che non sia mai nato, forse è uscito dalla pellicola di un film ambientato nella Chicago degli anni Quaranta, s'è ritrovato in strada cosi vestito e ha deciso 11 per 11 di reclutare una sua band. An¬ Stefania Miretti INTERVISTA / «Non ho mai sposato miss Europa, era una panzana giornalistica»