Simbolo di purezza in un mondo senza idillio di Nico Orengo
Simbolo di purezza in un mondo senza idillio Negli Anni 70 ha subito le «riletture» di femministe e disegnatori dissacranti Simbolo di purezza in un mondo senza idillio «Specchio, specchio delle mie brame, dimmi chi è la più bella del reame». Mentre la nera matrigna rivolgeva l'ignobile domanda fremiti di scongiuro si levavano dalla platea. «Non dirglielo a quella strega», imploravano centinaia (o milioni) di piccoli spettatori e i loro accompagnatori, in passato anch'essi spettatori piccoli. Biancaneve e i sene nani è forse il più bello e crudele dei film di Walt Disney a rimanere nella memoria, più di Cenerentola, più di Peter Pan. Biancaneve è orfana, intomo a lei si congiura, la si vuole portare in un bosco, uccidere. Com'è fortunata Cenerentola! A lei si vuol togliere un marito, far rassettare la casa, poca cosa, piccoli dispetti. A Peter Pan gli si chiede di tenere i piedi in terra e smetterla di volare sopra isole che non ci sono. La bambina dei fratelli Grimm, «bianca come la neve, rossa come il sangue, e nera come l'ebano», portata sugli schermi da Walt Disney nel 1937, ha subito in pochi decenni riletture diverse. Se i Grimm l'avevano presentata come l'eroina che fugge dalla malignità del mondo, non si erano dimenticati di interrogarsi sulla sua origine di mito dell'epopea germanica, quello di Schnafricd, «la più bella tra le donne», presso la cui tomba Haraldur attende tre anni il suo risveglio. Disney preferi disegnarla come un simbolo di innocenza e purezza, circondata da un mondo idillico, protetta da quei sette nani, che non si riescono a ricordare tutti: Brontolo, Eolo, Cucciolo. Mammolo, Dotto, Gongolo, Pisolo. Che sono poi gli antesignani di quell'invasione, benefica, degli gnomi che oggi s'affacciano dai libri e dalle tv. Sul finire degli Anni 60 e per buona parte di quelli 70, Biancaneve ha subito le contestazioni e le riletture delle femministe e dei disegnatori dissacranti. Le femministe l'hanno interpretata come ima ragazza sfruttata dall'universo nano-maschile; e gli sbarazzini disegnatori di fumetti l'han fatta diventare una antesignana di Cicciolina, una pomostar da luci rosse. Lo sapesse Brontolo, lo sapesse il Principe Azzurro! Ecco, il Principe Azzurro, lui non raccoglieva e forse ancora oggi non raccoglie le simpatie dei piccoli spettatori. Sì, gli si è grati di quel bacio che ha la forza di resuscitarla. Ma che la sposi e la porti via ai sette nani e a tutti noi è qualcosa di imperdonabile. Imperdonabile che possa continuare ad accadere. E oggi chi è Biancaneve? Senza grandi modificazioni di comportamento potrebbe essere una «verde >>. Una bambina sempre «bianca come la neve» che sa parlare con i fiori e gli alberi del bosco, con gli scoiattoli e gli uccelli, che conosce la forza c la tenerezza della natura, che sa il linguaggio delle creature nascoste e marginali. Una Biancaneve che conosce le difficoltà di un mondo senza idillio ma che non ne ha perduto la speranza. Nico Orengo
Persone citate: Disney, Dotto, Grimm, Peter Pan, Walt Disney
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