Test per entrare a Medicina di Clemente Granata

Test per entrare q Medicine Diverse facoltà intendono adottare il «numero programmato» Test per entrare q Medicine I candidati selezionati in base al voto di Maturità e a specifiche prove d'esame - Un criterio più flessibile del «numero chiuso» - Già adottato a Udine, in autunno sarà applicato anche a «Napoli 2» ROMA — Una buona maturità, la soddisfacente soluzione dì un test predisposto con l'aiuto di un freddo ed imparziale computer e riguardante biologia, fisica, chimica e matematica: ecco i requisiti che saranno richiesti agli studenti che desidereranno iscriversi a Medicina. Questi requisiti saranno la conseguenza dell'adozione da parte delle facoltà mediche del numero programmato: non più iscrizioni lasciate all'assoluta discrezionalità degli aspiranti medici, ma determinate — come prescrive il decreto presidenziale n. 28 del 10 aprile 1986 — in base alla capienza delle aule, all'idoneità delle strutture, alla quantità dei docenti; il tutto per garantire una preparazione qualificata, com'è necessaria a chi esercita una professione cosi impegnativa e importante Da anni si parla della necessità di introdurre il numero programmato nelle facoltà mediche (primo passo, secondo alcuni, per estendere la disciplina all'intera Università e alleviare le conseguenze della generale liberalizzazione degli accessi introdotta nel 1969). Anzi, c'è stato anche chi ha parlato di «numero chiuso», provvedimento ancor più selettivo. Il -numero chiuso» presuppone infatti, di solito, una rigida programmazione economica nazionale e, quindi, anche la rigorosa prederminazione del fabbisogno di medici entro un certo numero di anni Sicché lo studente che non supera la prova d'accesso in una certa università non può sperare di trovar posto in un altro ateneo. Il .numero programmato», invece, consente, una certa flessibilità e mobilità. E comunque, diciamolo francamente, è concetto più accettabile presso l'opinione pubblica. Sinora, comunque, la selezione degli studenti al momento dell'accesso.a Medicina, anche nella versione edulcorata del «numero programmato», è rimasta sulla carta, ad eccezione di un piccolo ateneo, quello di Udine. Lo scorso anno la facoltà medica del Friuli, appena istituita, ha voluto applicare subito la programmazione degli accessi: non più di 30 studenti. Si presentarono 44 aspiranti matricole e 14 dovettero bussare alle porte di altri atenei. Ora altre facoltà stanno per seguire l'esempio di Udine. Certamente quella di •Napoli 2», che raccoglie di solito gU studenti residenti nella z ia centrale della città. Le autorità accademiche hanno stabilito che non saranno consentiti più di 430 accessi, 30 dei quali riservati agli studenti stranieri. In autunno si svolgeranno le prove d'ammissione. Il massimo punteggio conseguibile dagli studenti sarà 100. Trenta punti saranno assegnati a chi avrà ottenuto la più alta votazione prevista per la maturità, gli altri 70 dipenderanno dall'esito dei test, valutati da commissioni di biologi, chimici, fisici e mlMc matematici. Altre facoltà si trovano In lista d'attesa. Sono quelle di Modena, Pisa e Padova, il cui statuto dovrebbe essere firmato entro la prossima settimana dal presidente Cossiga e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, sicché è molto probabile che la programmazione possa entrare in funzione già nel prossimo autunno. E non è da escludere che gli adempimenti burocratici richiesti possano essere esauriti anche per gli atenei di Roma «La Sapienza», Reggio Calabria, Chieti L'Aquila, Verona, Perugia, Sassari, Trieste, Cagliari, Messina e Palermo. Nell'elenco c'era anche la facoltà medica di Torino, ma il Consiglio universitario nazionale non ha ancora approvato lo statuto, richiedendo ulteriori precisazioni. Per le facoltà degli altri atenei italiani, compreso quello di Milano, la programmazione degli accessi potrà essere adottata solo nell'autunno del 1988. Cosi, a piccoli passi, s'introduce una riforma più volte sollecitata anche dall'Ordine del medici, preoccupato dell'alto numero di disoccupati, che si sta registrando nel settore (circa 70 mila, secondo gli organismi di rappresentanza). E' probabile che proprio questa gradualità smorzi o elimini le ten¬ sioni, le quali In caso contrarlo, si sarebbero registrate di fronte a provvedimenti che non godono certo di larga popolarità. Bisogna rilevare però che la determinazione dei «tetti» d'accesso non sembra comportare drastiche selezioni. A .Napoli 2», per esempio, si prevede che le domande d'Iscrizione saranno circa 500 di fronte a un limite, come si è visto, di 430 posti. Senza contare, inoltre, che dopo 11 «boom» degli Armi Settanta le iscrizioni a medicina hanno subito un calo fisiologico: da 30 mila ogni anno sono scese nel 1985 a circa 13 mila. Sta di fatto, comunque, che con la programmazione degli accessi le facoltà di Medicina seguiranno l'esempio della maggior parte del Paesi europei. La programmazione, inoltre, è connessa con una revisione degli studi medici (la famosa tabella a vili), che prevedono non solo metodologie e discipline diverse da quelle introdotte nel 1938 e in uso sinora, ma anche l'obbligo della frequenza (5500 ore durante 1 sei anni di corso). E solo un slmile «curriculum» permetterà ai futuri medici italiani l'esercizio della professione in tutti i Paesi della Cee. Cosi, si sono poste tutte le premesse per compiere un passo decisivo verso l'Europa. Clemente Granata

Persone citate: Cossiga