Un salone con 2000 editori

Angelo Pezzana spiega come sarà la grande fiera torinese del libro Angelo Pezzana spiega come sarà la grande fiera torinese del libro Un salone con 2000 editori «Cinque giorni dlo» - Si concludeanche per tutto c Torino, capitale del libro? Forse, nell'88. Armando Testa ne sta studiando il marchio, Torino-Esposizioni l'organizzazione, un «pool» di editori, librai, scrittori, il messaggio. La sorpresa di mezz'estate dalla citta dell'industria è arrivata tra indicrezioni, polemiche, battute, smentite. E i soliti tentativi d'altre città di impadronirsi dell'idea. .Ma il salone si farà e, finalmente, cancellerà una lacuna incredibile. L'Italia è infatti l'unico Paese a non proporre una rassegna nazionale per il libro. Adesso ce l'avrà.. •Il nostro progetto, ormai, è avanzatissimo — assicura Angelo Pezzana che lo segue da mesi col massimo riserbo — Sarà un grande salone, non a tema ma generale, di respiro nazionale*. Come quello di Parigi? 'Appunto. Commerciale nel senso migliore; di livello culturale alto. Qui non ci saranno solo editori che trattano acquisti di diritti, comprano q vendono libri per ragazzi come a Bologna, né scimmiotteremo Francoforte dove si espongono le novità o i titoli che stanno uscendo. Pensiamo invece ad un luogo dove tutti gli editori (dal più piccolo al più grande) possano esporre negli stands la loro produzione e i cataloghi, per farsi conoscere. E la gente possa sfogliare e compra- Al San Massimo di provocazioni culerà con un premio ciò che non è ed Angelo Pezzana: «Ecco com re». Una mostra-mercato? «Si. Vogliamo offrire al mondo dei libri un'occasione unica, un salone per editori, lettori, librai.. Si svolgerà dal 19 al 23 maggio, nei padiglioni di To-Expo, sulle rive del Po, tra il verde del Valentino: migliaia di metri quadrati per duemila case editrici che nell'86 hanno prodotto per solo 29 promossi turali, con cinema, all'autore dell'annoitoria in senso stre me sarà il Salone del libro» 2250 miliardi. «A cosa pensiamo? A cinque giorni di provocazioni culturali — confessa Pezzana — con percorsi cinematografici, un maxiconcerto, convegni e tanto spettacolo., a modello resta l'Aba (nell'88 in calendario in Florida) dove gli editori portano ogni anno i loro autori migliori, e li presentano nel corso di maxiconcerto, con, scelto dai visitatotto: distribuzione, una non-stop fatta di attrazioni, giochi, concorsi con tutti gli ingredienti delle feste americane. Ecco, il «salone del libro» di Torino vuole essere una «convention» dove la gente potrà avvicinare scrittori e saggisti, grandi firme e matricole, artisti noti o sconosciuti. E il tutto si concluderà con un premio: l'autore dell'anno. Ma attenzione, ad eleggerlo saranno i visitatori. Solo loro. Torino lo merita? E soprattutto la Lombardia con le sue 376 case editrici e il Lazio con 353, Firenze con 86 come hanno reagito? «Se quest'idea, sbocciata lo scorso autunno è oggi quasi realtà — aggiunge Pezzana — lo deve all'amore che questa città sa suscitare in chi la conosce bene. Qui si fa cultura come (forse di più) che altrove. Due esempi: Einaudi dopo le disavventure è risorta, Boringhieri è in pieno rilancio, l'Utet è una delle più grandi case editrici d'Italia, la Sei cresce insieme a tutti coloro che a Torino fanno libri scolastici e non. Abbiamo 113 editori in casa, eppure non siamo mai riusciti ad affiancare ai logo della città dell'industria, quello del centro di cultura.. Ma a Milano non sembrano cosi d'accordo. .Forse. Sappiamo che si sta lavorando intorno ad una proposta vegni e spettacori - Punti vendita carta, pubblicità simile, ma Torino questa volta è arrivata prima.. Ha già creato «l'associazione per il salone del libro». La presiede Guido Accornero, finanziere con interessi in svariate società (dalla Ceat Tubi all'Einaudi). Vicepresidenti sono Bianca Vetrino e Angelo Pezzana. Li affiancherà una équipe di cervelli che, tra pochissimo tempo, sfornerà il cartellone definitivo del salone. L'iniziativa viaggia col pieno appoggio dell'Unione Industriale e dei responsabili della cittadella espositiva di corso Massimo d'Azeglio. «Si, perché accanto agli spazi per le case editrici ci saranno anche punti vendita per tutto ciò che fa parte del microcosmo dell'editoria: dalla carta alla pubblicità, ai giornali, alle riviste. Ci saranno anclie i distributori. I librai amanno la possibilità di confrontarsi con tutti quei prodotti che, presto, entreranno nei loro negozi, come ad esempio, i giornali esteri.. Un cocktail d'occasioni. «Non ultime quelle per Torino. Soprattutto turistiche. Regione, Comune, Provincia avranno una manifestazione in più per far conoscere le nostre ricchezze trascurate, i nostri castelli dimenticati, le opere d'arte in ombra.. Cosi il salone diventa una scommessa. Non solo imprenditoriale. Gian Mario Ricciardi

Persone citate: Angelo Pezzana, Armando Testa, Bianca Vetrino, Einaudi, Gian Mario Ricciardi, Guido Accornero