Unbrivido per le Germanie di Alfredo Venturi
HONECKER IN SETTEMBRE A BONN: FEBBRILE ATTESA E POLEMICHE HONECKER IN SETTEMBRE A BONN: FEBBRILE ATTESA E POLEMICHE Unbrivido per le Germanie La vìsita del capDall'Ostpolitik DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Peri 77milioni di tedeschi, scrive Die Zelt, sari un avvenimento di portata storica. Il settimanale amburghese si riferisce alla visita che Erich Honecker, capo dello Stato e del partito nella Repubblica Democratica Tedesca, farà a settembre nella Repubblica Federale di Germania. Colpisce quella cifra: 77 milioni. Risulta da un'addizione: i 61 milioni di tedeschi federali più 16 milioni di cittadini della Ddr. C'è una specie di brivido dietro quelle parole: 77 milioni di tedeschi. Non certo di recriminazione o di revanscismo: Die Zeit, il periodico di Theo Sommer e Helmut Schmidt, la voce più sofisticata della socialdemocrazia tedesca, è inattaccabile da questo punto di vista. Quando parla di un unico popolo intende riferirsi alle cose che oggettivamente lo uniscono: la lingua, la cultura, le tradizioni, la storia, e ora, nell'imminenza del viaggio all'Ovest di Honecker, una percezione comune dell'importanza di questo sviluppo dei rapporti intertedeschi. Venendo qui a settembre, il capo della Ddr accetta un invito che risale al dicembre 'SI. Era stato Helmut Schmidt, il Cancelliere socialdemocratico, il continuatore della politica di apertura di Willy Brandt, a sollecitare la presenza di Honecker nella Repubblica Federale. La tardiva realizzazione dì quel programma è il punto d'arrivo di un processo avviato verso la fine degli Anni 60. Sono anni di ritrovato realismo: la divisione della Germania, ormai più che ventennale, è percepita sempre più come un fatto compiuto. Anche se non è ancora popolare, all'Ovest, dichiarare estinta ogni speranza di riunificazione. Alla Cancelleria c'è uno statista, il socialdemocratico Brandt, che intende completare a modo suo-t'opera del .^conservatore AdenàUéf. Costui ha riconciliato la Germania con i suoi ex nemici dell'Occidente, integrando il Paese nella Nato. Ebbene, lui completerà l'opera a Oriente, riconcilierà il Paese con i vicini slavi: e poiché costoro sono schierati nell'altro campo, renderà un servizio alla distensione. E' l'Ostpolitik, di cui l'immagine del Cancelliere tedesco inginocchiato TERI DI UN PROF apo della Ddr nella Repubblica Federale di Brandt alle nuove attese: una svolta st Berlino. Vecchio e nuòvo nell'antica città, simbolo della Ge conti. Eccolo nel '71 dall'altra parte, a Erfurt in Turingia, ricevuto dal primo ministro orientale Willi Stoph. Pochi mesi dopo, ecco Stoph restituire la visita, accolto da Brandt a Kassel in Assia. Si cerca una base per istituzionalizzare i rapporti, ma la ricerca è difficile,. Perché nella Costituzione della Repubblica Federale si auspica la riunificazione tedesca: ciò .che implica la scomparsa della Ddr. Ora, come si possono istituzionalizzare i rapporti con un Paese di cui si considera auspicabile la scomparsa? Fortunatamente la diplomazia è attrezzata proprio per risolvere problemi cosi davanti al ghetto di Varsavia è il simbolo. L'avvio dei rapporti con l'altra Germania s'iscrive in questa politica, ed è fra gli obiettivi che la determinano. Ci vuole molto coraggio, per vincere le resistenze di un'opinione pubblica sensibile ai richiami della destra, e alla mobilitazione delle influenti associazioni dei profughi. Resistenze ancora oggi, 1987, non del tutto sopite: ci sono ancora giornali conservatori, come Die Welt, che continuano a scrivere *Ddrt cosi, fra virgolette. La cosiddetta, la sedicente Ddr. Per Brandt, la Ddr non è un fantasma, è una realtà: e con la realtà bisogna fare i RECORD E C OFETA D'OGGI dopo decenni di difficile diplomazia e di veti sovietici storica per i 77 milioni di tedeschi dell'Est e dell'Ovest rmania divisa (Contrasto) intricati, il trattato intertedesco del '73 è un'opera d'arte. Le parole sono accuratamente dosate, la Repubblica Federale riesce a evitare il pieno riconoscimento della Repubblica Democratica Tedesca, ma concede quel minimo di presa d'atto formale che l'altra parte pretendeva. 