Notte di orrore a Milano di Susanna Marzolla

Notte di orrore ci Milano A colpi di pistola un operaio uccide la moglie e il figlio drogato Notte di orrore ci Milano L'uomo ha infierito a colpi di bastone sul giovane agonizzante - Poi ha aggredito la figlia che fuggiva: botte sulle mani mentre la ragazza si calava (dal settimo piano) nell'appartamento di sotto - Il piccolo Domenico salvo solo perché l'arma si è inceppata MILANO — Ha ucciso la moglie e un figlio. Ha tentato di uccidere una figlia, che si è salvata calandosi dal balcone (al settimo plano) nell'appartamento di sotto, e il figlio più piccolo, scampato solo perché l'arma si è inceppata. Alla fine si è barricato in casa e si è arreso ai carabinieri. Adesso Antonio Tropeano, 52 anni, è nel carcere di San Vittore. Continua a ripetere: .Ho ucciso tutti, di qui non uscirò più. Tenetemi i soldi per la tomba». Sono le 3 di notte in via Milano, nel popolare quartiere «Quadrifoglio» di Garbagnate. Antonio Tropeano è nel soggiorno della sua casa, mobili finto antico, tovaglia di pizzo e vaso di fiori sul tavolo. Sta guardante la tv. La moglie, Girolama Rao, 47 anni, si sveglia: -Spegni subito. Non riesco a dormire e tra due ore devo alzarmi.. Lavora in una ditta di pulizie e il lavoro, per lei, comincia all'alba. Il merito risponde brusco: cominciano a litigare. Per una vacanza già programmata e che invece la moglie vuole rinviare; per il figlio maggiore, Giuseppe, 24 anni, che si droga, che ogni tre mesi finisce in galera per rapina o per spaccio. Improvvisamente Antonio Tropeano tira fuori una pistola, una 7,65, e spara: cinque colpi dritti in faccia alla moglie, che muore all'istante. Poi va nella stanza dove dormono i tre figli: oltre a Oluseppe, Caterina, di 22 anni, e Domenico, quattordicenne. Caterina e Domenico si sono svegliati, ma non capiscono bene cosa stia succedendo. Giuseppe Invece sta ancora dormendo. Il padre gli spara addosso: quattro colpi, due alla testa e due sul corpo. Caterina disperata non sa cosa fare: l'unica salvezza — pensa — è la fuga. Si alza, va addosso al padre, che per un momento perde l'equilibrio, .e scappa sul poggiolo. Scavalca- la ringhiera e solo in quell'attimo si rende con¬ to che é al settimo piano, che giù di sotto non c'è la salvezza, ma la morte. Allora si aggrappa disperatamente al borda Ma arriva il padre: con la pistola la colpisce al volto, alle mani per farle perdere l'equilibrio. D. quel momento interviene un vicino. Giovanni Felicità. Racconta Felicità: « Verso le tre di notte ho sentito delle urla e poi dei colpi. Non ho capito che /ossero spari, ho pensato ad un litigio». — Succedeva spesso? •No, non spesso, alle volte. Però era tardi. Io ho due bimbe piccole, avevo paura che si svegliassero. Cosi sono uscita sul terrazzo per dire di fare piano. Ma quello che ho visto non lo dimenticherò ...<*«, i Giovanni Felicità vede in¬ fatti due gambe che pendono sul suo poggiolo, e sopra una ragazza che grida e un uomo che le sta addosso e la colpisce, sempre più forte: «Ho avuto paura. Non sapevo bene cosa fare. Bisogna salvarla, ho pensato. L'unica era aiutarla a scendere. Le ho preso le gambe e l'ho tirata giù*. Mentre Caterina trova rifugio nell'appartamento del vicino, il padre, convinto ormai che la figlia sia volata giù (ai carabinieri continuava a ripetere di aver ucciso anche lei) affronta 11 piccolo Domenico. Gli punta la pistola contro: •Papà, cosa fai? Io ti voglio bene; grida disperato il ragazzino. Papà non lo ascolta .e preme, il grilletto: l'arma s'inceppa, Domenico è salvo. Giuseppe intanto sta rantolando: quattro colpi di pistola non lo hanno ucciso. Antonio Tropeano prende una specie di bastone e colpisce alla testa 11 giovane: colpisce, colpisce sino a che non è sicuro che non sia proprio morto. La strage è finita. Tropeano dice al figlio Domenico: •Adesso vai dai carabinieri. Di' che li aspetto, aprirò solo a loro». Il ragazzino si infila una tuta, esce, chiede aiuto al portiere del palazzo. I carabinieri arrivano poco dopo. «C'é stata una trattativa di un quarto d'ora — racconta il maresciallo Antonio Lenza —, non voleva aprire, non era sicuro che fossimo davvero noi. C'era tensione in quei momenti, non sapevamo se avrebbe sparato di nuovo. Quando poi ci ha aperto, tutto si è risolto in pochi attimi. L'abbiamo trovato calmo, ormai cosciente di quello che aveva fatto-. Tropeano non era più armato: la pistola, assieme a tre caricatori, l'aveva gettata nello scarico della spazzatura. E si era preparato all'arresto, una valigia con vestiti e biancheria. Oggi sarà interrogato dal magistrato rida Bocassini, che con tutta probabilità disporrà una perizia psichiatrica per cercare di capire cosa possa averlo scatenato. Antonio Tropeano aveva già conosciuto la violenza e il carcere. La sua storia comincia a Cittanova, paese della Calabria dissanguato da una faida. E lui aveva cercato di uccidere un cugino: per questo si era fatto dodici anni di carcere e due anni di soggiorno obbligato, a MondovL Nel '73 l'arrivo a Garbagnate dove un fratello gli aveva trovato la casa e un lavoro: operaio in una ditta di ascensori. Un uomo violento dunque? -No affatto — dicono i carabinieri —, un bravo lavoratore, attaccato alla famiglia. Non si ubriacava, non passava le serate al bar.. E la pistola? «Bisogna capire — risponde il maresciallo Lenza —, io sono stato in Calabria, so cosa sono queste faide. La paura della vendetta non ti abbandona mai. Non mi stupisco che avesse un'arma. Noi conoscevamo i suoi precedenti, ma non era lui che tenevamo d'occhio. Era il figlio: da quando ha cominciato a drogarsi lo arrestavamo almeno cinque volte l'anno. Attualmente aveva appena finito un periodo di arresti domiciliari, dopo una condanna per rapina». Era quel figlio il tarlo che da anni rodeva Tropeano, che gli faceva continuamente riapparire 1 fantasmi del passato: gli arresti, il carcere, i processi. Susanna Marzolla Milano. Da sinistra in alto: Antonio Tropeano, l'assassino; sotto: la figlia Caterina salvata da Giovanni Felicità (a destra) che spiega come ha tratto in salvo la ragazza (Telefoto Ap-Day Studio)

Luoghi citati: Calabria, Cittanova, Milano