L'autunno della moda sceglie il corto
L'autunno della moda sceglie il corto E' il tema dominante per gonne e tailleur, solo il cappotto può essere lungo L'autunno della moda sceglie il corto ROMA — Al ritmo blando di tre sfilate al giorno, spostate al crepuscolo da un grande albergo al Teatro Tenda, in una Roma a clima tropicale, l'alta moda delinea il suo autunno-inverno. Ha avuto ragione Pino Lancettl nel fare aprire la sua bella collezione da un'indossatrice chiusa ed insieme rivelata in un mantello rosa geranio, asimmetrico nell'orlo, al ginocchio da un lato, dall'altro molto più In su. Alle soglie del 1988 — Yves Saint Laurent ha fatto inguaribilmente scuola — 1 cappotti possono anche sfiorare la rotula, ma gli abiti, 1 due pezzi, i tailleur, sempre sottili, levigati, devono essere corti. Altro motivo dominante, 11 contrasto fra la lana ricca, folta del mantello, del giaccone e quella secca dell'abito, spesso in un'unica tinta, a gradazione diversa. E qui Lancetti ha avvalorato da par suo i toni della stagione: in testa il marron, dal moka alla testa di moro, da quello lucente della castagna appena sgusciata dal riccio al cammello scurito; ma subito dopo il viola, nebbioso o intenso, e poi declinato in ogni accezione fino al fucsia, al ciclamino. Se il nero non tramonta per la sera, il velluto porge la palma dell'attualità al marron caldo, diversamente misterioso. Ancora in marron il ritorno del gessato: Pino Incetti l'ha impiegato nei tailleur e. giacca lunga, diritta, come una marsina maschile d'altri tempi o una tunica, per l'aggiornata bancaria in gonna stretta e cosi corta che ne sporge di due dita appena. LI completano mantelli svasati, l'ampiezza sospesa al carré di diverso taglio per un identico risultato di svelto, ondeggiante tepore. E' l'esercizio mattutino per una sera e una notte maliarde; le annunciano giacche di raso nero percorse da applicati nastri, pois rossi o rosa come U. camicletta sulla mini nera, nerissimi tailleur In velluto, bottoni di Strass, colli a scialle che si aprono su top brillanti in argento e nero, le confermano gli abiti sottoveste, le guaine di pizzo, gli effetti guépière, sgusciando da mantelli rosa shocking. Sempre più corto, attillato, più gloriosamente naturale che sexy, fino alla gran sera in velluto e pizzo marron. Anche Balestra, che ha tenuto a puntare sulla sicura eleganza del cammello e del grigio per i suoi tre quarti dalle minuscole spalle chimono, su squillanti verdi mela o rosa ibisco nei giacconi posati su abiti neri affuscati e corti, dimentica presto, la sera, i tailleur festosamente ricamati, in reminescenze mitteleuropee, in rose e fiori di campo a tappeto, per convertire in Strass particolari esplosivi. Come i ganci della guépière che trattengono appena la scollatura di un abito di velluto nero, le cerniere lampo ricamate in brillanti che alludono a nuove liberazioni d'uno spacco più abissale. Nella foltissima schiera di abiti dedicati, come sempre da Balestra, alla sera, da segnalare quelli felini, alla Gilda, e l'insieme bolero e gonnellina in velluto nero, che lascia visibile la camicetta in pizzo, vera e propria guépière. comprese le stecche di balena in nero e piazzati quanto assassini ricami. Con Mila Schon il rigore si allea al rinnovato piacere del movimento. Quei mantelli, quelle giacche d'architettura pulitissima, laccata dal colore più classico, un dorato cammello accordato sul nero, come dalle tonalità più pittoriche, il viola annebbiato, il viola della mammola, si sciolgono in ondeggiamenti da tutta ruota, grazie a pannelli limitati al dorso. E puntualmente ne ripetono la improvvisa, quanto calcolata dolcezza, le pellicce di Rita Togno, in marron, in rosso, il visone cotelé montato su chiffon, in giacche godè, in mantelli dal fluttuante, sfuggente dinamismo da alti carré. La pelliccia è del resto un accento costante nell'inverno di Mila Schon. Colli alti, ad anello e colbacchi, manicotti e polsi in voye grigia punteggiano i completi di piccoli abiti, falsamente semplici, in realtà vero puzzle di losanghe decentrate di spigolosi inserti spirale, di bordi a voluta, in nero, in grigio e giacche, mantelli in rosa. Un'elegante consapevole della cortezza in programma eppure discreta al millimetro; Il che non significa che anche Mila Schon non ci abbia riservato la sorpresa altolocata di un esilissimo fourreau brillantato, cortissimo, al togliersi di una mantella a tutta ruota in tre strati di volant, in taffetas nero. Ma restano alla memoria i piccoli tailleur, grigi, marron, la camicetta appena occhieggiarne per richiamare nel colore 11 giaccone ampio e sciolto; la serie degli abitini neri, in seta opaca, pacati. Lucia Sollazzo
Persone citate: Balestra, Lancetti, Lucia Sollazzo, Mila Schon, Pino Incetti, Pino Lancettl, Rita Togno
Luoghi citati: Roma
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