Sulle tristi spiagge della Prussia rossa di Tito Sansa

Sulle tristi spiagge della Prussia rossa Diario di viaggio nei luoghi di vacanza dell'Europa Orientale: tempo di esodo in Germania dell'Est Sulle tristi spiagge della Prussia rossa Otto milioni sono ospiti negli alberghi e nelle case di sindacati e aziende - Millecinquecento privilegiati possono andare a Cuba con l'equivalente di cinque mesi di salario - La moda della barca - Si può navigare solo su fiumi e laghi, è proibito uscire in mare per timore di fughe Inizia dalla Germania Est una serie di reportages alla scoperta di come si vivono le vacanze nei Paesi dell'Europa orientale. 1AL NOSTRO INVIATO ROSTOCK (Germania Orientale) — La camera, al sedicesimo piano di un albergo grattacielo che si raggiunge con un robotico ascensore parlante, si affaccia a strapiombo sulla spiaggia. Il letto è un monumento da postribolo di lusso: rotondo, sormontato da un baldacchino circolare di velluto rosso, dal cui soffitto incombe un enorme specchio di due metri di diametro, le luci sono soffuse. E' chiamata la •camera italiana». Ha il minibar ben fornito di liquori e spumanti e la televisione a colori. Siamo forse a Cannes, a Marbella, ad Acapulco? No, nell'albergo dei lavoratori della «Libera lega dei sindacati tedeschi, della Germania comunista, 11 Neptun di Rostock-Warnemunde, in riva al plumbeo Mar Baltico. Il mio vicino di camera si chiama Karl Krause, viene da Karl Marx Stadt, nel Sud, lavora in una acciaieria. E' tarchiato, ha una quarantina d'anni, è con la moglie e due bambini, lei Impacciata e intimidita dall'atmosfera del grande albergo, tranquilli e disciplinati i due ragazzi. Erano in lista d'attesa da tre anni — racconta — per venire in questo albergo di lusso. Finalmente quest'anno ce l'ha fatta, 11 comitato di fabbrica ha designato il compagno Krause per 11 suo buon rendimento sul posto di lavoro. Le maleltngue dicono che al Neptun vengono soltanto 1 fedelissimi del partito, «quelli che pesano sette grammi di più', cioè che portano all'occhiello il distintivo. Ma il sindacato nega, dice che «la politica non c'entra, qui arrivano in vacanza soltanto i più meritevoli, senza favoritismi'. I Krause pagano un'inezia per la pensione completa: 22 marchi (circa 16 mila lire) al giorno a testa gli adulti, 1500 lire al giorno i bambini. In tutto 490 mila lire per una vacanza di due settimane per tutta la famiglia. Dal turista proveniente da un Paese «capitalista» si pretende no Invece quasi 200 mila lire a notte. Naturalmente le «camere del liberi sindacati» sono spartane, senza baldacchino con specchio da alcova hollywoodiana e il trattamento che il personale riserva ai compagni lavoratori è più freddino, talvolta perfino militaresco, di quello dedicato ai portatori di valuta pregiata. I lavoratori in ferie se ne stanno bravi e disciplinati in coda dinanzi alle porte del ristoranti, anche quando sono vuoti, In attesa che un cameriere autoritario assegni loro un posto, rimangono poi in silenzio ad aspettare anche mezz'ora che qualcuno si decida a servirli. L'occidentale invece viene servito subito. Nondimeno un soggiorno al Neptun o al Panorama di Oberhof In Turingia è sempre In cima al desideri dai lavoratori della Germania comunista e 1600 letti del Neptun riservati ai liberi sindacati sono sempre occupati dodici mesi all'anno anche quando 11 Baltico è spazzato dai venti gelidi provenienti dalla Russia. E' tempo di grandi vacanze nella Germania comunista, si calcola che in questi giorni 3 milioni dei 17 milioni di abitanti del Paese siano in ferie e che altrettanti ne andranno in agosto. « Purtroppo — dice Anton Filler, direttore del servizio ferie del sindacati — anche da noi c'è la tendenza a concentrare