Siccità da 700 miliardi
Siccità da 700miliardi Secondo la Conf coltivatori questi sono i danni al Sud Siccità da 700miliardi La regione più provata è la Sardegna, dove non piove da 5 mesi Colpite anche colture molto resistenti come la vite e l'olivo DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — La siccità quest'anno non perdona (non bastano certo gli scarsi, anche se violenti, temporali di questi giorni). A farne le spese è soprattutto il Sud, dove — secondo le prime valutazioni della Confcoltivatori — la produzione agricola nel suo complesso avrebbe già subito perdite per circa 700 miliardi. I danni della lunga siccità cominciano a delinearsl con precisione, specie in alcune regioni meridionali, ma anche in qualche area del Nord. In Sardegna la situazione e molto grave. Non piove da oltre cinque mesi, la produzione agricola distrutta supera i 130 miliardi di lire. I settori più danneggiati sono la foraggicoltura. la cerealicoltura e la zootecnia. La Regione è intervenuta con finanziamenti straordinari di 118 miliardi, mentre il ministero dell'Agricoltura ha fatto ricorso alla legge 590 sulle calamità naturali. An¬ che l'Alma ha deciso un intervento specifico per gli allevatori. Da qualche giorno c'è pericolo anche per due colture che finora parevano salve: viticoltura e olivicoltura. Puglia. Qui è soprattutto il grano duro che ha sofferto, con rendimenti tra i più bassi degli ultimi anni. Basilicata. Questa regione è stata colpita due volte dalle avversità climatiche. La siccità dell'autunno-inverno scorso, che ha compromesso la germinazione dei cereali nel Materano; e i violenti temporali di questi giorni, che hanno provocato diffusi allettamenti sui cereali in provincia di Potenza. Si temono ripercussioni sulle future produzioni vitivinicole e olivicole. La Regione sta delimitando le zone colpite secondo la legge 590. Sicilia. Sono soprattutto le colture arboree e la zootecnia a risentire della scarsità d'acqua. Le prime sono compromesse nella fioritura e nell'allegagione, la seconda per la mancanza di foraggio. Calabria. Analoga situazione in Calabria, sia pure In misura ridotta. Di fronte a questa preoccupante situazione, la Confcoltivatori si augura che la presa di posizione del ministro Zamberletti, che si rifa a una precisa richiesta fatta cinque anni fa, sì traduca in un'effettiva politica delle acque, da gestire nell'ambito di un organico «piano di difesa del suolo». Il presidente Giuseppe Avolio, in più occasioni, ha richiama'o l'attenzione sul fatto che, nel complesso, la quantità di risorse idriche disponibili nelle sue varie forme non sia disprezzabile, ma che sia squilibrata invece la sua distribuzione tra la popolazione, il territorio e i servizi produttivi. Studi accurati sostengono che nel Nord la disponibilità di acqua è di circa 5 mila metri cubi per ettaro di superficie territoriale, che si riducono a 2300 nel Meridione e a mille nelle isole. E per l'agricoltura quest'acqua, specie al Sud, è essenziale, per esaltare la potenzialità produttiva dei terreni. Si calcola infatti che l'agricoltura • bagnata» renda tre volte più di quella «asciutta», consentendo inoltre di diversificare le produzioni e di ottenere prodotti migliori.
Persone citate: Giuseppe Avolio, Zamberletti
Luoghi citati: Basilicata, Calabria, Potenza, Puglia, Roma, Sardegna, Sicilia
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