Se il medico si finge malato di Liliana Madeo

Se ilmedico si finge malato Pretore di Roma in guerra contro i troppi prolungamenti di ferie Se ilmedico si finge malato Polemica sull'assenteismo di sanitari, infermieri e tecnici dipendenti dalle Usi - Molti ricoveri devono essere rinviati - La validità dei «certificati di malattia» sarà controllata dai carabinieri ROMA — Una strana epidemia da anni colpisce — con metodica regolarità — un numero impressionante di medici, infermieri, tecnici sanitari e assistenti. Appena vanno in vacanza, si ammalano. Raffreddori, otiti, slogature, intossicazioni, febbri altissime improvvise e misteriose, allergie. Gli tocca rimanere, più a lungo del previsto, sul posto che hanno appena raggiunto per il meritato riposo estivo. Mandano regolare certificato medico all'ufficio personale della Usi da cui dipendono. E la loro assenza dal posto di lavoro si protrae, per incresciosi motivi di salute. A volte, la «forzata vacanza» dura il doppio delle ferie. Il pretore Elio Cappelli, della nona sezione penale, ha deciso di vederci chiaro in questa storia di malattie cosi poco credibili e dagli effetti sempre rovinosi per la salute del cittadini: per quanti si devono ricoverare negli ospedali, sono in attesa di assistenza, cure e visite specialistiche nelle strutture pubbliche, e vengono costretti ad attese e rinvii. Due sono le iniziative prese dal magistrato. Ha inviato ai presidenti delle Usi e ai dirigenti degli uffici personale una lettera circolare in cui chiede che gli siano comunicati sia gli organici del personale medico e paramedico impegnato nelle singole strutture, sia gli incarichi a ciascuno assegnati. Ha richiesto inoltre agli uffici competenti, appena arriva un certificato medico del dipendente in ferie Infortunato, di mandare in pretura la notizia: saranno i carabinieri a raggiungere questi malati nei posti di villeggiatura dove si trovano. Con la prima iniziativa il pretore Cappelli vuole sapere se davvero esistono carenze di personale che impediscono alle Usi di garantire un ragionevole piano-ferie, e quindi la doverosa assistenza all'utente, e se davvero ciascuno fa il proprio mestiere o non viene piuttosto dirottato verso incarichi di altro tipo, magari meno faticosi, comunque non quelli per cui è stato assunto. Proprio nei giorni scorsi gli assessori sanitari del Comune e della Regione avevano concordato un pia no-ferie che doveva assicu rare il servizio durante l'estate, ed avevano ribadito l'impegno per l'assunzione di altre 5 mila persone, fra medici e personale paramedico. Quasi contemporaneamente l'assessore capitolino alla sanità, Mario De Bartolo, aveva scritto ai sindacati: -Aiutateci a tirar fuori gli imboscati*. Come mai, si chiedeva l'assessore, le cose in mate¬ ria sanitaria a Roma vanno cosi male? Eppure il rapporto fra posti letto e medici-infermieri è di gran lunga superiore a quello previsto, dal piano sanitario nazionale che fissa una media ottimale pari a un medico ogni 5 posti letto e un infermiere tecnico o assistente per ogni posto letto e mezzo. Almeno sulla carta, nei tre più grandi nosocomi della capitale — Policlinico Umberto I, San Camillo, San Giovanni — ci sarebbe adirittura una sproporzione fra struttura e utenza, a vantaggio dei pazienti. • Tutti sappiamo — affermava De Bartolo — che nelle corsie degli ospedali a lavorare e logorarsi da anni sono sempre in pochi e le stesse persone. Gli altri dove sono? Nel territorio? Ma dove, come e in quanti? Perché i nuovi assunti, con potenti padrini di vario stampo, vanno sempre a rinforzare dopo pochi giorni le schiere dei non ospedalieri? Perché il sindacato non protesta con noi e non ci aiuta ad evitare tutto ciò?*. Proprio in questo momento la capitale vive un altro momento di crisi nel settore della sanità. Al San Giovanni da alcuni giorni il personale paramedico -fa uno sciopero bianco, contro la minaccia di licenziamento di 8 infermieri precari che sono stati bocciati a un concorso per 80 posti che s'è concluso a giugno. Non vengono fatti gli straordinari, e in corsia è 11 caos. Contemporaneamente è esplosa la polemica al Policlinico. Nei giorni scorsi il rettore Ruberti ha presentato il proprio lusinghiero bilancio dei primi sei mesi di gestione di questo che ha definito «un ospedale proiettato verso il Duemila*. Gli assistenti e aiuti ospedalieri dell'Anao, i sanitari della Cgil e della Uil hanno dato fiato alle accuse: ad esempio, 11 pronto soccorso è senza radiologi, l'astanteria e l'accettazione funzionano solo grazie al medici tolti dagli altri reparti, la neurochirurgia si rifiuta di fare le urgenze, la chirurgia cardiovascolare è bloccata, l'anestesia presta i suoi medici altrove, i Tac vengono sottoutilizzati... L'intervento a sorpresa della magistratura avrà questo effetto: sguinzaglierà per spiagge, sentieri di montagna, passeggiate panoramiche, uomini dell'Arma alla caccia di finti malati e ostinati vacanzieri. L'anno scorso, a Napoli, un'operazione del genere portò alla denuncia di 28 netturbini, uno — raggiunto sulla spiaggia di Jesolo — fini in carcere dietro l'accusa di - truffa aggravata*. Liliana Madeo

Persone citate: Cappelli, De Bartolo, Elio Cappelli, Mario De Bartolo, Ruberti, Umberto I

Luoghi citati: Napoli, Roma