C'è poca musica in tv Impariamo dalla Sept di Ugo Buzzolan

C'è poca musica in tv Impariamo dalla Sept Programmi di una domenica a confronto C'è poca musica in tv Impariamo dalla Sept Ha fatto eccezione la trasmissione di Raitre su Gershwin E' stata, questa domenica, la giornata della musica in tv. All'estero, anzitutto. La Sept, ovvero la rete culturale francese che funzionerà particolarmente via satellite, è stata ospite del canale pubblico FR 3, e l'ha occupato completamente con il «classico» a partire da mezzogiorno, una sintesi de «Le nozze di Figaro» nell'allestimento in corso al festival di Aix-en-Provence, _ sino alle due di notte, lo ' smontaggio delle scene di «Falstaff». In mezzo, ininterrottamente, documentari e incontri sulla musica, un'intervista a Von Karajan, e poi il primo atto di un'edizione realizzata a Salisburgo di 'Così fan tutte» sotto la direzione di Muti, una «Butterfly. dall'Arena di Verona, un «Flauto Magico, dal festival di Glyndebourne, «Parsifal» da Bayreuth, e all'interno del programma kolossal persino un film, «Il grande Caruso» con Mario Lama, per ricordare come Hollywood abbia spesso e volentieri romanzato, manipolato e deformato il mondo della musica e i suoi protagonisti. Al fasto — ed è stato un avvenimento eccezionale per la tv francese — frutto dell'alleanza fra Sept e FR3 ha fatto riscontro un'altrettanto insolita sobrietà italiana con la seconda e conclusiva parte de «Gli anni di Gershwin» su Raitre, coproduzione fra BBC, Rai e Canale 13 di New York. Proprio dalla sua sobrietà la trasmissione ha tratto forza e fascino: anche la seconda parte ha limitato all'essenziale le notizie sulla vita del compositore (brevi filmati e foto), e ha puntato tutto sulla musica, dalla rapsodia per pianoforte e orchestra a >Porgy and Bess» e ad alcune significative canzoni affidate all'estro di Liza Minnelli. Bella trasmissione che ha fatto capire con esempi dal vivo la complessità e l'originalità dell'arte di Gershunn. Una lode alla regia di Humphrey Burton che sa trasferire la musica in immagini con la passione, la competenza e il rigore di chi la ama e la conosce veramente. Da tutto questo cosa si ricava? Due considerazioni forse scontate ma importanti. La prima è che la musica — stavolta è musica classica, ma il discorso è ampliabile — in televisione fa spettacolo, e persino grande spettacolo, e può costituire per una massa crescente di pubblico un polo notevole di attrazione e di interesse; e che, affrontata in modo intelligente, può essere spettacolo gradevole intrigante e al tempo stesso divulgazione a livello alto. La seconda considerazione riguarda la Rai, e non vuole essere un rimprovero, ma una constatazione certamente con una punta di preoccupazione: in un'estate dove le iniziative musicali sono continue in ogni regione d'Italia, si constata, dando una semplice occhiata ai programmi della settimana, che le tre reti non offrono nulla salvo un omaggio a Ravel di sabato mattina. Non è ovviamente una questione riservata all'estate, e a tal proposito mi sembra che nei solenni annunci delle tre reti per la stagione '87-'SS la mustea non sia mai venuta alla ribalta né come organica rassegna di collegamenti e manifestazioni né. tanto meno, come progettazione di special-spettacoli a carattere composito e ragionato, che sono i più attraenti. Mi auguro solo che la Rai non ripieghi sul consueto e melanconico alibi dei concerti isolati trasmessi a mezzanotte, quasi che la musica sia un impiccio da sbrigare di fretta e confinare in un angolino. Ugo Buzzolan

Persone citate: Bess, Gershwin, Humphrey Burton, Liza Minnelli, Mario Lama, Parsifal, Ravel, Von Karajan

Luoghi citati: Hollywood, Italia, New York, Raitre, Salisburgo, Verona