I vescovi tra il dire e il fare di Eugenio Scalfari

I vescovi traildire e il fare I rapporti Stato e Chiesa I vescovi traildire e il fare Eugenio Scalfari e Silvano Tosi hanno ragione. Non può negarsi ai vescovi il dintto di dire pubblicamente quello che pensano sui problemi politici del giorno: in modo allusivo o esplicito, anche in vista delle elezioni, anche a favore di quei partiti che, a loro avviso, meglio assicurano l'osservanza dei dettami della Chiesa. Ski bene, d'altronde, che esistono dei sinceri cattolici i quali sono rimasti interdetti per queste prese di posizione dei vescovi e preferirebbero una Conferenza episcopale e sacerdoti più staccati dalle lotte e dalle controversie dei partiti, più noncuranti degli interessi mondani: unicamente intenti ai grandi problemi della fede. Anche in queste ore mi è accaduto di ascoltare la loro voce preoccupala. Ma possiamo noi laici, o, più largamente, noi cittadini di uno Stato moderno, negare a un'organizzazione religiosa qualsiasi la più assoluta libertà di parola? Se cosi pensassimo, ci metteremmo in contraddizione con noi stessi. Mi pare, la nostra, una conclusione cosi inoppugnabile da rasentare l'ovvietà. E non capisco perché ci si debba tanto scaldare per una questione simile quando, come ha detto Leo Valiani, ne urgono altre ben più consistenti, come il peggiorare della situazione economica, c il riapparire dello spettro dell'inflazione. Il problema serio, nei rapporti fra Io Stato e la Chiesa, è piuttosto un altro: il riaffacciarsi, talvolta, di una arrogante ingerenza della Chiesa in quelli che sono, o dovrebbero essere, gli esclusivi compiti di uno Stato libero, democratico, non confessionale: e. peggio ancora, di tanto in tanto, una sconfortante cedevolezza da parte di alcuni organi statali. C'era stata, negli anni scorsi, una rinnovata pretesa, da parte cattolica, di sostegni finanziari (comunque camuffati) per le scuole private, con insidiosi tentativi — non sempre risolutamente contraddetti da alcuni partiti — di aggirare un preciso divieto costituzionale. Per venire a cose di questi giorni, ci ha colpito la sentenza della Cassazione sul caso Marcinkus; secondo la quale lo lor dovrebbe essere considerato uno degli centi centrali della Chiesa cattolica», e 1' operato del monsignore-banchiere (secondo l'accusa dei nostri giudici, ipotizzabile come concorso in bancarotta fraudolenta) una diretta emanazione degli atti della Santa Sede, intesi a garantirle (come A. Galante Garrone (Continua a pagina 2 in ottava colonna)

Persone citate: A. Galante Garrone, Leo Valiani, Marcinkus, Silvano Tosi