1 due Stati tedeschi vengono entrambi accolti fra le Nazioni Unite e si scambiano i diplomatici. Ambasciate? No: rappresentanze permanenti. Da questo punto in avanti, le loro relazioni imboccano un doppio binario. Da una parte ci sono gli intensi rapporti economici e finanziari, c'è persino una clausola se¬ URIOSITÀ': UN greta, caldeggiata da Bonn presso gli altri Stati membri, che fa della Ddr il socio invisibile della Comunità europea. Dall'altra parte, la tragedia che continua lungo i mille chilometri del confine: nonostante lo Schiessbefehl, l'ordine di sparare a vista sui fuggiaschi, i tentativi di fuga continuano. Alcuni hanno successo, mentre migliaia di detenuti politici vengono riscattati con cospicui versamenti di marchi federali. Intanto si continua a dibattere la normalizzazione dei rapporti. Ci sono molti problemi in sospeso. Per esempio il confine, ancora da definirsi nella parte che corrisponde al corso dell'Elba. O la questione della cittadinanza tedesco-orientale, che Bonn si ostina a non voler riconoscere. Agli ostacoli bilaterali si aggiungono poi i condizionamenti intemazionali. Il riavvicinamento fra le due Germanie è seguito con sospetto nell'Est europeo. Si teme il riproporsi di una grande Germania, aggressiva e incontenibile come nel passato. Invano Honecker tenta di convincere i compagni dell'Est. Se io vado a Bonn, arg .menta il capo della Ddr, non è un passo nella direzione dell'uniti tedesca: è esattamente il contrario. Infatti l'essere ricevuto dalle autorità federali nella sua doppia veste di capo dello Stato e capo del partito implica, per Honecker, un livello di riconoscimento di fatto mai raggiunto finora. Fatica sprecata: ogni peggioramento della congiuntura politica internazionale si riflette sistematicamente sull'andamento dei rapporti intertedeschi. Almeno due volte la visita, data per imminente e precisata nei dettagli, salta per volontà di Mosca, in seguito al deterioramento dei rapporti fra i blocchi o a scelte della Repubblica Federale sgradite all'Est. La prima volta è la crisi dei missili, la seconda l'adesione di Bonn al programma americano di difesa spaziale. Soltanto poche settimane fa. con l'accettazione da parte federale della doppia opzione zero proposta da Gorbaciov, arriva finalmente la luce verde dall'Urss. Cosi Honecker potrà coronare la sua aspirazione politica: dopo, ha già annunciato che si ritirerà. L'annuncio del viaggio ha determinato un clima di at¬ «GUINNESS» ST tesa febbrile. Il governo di Bonn ha invitato i tedeschi, e soprattutto i responsabili politici, a non guastare la vigilia con dichiarazioni avventate. Per esempio Kohl, il Cancelliere democristiano che si appresta a cogliere i frutti politici dell'iniziativa dei suoi predecessori socialdemocratici, dovrà guardarsi da certe sue sparate. Occasioni di scontro verbale ce ne sono state anche dopo l'annuncio della visita di Honecker. Il capogruppo democristiano al Bundestag, il duro Alfred Dregger, ha evocato lo spettro dello Schiessbefehl: non potrebbe il capo della Ddr, ha chiesto, revocare quell'ordine come gesto di buona volontà prima di venire qui? Il richiamo è parso inopportuno in un momento come questo. Cosi come sarebbe considerato inopportuno, ora, riprendere il gran parlare che s'è fatto le scorse settimane, all'epoca della decisione sulla doppia opzione zero, della riunificazione tedesca come scenario possibile. Ma in un paese politicizzato come la Repubblica Federale, e in una materia esplosiva come il rapporto intertedesco. è impossibile mettere la sordina alle polemiche. Qualcuno ha protestato contro il protocollo messo a punto per l'occasione. Non sarà una visita di Stato a pieno titolo, ma una visita ufficiale di lavoro. Cioè Honecker. capo di Stato, non sarà ricevuto all'aeroporto dal capo di Stato Weizsaecker, che vedrà soltanto più tardi. Lo riceverà, invece, il ministro della Cancelleria Schaeuble. Ma subito dopo avrà onori militari da capo di Stato alla Cancelleria. Con tanto di inni nazionali: e la destra naturalmente strepita di fronte alla prospettiva che l'inno della Ddr risuoni sulla riva del Reno. A Bonn. Honecker si tratterrà due giorni. Poi farà un giro di tre giorni in vari Laender, incontrerà dirigenti politici come Rau, Lafontaine, Vogel, Strauss, gente dell'economia e della cultura. Potrà finalmente visitare, nella Saar, il villaggio di Wiebelskirchen, dove Erich venne al mondo settantacinque anni fa. E un altro sogno il vecchio dirigente comunista potrà realizzare: il devoto pellegrinaggio a Treviri, alla casa natale di Karl Marx. Alfredo Venturi ERMINATO
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