Spie elettroniche per salvare i grandi monumenti romani

Spie elettroniche per salvare i grandi monumenti romani Controllata la resistenza alle scosse, dal terremoto al traffico Spie elettroniche per salvare i grandi monumenti romani Il progetto, realizzato dall'Enea, farà da guida agli interventi di consolidamento ROMA — Seppure indirettamente, l'atomo ci sta aiutando a salvare i monumenti dai terremoti. Una serie di strumenti molto sofisticati e di nuova generazione, sviluppati e messi a punto per le complesse e delicate ricerche effettuate per accertare se un certo sito è adatto ad ospitare una centrale o un qualsiasi altro impianto nucleare, sarà sistemata nell'area archeologica della Capitale per valutare la capacita con cui i principali monumenti possono resistere alle scosse, piccole e grandi, scatenate da terremoti, cosi come dal traffico. Si tratta di una decina di accelerometri sensibilissimi, «intelligenti», che l'Enea sistemerà nelle aree in cui i monumenti sono presenti in maggior numero. Due saranno situati nel Foro Romano, per sorvegliare tanto il Foro che il Palatino. Un altro verrà installato nell'area del Colosseo, uno alle Terme di Caracalla, gli altri nei luoghi che la Sovrintendenza ai Beni Archeologici indicherà nel prossimi giorni. ■ Solo gli strumenti di ultima generazione sviluppati dall'Enea consentono rilievi come quelli che faremo — precisa Mauro Basili, del Dipartimento Protezione Ambientale e Salute dell'uomo dell'Ente. — Non si tratta di controllare lo stato di salute dei monumenti ma piuttosto di accertare la loro capacità di resistenza alle sollecitazioni piccole o grandi che possono interessarlo nel tempo-. Roma è un'area a bassa sismicità. I terremoti più severi arrivano all'ottavo grado. L'ultimo di intensità considerevole risale addirittura ai tempi di Cola di Rienzo. Ma la vulnerabilità del monumenti archeologici è elevatissima. Bisogna perciò caratterizzarne il comportamento anche in seguito a sollecitazioni modestissime, provenienti da sismi lontani ma con qualche riflesso anche nell'area della Capitale. il primo passo è stato quello di accertare le condizioni del suolo su cui poggiano 1 monumenti, perché può am¬ plificare le conseguenze di una scossa. Da un anno sono perciò iniziati gli accertamenti su sei monumenti: Colosseo, Arco di Costantino, Trofei di Mario all'Aventino, Colonna Antonina, Terme di Caracalla e Ninfeo di Minerva Medica (vicino alla Stazione Termini). Entro qualche mese le indagini saranno completate. Il secondo passo sarà quello di accertare 11 comportamento. «Non potendo scuotere i monumenti, sfrutteremo le vibrazioni provocate dal traffico urbano, che li fanno vibrare, e registreremo il fenomeno in tutti i suoi aspetti — continua Basili. — Nel caso di monumenti semplici, come la Colonna Traiano e la Colonna Antonina, la caratterizzazione è stata fatta rapidamente. Più difficile sarà invece l'analisi delle fondazioni e delle strutture di quelli complessi come il Colosseo. Qui non si tratta di una struttura unica ma piuttosto di una collezione di frammenti che stanno insieme in qualche modo su un suolo di natura eterogenea-. Anche le ricerche sulla sismicità storica, un altro settore operativo in cui la competenza dell'Enea è grandissima proprio perché ha già dovuto condurne per siti destinati agli impianti nucleari, contribuiscono a far capire come questi monumenti sono riusciti a superare le problematiche situazioni del passato. Ritorniamo agli accelerometri. «Li consideriamo intelligenti perché sono programmabili e possono registrare tanto le scosse molto forti quanto quelle debolissime — dice Basili —. Li installeremo nelle aree monumentali perché il loro scopo non è tanto quello di registrare come reagisce il singolo monumento ma piuttosto quello di fare una descrizione strumentale dell'evento la più ampia possibile. Solo cosi gli ingegneri strutturisti riusciranno a valutare con molta precisione la risposta dei monumenti alle sollecitazioni telluriche-. L'intera operazione sarà ultimata a primavera. Poi sarà la Sovrintendenza al Beni Archeologici a decidere gli interventi successivi. Dopo l'indagine il discorso diventerà più ampio e gli interventi saranno su più fronti ma soprattutto saranno guidati da conoscenze scientifiche più attendibili. E' una consapevolezza che sta facendosi strada anche altrove. Basili anticipa infatti che l'Enea, in collaborazione con il Ministero dei Lavori Pubblici, sta già facendo uno studio di monitoraggio di un centro storico urbano: un lavoro-tipo che potrà suggerire metodi da applicare poi in tutta Italia. •Come si può caratterizzare il comportamento di blocchi di edifici uno addossato all'altro, vecchi di secoli, corrosi dalle intemperie? Individuare la capacità di risposta di un centro storico non è semplice. Bisogna individuare i criteri per razionalizzare gli interventi. Sarà un'operazione complessa ma a trarne beneficio saranno tutti quei comuni, e sono moltissimi, che chiedono indicazioni sicure per consolidare preventivamente il loro patrimonio contro i rischi del terremoto-. Bruno Ghibaudl

Persone citate: Basili, Bruno Ghibaudl, Colonna Antonina, Mauro Basili, Traiano

Luoghi citati: Italia, Roma