le partenze in questi due mesi estivi, in coincidenza con le vacanze scolastiche e con il bel tempo». Lo spetta¬ colo che offrono le strade, le autostrade e le spiagge ci è familiare: code e Ingorghi (ma attese a noi sconosciute di un'ora, un'ora e mezzo per fare il pieno di benzina), migliala di bagnanti distesi a perdita d'occhio sulla sabbia. Differenze nel traffico però ci sono. Anzitutto 11 miserabile aspetto delle centinaia di migliala di vetture, le scoppiettanti Trabant a due tempi stipate di bimbi, tende e vettovaglie che arrancano faticosamente alla velocità massima consentita di 100 chilometri l'ora (quando non son ferme a decine nelle plazzole con 11 cofano aperto per far raffreddare 11 motore) e poi la paura collettiva a non farsi sorprendere dalla polizia appostata con 1 radar. Le spiagge sono carnai nel vero senso della parola. Per chilometri e chilometri a perdita d'occhio (se non c'è la nebbia) tra 1 seggioloni a cesto che proteggono dalle brezze boreali, sono affollate da corpi nudi. Migliala di bimbi biondissimi nudi insieme con le madri nude (quest'anno è di moda una lunga treccia bionda sulla nuca) e i padri nudi con la barba blonda, intere scolaresche nude di «giovani pionieri» Insieme con le loro insegnanti pure nude. Tutti nudi, tutti biondi come in un vecchio film di Leni Riefenstahl, i ragazzi spiccano per la gioia di vivere in mezzo alla massa di adulti distesa al sole tra un acquazzone e 1' altro, silenziosa e senza sorriso. Ovunque lo spettacolo è lo stesso: bimbi felici, e adulti come inebetiti che non parlano. Nel Paese senza sorriso il silenzio è totale, si odono solo il mare e gli strilli dei gabbiani. La vacanza nella Repubblica Democratica Tedesca, che di norma è di quattro settimane (ma dura sei settimane per 1 minatori e otto per gli ufficiali), è un rito. La statistica dice che in ferie vanno ogni anno 12 dei 17 milioni di abitanti, praticamente tutti quelli che vogliono. Cinque milioni con 1 sindacati, che hanno circa 700 colonie, 380 ospizi e 380 ristoranti e cinque alberghi di lusso. Altri 3 milioni vengono mandati In ferie direttamente dalle loro aziende che posseggono oltre 2000 case di vacanza, alcune bellissime come quella dell'industria chimica Buna, in un faggeto in riva al mare. Otto milioni insomma sono intruppati e sembrano felici di esserlo. Un altro milione abbondante però va In vacanza per conto proprio, benché costi assai di più, attraverso l'ufficio viaggi dello Stato. I soldi non mancano (la Ddr è forse l'unico Paese al mondo dove il valore della massa di denaro in possesso dei privati superi quello dei beni di consumo a disposizione) e la domanda di viaggi è enorme. D grande desiderio, che so- vente rimane un sogno per tutta la vita, è la vacanza all' estero. Ma che cosa significa estero in un Paese che si è chiuso ermeticamente verso Occidente e concede col contagocce i permessi di viaggio, ufficialmente per motivi valutari ma in realtà per impedire la fuga di forze di lavoro? Significa «estero socialista», Cecoslovacchia. Polonia, Ungheria, Unione Sovietica, Bulgaria, Romania, per i più fidati anche Jugoslavia e Cuba. Quest'anno fanno un viaggio in Urss più di 300 mila cittadini della Ddr, 45 mila vanno In Cecoslovacchia, altrettanti in Ungheria, 28 mila in Romania, 60 mila in Bulgaria, 15 mila in Polonia. 