Csm spaccato per la polemica tra Craxi e la magistratura
Csm spaccato per la polemica tra Craxi e la magistratura Dopo un discreto intervento del Quirinale, tutto rinviato a martedì Csm spaccato per la polemica tra Craxi e la magistratura I membri laici (pei escluso) contro un documento di pesanti crìtiche dei «togati» al leader psi ROMA — Sulla polemica psi-magistratura dopo gli arresti di Viareggio, il Consiglio superiore della magistratura sfiora ancora una volta la spaccatura. Da una parte i componenti «laici» (comunisti esclusi), di nomina politica, dall'altra 1 rappresentanti del quasi settemila giudici italiani che ieri hanno cercato, senza riuscirci, di far approvare dal plenum un documento molto polemico nei confronti deU'ex presidente del Consiglio Craxi, che aveva criticato l'operato del magistrati di Firenze. Non è la prima volta che il Csm si occupa di una simile questione, ma ieri a Palazzo dei Marescialli c'è stata lotta dura, senza esclusione di colpi. E si è arrivati a un passo da una spaccatura che avrebbe potuto mettere in serio pericolo la sopravvivenza stessa di un organo di rilevanza costituzionale come U Consiglio superiore. La spaccatura è stata evitata dopo una discretissima telefonata «di richiamo» giunta a Palazzo del Marescialli dal Quirinale, telefonata che ha indotto U plenum a concedersi una pausa di riflessione e a riprendere la discussione martedì prossimo. La mossa procedurale che ha inasprito U dibattito è stata la minaccia di far ricorso all'articolo 18 del regolamento. Ad agitare quest'arma erano quattro componenti «laici» che volevano bloccare la votazione su un documento preparato e sottoscritto dai venti rappresentanti «togati» in risposta agU apprezzamenti poco lusinghieri deU'on. Craxi sul giudici di Firenze. L'articolo 18, che richiama anche una norma di legge, prevede che non si possa passare alla votazione di un documento o di una deliberazione dell'assemblea se non sono presenti almeno 14 dei venti com¬ ponenti «togati» del Consiglio e 7 dei 10 «laici». A ricordarlo è stato Mauro Ferri, ex parlamentare socialdemocratico ed oggi consigliere a Palazzo del Marescialli in rappresentanza di psi e psdi. Con lui si sarebbero assentati, al momento del voto, anche Fernanda Contri (psi). Silvano Tosi (pri-pU) e Guido Ziccone (de) facendo mancare cosi il numero legale previsto. A parte 1 tre rappresentanti del pei, in sostanza tutta la pattuglia dei componenti «laici» si dichiarava contraria al documento preparato e presentato al plenum dai «togati». Nel documento si sosteneva, con chiara allusione a Craxi, che •quanto più autorevole è la fonte della critica, e più grande la rappresentanza di cui essa gode nel Paese, tanto maggiori dovrebbero essere la ponderatezza degli interventi e la volontà di inquadrare i veri problemi del¬ la giustizia-. La decisione di bloccarne la votazione facendo mancare in aula il numero legale, aveva sottolineato il costituzionalista Tosi nel suo intervento, nasceva dal giudizio che egli dava del documento, definito .inutile» e soprattutto «pericoloso» -sia per la libera manifestazione del pensiero attraverso la stampa, sia per il libero esercizio del mandato parlamentare da parte del deputato Craxi.. E' giusto, aveva argomentato ancora Tosi, che il Csm prenda risolutamente posizione quando l'autonomia e indipendenza deUa magistratura venga offesa da ogni altro potere istituzionale, grave sarebbe invece fare del Csm la «balia» che interviene — non richiesta — a sostegno dell'onorabilità di questo o quel slngoRuggero Conteduca (Continua a pagina 2 in nona colonna)
Persone citate: Conteduca, Craxi, Fernanda Contri, Guido Ziccone, Mauro Ferri, Silvano Tosi
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