«Nessuna richiesta all'Italia ma sul Golfo linea invariata»

«Nessuna richiesta al/Italia ma sul Golfo linea invariata» «Nessuna richiesta al/Italia ma sul Golfo linea invariata» La Farnesina, dopo le voci di un appello Usa, ribadisce che non è previsto l'invio di dragamine ROMA — 'Non risulta» alla Farnesina che gli Stati Uniti abbiano rivolto una richiesta al governo italiano per l'Invio di dragamine nelle acque del Golfo, dove già incrociano, oltre alle unità americane, anche navi francesi e britanniche. Ma risulta che un invito indirizzato genericamente ai partners europei la Casa Bianca lo abbia fatto o comunque intenda farlo per essere aiutata nell'opera di sminamento nel Golfo che rende rischiosa la prosecuzione dell'operazione «reflagging. con le petroliere kuwaitiane. E' quindi probabile che 11 nuovo governo Goria si troverà, presumibilmente già a breve termine, a dover precisare l'atteggiamento italiano. Se questa eventualità si verificasse si tratterebbe della prima prova cruciale in campo internazionale per 11 nuovo Gabinetto su un tema scottante. Perché, all'inizio della crisi del Golfo la battuta dell'allori presidente del Consiglio Fanfani («non siamo marines») e il ripetuto rifiuto del ministro degli Esteri Andreotti (confermato al suo posto nel governo attuale) di lasciar coinvolgere «operativamente» l'Italia nelle lontane acque del Golfo in difesa, secondo la tesi Usa, della libertà di navigazione e a protezione delle vitali rotte del petrolio non aveva trovato consenzienti tutte le forze politiche: specie repubblicani e socialisti. »E' una voce ricorrente, quella dell'invio di nostre navi nel Golfo, come anche quella delle sostituzione delle navi americane in pattugliamento nel Mediterraneo eventualmente spostate nell'Oceano Indiano» spie¬ gano alla Farnesina dove ribadiscono però puntigliosamente le coordinate dell'atteggiamento italiano. Primo elemento: l'Italia ricerca una soluzione diplomatica alla guerra Iran-Iraq basata sulla risoluzione approvata appena una decina di giorni fa dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Perché il ristabilimento della pace disinnescherà automaticamente anche la crisi del Golfo. E non è sicuro, inve¬ ce, il processo contrario. Secondo elemento, espresso ripetutamente da Andreotti: la presenza di forze •estranee» alla regione del Golfo non fa altro che attizzare ancor più la tensione, Invece di farla diminuire. Di qui l'opposizione di principio, espressa dai rappresentanti del governo Italiano anche al vertice di Venezia nello scorso giugno, all'invio di nostre unità navali nel Golfo. La situazione determinatasi negli ultimi giorni può aver prodotto qualche mutamento nella posizione italiana? Attualmente 11 nostro Paese attraversa un momento di «disgelo» nei confronti di Teheran, come prova 11 rilascio del due connazionali imprigionati a Bandar Abbas effettuato pochi giorni fa dopo una visita a Roma del ministro . degli Esteri Velayatl. E il regime khomeinlsta ha ac-; cettato anche che sia l'Italia a rappresentare gli interessi francesi a Teheran dopo la rottura delle rela-, zioni diplomatiche Il termometro dei nostri rapporti con Teheran si. potrà comunque verificare fors'anche dai prossimi giorni, se la ventilata richiesta americana sarà formalizzata dalla Casa Bianca. Al momento si può ricordare che nostre unità navali avevano già partecipato nell'84, nelle acque del Mar Rosso, ad azioni di bonifica di mine disseminate dalla Libia. Operativamente i «cacciamine» italiani della classe Lerici sono all'avanguardia, Incomparabilmente più efficienti del tradizionali dragamine e anche dei sistemi di individuazione e neutralizzazione americani attuati mediante elicotteri. I cacciamine «Lerici» (600 tonnellate, autonomia 3900 chilometri, 39 uomini di equipaggio) sono dotati di' sonar In grado di localizzare le mine sul fondo. I dati vengono trasmessi alla nave che si avvale per la distruzione degli ordigni di un mini-sottomarino robotizzato dotato di cesoie esplosive. Un «gioiello» tecnologico della marina militare italiana che è anche richiesto per l'esportazione. p. pat.

Persone citate: Andreotti, Bandar Abbas, Goria