6000 in Jugoslavia. Soltanto 1500 hanno la possibilità di andare a Cuba, che costa piuttosto cara, tre settimane per 5500 marchi, 1' equivalente di cinque mesi di salario medio. Richiestissima è la Mongolia, dove però soltanto 600 privilegiati danarosi possono vivere negli jurten. le tende dei nomadi, bevendo latte di cavalla, e fare escursioni nel deserto a dorso di cammello. Sedici giorni di avventura sulle orme di Gengis Khan costano l'equivalente di tre mesi e mezzo di salarlo. Chi può permettersi questo lusso? Artisti, Ingegneri, medici, ma soprattutto macellai e artigiani, dice lo storico Karl Heinz Gummich. dell'Ufficio centrale dei viaggi della Ddr. E pensionati disposti a spendere gli ultimi risparmi. Ma la gran moda è la vacanza nella dacia, la casa di campagna, o nell'Hausboot. la barca-casa attraccata sui bordi di uno dei cento laghi intorno a Berlino o nelle pianure del Mecklemburgo. Il 55 per cento dei nuclei famigliari possiede una dacia, vi si reca In media 46 volte 1' anno, cioè praticamente ogni fine settimana. Il venerdì pomeriggio, quando chiudono fabbriche e uffici, lunghe colonne di traballanti Trabant puzzolenti per la miscela intasano le strade di uscita dalle città per rientrare la domenica sera. Le dacie non sempre fanno onore al loro nome. In molti casi sono capanni di 20-25 metri quadrati, ma fanno la felicità dei loro proprietari che una volta la settimana hanno un piccolo mondo tutto per loro. Bellissime invece le barche, soprattutto 1 cabinati. Sono migliaia sui laghi e sui canali che li collegano, per cui si direbbe che la Ddr è un Paese capitalista. In genere appartengono a lavoratori che vi hanno investito tutti i risparmi per trascorrere le ferie. Un italiano che abita a Berlino è stato invitato giorni fa dalla sua cameriera, sposata con un tranviere, a una domenica In barca. Il connazionale, che immaginava una barchetta, si è trovato su un cabinato -degno di Porto Cervo». E chi scrive e stato ospite nella laguna di Prerow. vicine al Mar Baltico, su un .otto metri» con quattro cuccette appartenente a un elettricista sposato con una dattilografa. Impossibile però uscire in mare. E' proibito, perché il regime teme che la gente fugga In Occidente. E' per questo motivo che sulle coste del Baltico dinanzi alla Ddr non si vedono né vele. né surf e neanche gommoni. Perfino 1 salvagente di gomma sono proibiti e il mare è tristemente deserto. In navigazione 1 tedeschi della Germania comunista possono andare soltanto sulla nave passeggeri .Arkona., 580 posti, selezionati e intruppati dal «liberi sindacati». Per otto mesi l'anno la nave viaggia fornendo riposo a operai che non pagano quasi nulla, gli altri quattro mesi si rifa poi delle spese con la valuta pregiata di crocieristi dell'«estero capitalista». A tavola con il visitatore straniero, a quattr'occhi e senza orecchie indiscrete, non pochi turisti della Germania Orientale si lasciano andare a confidenze. Si. la vacanza collettiva è una bella cosa e costa poco. E' bello poter andare in Russia. In Romania o In Bulgaria. Ma che gioia sarebbe ^magari una volta sola nella vitauna vacanza in Occidente. La tristezza per questa prigionia dietro 11 Muro trapela da tutti i discorsi. Molti confidano in un cambiamento, dicono di riporre grandi speranze In Gorbaciov. Ad Ahrenshoop non c'è tristezza. Qui, su quella che è chiamata la •collina dei milionaria tra i boschi alti sulle dune, sorgono ville bellissime, alcune faraoniche col tetto di canne, in mezzo a giardini molto curati. Nei viali ombrosi e sulla spiaggia si muovono splendide fanciulle in compagnia di uomini con abiti firmati e bambini con la governante. Qui. dove venivano a scrivere Bertolt Brecht e il poeta Johannes Becher. hanno le loro ville medici, scienziati, attori, pittori e rappresentanti della .nuova società», artigiani e macellai. Anche questa è Germania comunista, benché sembri di essere a Sylt. la spiaggia più chic della Germania capitalista. Qui. sulla «collina dei milionari», l'operaio della -società senza classi» non mette piede. Lui è destinato al collettivo, prussiano e comunista. Tito Sansa