Troppi progetti per una riforma

Troppi progetti per una riforma Credito: che farà il governo? Troppi progetti per una riforma Si parla ormai da mollo tempo di riforma del credito agrario e si sono verificati notevoli sforzi in tale indirizzo, seppure a livello prepositivo. Si sono formate correnti di opinioni diverse anche a seconda del punto di vista dei vari commentatori, dal cui pensiero politico peraltro non si può prescindere. Ci si augura che il nuovo governo, che si sta formando, prenda a cuore questo tema -e che Io affronti con l'urgenza che merita. Quasi tutti i partiti, il Cnel, ed anche più recentemente la Banca d'Italia, si sono cimentati tempo, in quest'ultimo decennio, a trovare soluzioni a questa conclamata riforma. Gli argomenti dei sostenitori della riforma sono: • la legge sul credito agrario è vecchia ormai di 60 anni: • i riferimenti alla proprietà terriera, in senso rigoroso, non sono più attuali; • il cosiddetto credito as sistcnziale c/o a pioggia, così come rpcvisto e che si è meglio definito nei cosiddetti Piani Verde 1" e 2" (seppure ora fuori moda) dove cessare; • non erano state pensate adeguate forme di provvista; • non si era potuto ovviamente prevedere in quella legge il progresso che poi si è invece verificato; • c carente di tutta quella legislazione, invece poi sorta, seppure in via disaggregata, sull'industrializzazione dell'agricoltura e sulla commercializzazione dei prodotti. Dall'altra parte si pongono coloro che vedono nell'intervenuta legislazione, seppure frammentaria, che si è innestata sulla legge 1760/28. una già attuata riforma o almeno riscontrano una riforma di fatto, che grosso modo ha via via coperto i vuoti sopra enunciati. In effetti, il ministero del Tesoro, con vari decreti e direttive da parte del Comitato Interministeriale Credito e Risparmio, ha dato più autonomia agli Istituti che operano nel settore agrario, pensando anche a nuòve fonti di provvista.. Il decreto 902/76, dapprima parzialmente nel settore dell'agevolazione, poi la delibera del Comitato Interministeriale Credito e Risparmio 27-10-'83, riferita al Regolamento Cee 355/77, hanno aperto agli Istituti di credito agrario il settore agro-industriale anche a tasso di mercato. Quindi, da'e le numerose disposizioni intervenute nel tempo, viene piuttosto ri tenuto necessario un riordino di tutta la tematica agraria in una sorta di Testo Unico. Molti propendono, forse un po' troppo semplicemente, per la teoria del «non mutare» poiché, molte volte, si è cambiato «tanto per cambiare», ovvero la realizzazione del «mutato» non ha avuto quegli effetti benefici che si pensava si sarebbero verificaLa Banca d'Italia si e inserita, piuttosto recentemente, con un proprio progetto, forse per dare, oltre ad un indirizzo tecnico qualificato, anche un richiamo alla realtà e per preparare l'apparato bancario e quindi anche quello che si occupa del credito agrario, ad un effettivo riassetto nell'imminenza di una certa liberalizzazione bancaria che — come noto — troverà epoca dal 1992, quando tutte le banche operanti nella Cee potranno avviarsi ad una nuova concorrenzialità, in presenza di più «deregulations» e quando anche il settore agrario dovrà forse cimentarsi con i grossi colossi bancari. In quest'ottica, sarebbe bene cercare di essere, anche noi Istituti di credito, protagonisti di questo cambiamento, insinuandoci nelle iniziative che in tal senso vengono tracciate, seppure operando per portare avanti le linee di esperienza e di vantaggio acquisite e nel frattempo apprezzate, in particolare avuto riguardo alla specialità del credito agrario, perché si verifichi, in uno col cambiamento, anche il mantenimento di quanto utile e positivo si è realizzato, ed intervenga così un felice aggiornamento delle normative che Io regolano. Cambiamento necessario, anche perché, negli ultimi anni, si è verificata una diversa tipologia di richiesta dei finanziamenti. Negli Anni 60 vi è stata una massiccia domanda di interventi nel settore del credito agrario di miglioramento, data la necessità di riorganizzare, nelle aziende agricole, le strutture immobiliari, onde consentire un insediamento lungo e duraturo delle famiglie e, seppure con sacrifici, la loro permanenza in questo settore. Tutto questo era piuttosto sostenuto dagli incentivi pubblici che intervenivano a favore dell'agricoltura con contributi sia in conto capitale che in conto interessi. Col passare del tempo, le disponibilità sono risultate sempre più scarse, anche per la necessità dell'ente pubblico di dover fronteggiare le contribuzioni pregresse (cioè quelle che dai precedenti esercizi si manifestano in quelli attuali e futuri); al riguardo bisogna anche dire ;che l'intervento pubblico era corrisposto per lunghi periodi (mutui 20-30 e talora anche quarantennali) e che quindi la proiezione dell'onere per questi interventi erodo tutt'oggi una consistente parte della spesa pubblica. (I ■ Continua) Tommaso Pareto Direttore dell'Istituto Federale di Credito Agrario per Piemonte, Liguria. Valle d'Aosta

Persone citate: Tommaso Pareto

Luoghi citati: Aosta, Liguria, Piemonte