Umbria '87, l'era del gigantismo
Umbria '87, Vera del gigantismo In dieci giorni, 200 mila spettatori: il jazz ora è business Umbria '87, Vera del gigantismo PERUGIA — L'edizione 1987 di Umbria Jazz che si è chiusa domenica, è stato un grande evento. Enorme. Il festival è entrato nell'era del gigantismo, ha messo a segno il colpo clamoroso, l'incontro fra Sting e Gii Evans; ha schierato un esercito di fuoriclasse, da Miles Davis ai Manhattan Transfer; ha creato un universo fatto di musica nelle strade, volti e personaggi, avventure e storie umane. In futuro, per continuare a stupire, Umbria Jazz dovrà crescere sempre più. Può farlo? Che cosa inventare per la prossima edizione? Carlo Pagnotta, padre-padrone della manifestazione, è ottimista: «Da settembre ci rimetteremo al lavoro, l'edizione de IT 88 sarà ancora migliore. Dovremo adeguare le strutture, perfezionare 1 servizi: ma ce la faremo». Umbria '87 ha avuto duecentomila presenze in dieci giorni. Magari con qualche trucchetto, con operazioni che francamente tanto jazzistiche non sono, a Perugia tono riuscii, a trasformare il jazz in un business, proprio come volevano gli enti locali egli sponsor. Però non tutti hanno risposto secondo le aspettative: la Perugina, il Comune e la Regione sono stati abbastanza generosi, ma il ministero del Turismo e Spettacolo s'è limitato a uno stanziamento di 60 milioni. Umbria Jazz costa più di un miliardo e mezzo. •Dovremo chiarire una volta per tutte la faccenda del contributi — dice Pagnotta —. Sessanta milioni per una simile manifestazione sono un'elemosina: i casi sono due, o siamo incapaci noi, o non abbiamo santi In paradiso. E dato che incapaci non siamo... Umbria Jazz fa spettacolo, cultura e turismo. Anche grazie a no) gli americani hanno scoperto l'Umbria. Ora arriveranno 1 giapponesi, grandi turisti e grandi jazzofili. Tutto ciò va riconosciuto». «Dovremo riflettere sulle scelte artistiche, ma abbiamo un vantaggio, 1 musicisti sono entusiasti del festival. Stan Oetz mi ha chiesto di tornare l'anno prossimo, e mi ha detto: "Se qui ci fosse anche 11 mare verrei gratis, stare a Perugia è una vacanza"». Tra l'Umbria e i jazzisti s'è stabilito un rapporto d'intenso amore. «In pochi posti mi sono trovato cosi bene», dice Gii Evans. Il gran vecchio — a parte l'episodio con Sting — ha dominato il festival offrendo ogni notte un emozionante spettacolo con la sua orchestra, prima in un'antica chiesa sconsacrata, poi al Giardini del Frontone. L'orchestra suonava a notte fonda, cominciava verso la mezza e andava avanti fino all'alba: e ogni volta l'entusiasmo era alle stelle. Ripete il gran vecchio, sorridendo: «Conservo di ogni concerto un ricordo bellissimo: questa è la magia di Umbria Jazz». g, f.
Persone citate: Carlo Pagnotta, Gii Evans, Miles Davis, Pagnotta
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