I nonni raccolgono siringhe sulle spiagge libere di Rimini di Pierangelo Sapegno

I nonni raccolgono siringhe sulle spiagge libere di Rimini La cooperativa pensionati partecipa alla campagna anti-Aids I nonni raccolgono siringhe sulle spiagge libere di Rimini «Sono strumenti di motte» - I vecchietti guadagnano tremila lire Torà DAL NOSTRO INVIATO RIMINI — Tutti i giorni, appena spunta la luce dal mare, vanno su e giù per le spiagge di Rimini, per i prati e i parchi. Raccolgono siringhe, e ne raccolgono tante: mille ogni alba, e anche di più, quante ne stanno fino all'orlo dei bidoncinl che si portano appresso. Sedici vecchietti — con il berretto bianco da marinaio schiacciato in testa, la fascia al braccio del Comune — passano al setaccio ogni angolo delle spiagge Ubere, da Torre Pedrera fino a Mlramare. Un lavoro certosino. L'anno scorso stavano fuori degli asili, accompagnavano i bambini sulle strisce pedonali, fermavano le macchine con le palette e facevano passare le scolaresche, come tanti altri vecchietti in tutte le città d'Italia. Ma quest'anno è diverso: sulla riviera è arrivata la paura dell'Aids. L'Amia, l'azienda municipalizzata dei rifiuti urbani, ha avuto l'idea: «Dateci una mano. Oggi una puntura con la siringa può dare la morte'. La Cooperativa unitaria pensionati ha accettato. «Lo facciamo per i bambini*, dice Guido Rlghinl, due figli e due nipoti, presidente della Cooperativa. Guanti, pinze e bidoni. Poi in giro, quando il sole viene su dal¬ l'orizzonte e le spiagge sono ancora deserte. Li hanno chiamati -gli artificieri delle siringhe; perché le tirano fuori dalla sabbia con un'operazione lentissima e scrupolosissima, come fossero mine che possono scoppiare in mano. Mario Bartolini, tre nipotini e 62 anni portati bene: -Che c'è da stupirsi? Sono strumenti di morte. Noi disinneschiamo l'Aids*. Rimini, nel primi sette mesi dell'anno, ha avuto tre morti per la sindrome da immunodeficienza: un travestito brasiliano, un tossicodipendente, una bimba forse figlia di sieropositiva. Non sono tanti, però sono tre simboli dei nuovi rìschi. L'Aids a Rimini non uccide più dell'epatite virale, ma spaventa. E' un incubo che riempie le cronache dell'estate. Ecco allora tante storie legate dalla stessa paura: un otorinolaringoiatra, John Balestri, si rifiuta di operare un drogato della comunità di San Patrìgnano; due infermiere si pungono in sala operatoria, mentre sotto i ferri c'è una giovane sieropositiva; a Cattolica una bimba di sei anni gioca a pallose e cade sull'arenile: si rialza con un ago piantato nella còscia. Nasce anche da queste storie l'idea di mandare i nonni in giro come netturbini. Un'iniziativa che potrebbe estendersi: «Adesso c'è molto da fare e probabilmente allargheremo il giro, con i nostri soci di Riccione e con altri diciotto pensionati che fanno i vigili davanti agli asili*. I sedici vecchietti per fare i raccoglitori prendono tremila lire all'ora. Sono assicurati all'Unipol, perché nonostante i guanti e tutte le precauzioni qualche rischio lo corrono. Loro raccattano mille siringhe per volta nei parchi e nelle spiagge. I bagnini ne tirano fuori più o meno altre mille. A Riccione sono stati portati sulla sabbia persino i cani antidroga. ..(Voi almeno ci facciamo in quattro per tenere tutto pulito. Questo va detto. Non so se anche dalle altri parti fanno cosi', protesta Giacomo Fuzzi, presidente del bagnini. E aggiunge: .Tutte le mattine ci troviamo di fronte a un letamaio. Io sono receftio, ne ho viste di tutti i colori. Eppure in dieci anni il mondo è davvero cambiato. Perché anche dieci anni fa di drogati ce n'erano parecchi, ma di gente che buttava le siringhe dove vanno a giocarci i bambini non ce n'era tanta». Mille drogati a Rimini che si fanno ogni giorno, nei parchi e nelle spiagge. Eppure non sono aumentati rispetto agli anni scorsi, come testimonia Giorgio Gattei, direttore del magazzino delle Farmacie comunali: «La vendila di siringhe non è salita più di tanto. Quella dei profilattici, invece, è cresciuta assai: trenta per cento in più*. Anche questo è un segnale nuovo. Mario Bartolini, la faccia cotta dal sole e le mani grandi da contadino, ha passato i 62 anni della sua vita sempre vicino a questo mare: « Conosco ogni angolo di questa costa, conosco i sentieri del parco come fossero le mie tasche. Quando arrivo capisco subito se è passata la polizia o no, se si sono fatti vicino ai capanni o sulla riva. Proprio per questo io corro meno pericoli di altri a fare questo lavoro*. Lo fa per 1 bambini, ripete. • L'ultima volta che sono passato davanti a un asilo, le maestre mi ìianno chiamato dentro. Nonno Mario, come mai non viene più qui da noi?, mi hanno chiesto. Ho detto cosa facevo e loro hanno fatto venire i bambini. Una foto ricordo con nonno Mario. Capito perché faccio questo lavoro?*. Pierangelo Sapegno

Persone citate: Giacomo Fuzzi, Giorgio Gattei, Guido Rlghinl, Mario Bartolini

Luoghi citati: Cattolica, Italia, Riccione, Rimini