Importiamo pesce al mercurio

Importiamo pesce al mercurie Quest'anno già distrutti seimila quintali di squaloidi e tonni avvelenati Importiamo pesce al mercurie I controlli alla frontiera sono sistematici, ma c'è il rischio del fiorente mercato nero - Vigilanza intensificata in Lombardia, Veneto, Sicilia, Emilia Romagna e Marche - Allo studio un piano del ministro della Sanità Ogni anno si consumano nel nostro Paese quattro milioni e 266 mila quintali di prodotti ittici e circa la metà è d'impc stazione. Nel fornire questi dati, il ministero della Sanità precisa che 1 controlli sanitari ai posti di confine sono -sistematici» e obbligatori per le partite di pesci -a rischio- come tonni, squali e squaloidi, freschi e congelati, che, essendo grossi predatori, possono accumulare rilevanti quantità del pericoloso mercurio. Ma se da un lato i massimi dirigenti dei servizi veterinari del ministero respingono le accuse da più parti mosse sull'insufficienza e precarietà dei controlli, confermano, nell'esporre i loro dati, che il -pesce al mercurio, in arrivo nel nostro Paese ha proporzioni consistenti. Delle 3726 partite di squali, squaloidi, -spada-, tonni e altre specie -a rìschio di mercurio- arrivate quest'anno dall'estero, 72, per un totale di 6250 quintali, sono state respinte e distrutte. Motivo, il tasso di metallo accertato in seguito ad esami di laboratorio, superava lo 0,7 milligrammi per chilo che la legge italiana considera il limite massimo accettabile. Ma se i consumatori, secondo il ministero della Sanità, sono tutelati grazie ai controlli degli organi di vigilanza preposti, viene legittimo chiedersi quanto pesce a rischio viene messo in circolazione dal fiorente mercato «nero., abusivo. Il cittadino è ancora una volta indifeso. Anche se è difficile risalire alla provenienza del pesce avvelenato, è ormai convinzione diffusa che sia il Mediterraneo uno dei mari «incriminati. , soprattutto nella parte tirrenica. La conferma viene anche dalle conclusioni di un simposio di scienziati tenutosi a Siena sul tema «CicZo biogeochimico del mercurio nel Mediterraneo-, promosso dal alcune agenzie dell'Onu e dal Dipartimento di biologia ambientale dell'Università di Siena. Tre anni fa (ma la situazione non è sostanzialmente cambiata) gli studiosi stabilirono che sono soprattutto i grossi giacimenti di cinabro presenti in alcune aree costiere (specie nella zona dell'Armata) i responsabili degli alti livelli naturali di mercurio nella fauna marina. A questa componente, va aggiunta, secondo gli stessi ricercatori, la quantità di mercurio eliminata dall'uomo mediante le attività estrattive, industriali e di combustione di idrocarburi fossili. Non ci sarebbe da sorprendersi, dunque, se anche palombi, cernie, «spada, e ton- ni pescati nei «nostri, mari rivelano la presenza più o meno rilevante del pericoloso metallo. Sia stranamente, gli ultimi sequestri di pesce in varie parti d'Italia, con tracce di mercurio superiori ai limiti consentiti, hanno riguardato specie poco conosciute dai consumatori, tipo verdesche, smerigli, gattucci, spinaroli, pesci volpe. E' proprio elevata la domanda sul mercato di questi prodotti ittici o gli stessi vengono commercializzati per specie più pregiate? Il sospetto che in margine alla vicenda del pesce al mercurio vi sia anche quello di -plateale frode commerciale diffusa in tutta Italia. viene avanzato dall'Unione consumatori. Tanto è vero, osserva questa organizzazione, che squaloidi come verdesche e gattucci non sono neanche elencati tra le specie ittiche commerciabili per le quali, con decreto dell'83, è obbligatorio il controllo del tasso di mercurio. L'anno scorso tuttavia il limite dello 0.7 milligrammi per chilo è stato esteso anche agli squaloidi di terza categoria commerciale. Quali le conclusioni dell'Unione consumatori? -Ciò significa che è ben conosciuta la pratica di vendere per specie pregiate pesci di infimo valore commerciale che, pur essendo commestibili, costano da tre a quattro volte di meno-. I responsabili della frode, secondo l'organizzazione, sarebbero i gestori di pescherie e ristoranti. Venduti o serviti in tranci dopo essere stati squamati e decapitati, gli squaloidi non sono facilmente distinguibili dai più costosi palombi, cernie e pesci spada. -Proprio a causa di questa frode — conclude l'Unione consumatori — alla beffa si aggiunge per il cittadino il danno per la salute-. Allarmati per le notizie del rischio-mercurio nei prodotti Ìttici, Usi e assessorati regionali alla sanità di tutta Italia stanno invitando funzionari e responsabili del servizi veterinari ad intensificare 1 controlli. Iniziative in tal senso vengono segnalate dalle regioni Lombardia. Veneto, Sicilia, Emilia e Romagna e Marche. Lo stesso ministero della Sanità preannuncia interventi. Il pericolo è che, cessato il tam tam dei giornali, tutto torni come prima, come già è successo con l'emergenza-acqua potabile, emergenza-rifiuti, emergenza-discariche. Ma fino a quando dureranno le emergenze? Adesso per il pesce al mercurio viene annunciato un piano del ministro della Sanità, Donat Cattln, condizionato però alla soluzione della crisi di governo. Prevede una rigorosa e sollecita raccolta di dati, sistemi di controllo, risultati delle analisi. Su queste basi si ferrà poi un vertice dei ministeri interessati. Ieri mattina Donat Cattln ha convocato 1 due direttori generali maggiormente interessati: Luigi Oiannico (alimentazione) e Luigino Bellani (veterinari). Secondo 1 tecnici ministeriali non vi sarebbe tuttavia nessun pericolo per 1 consumatori. Guido J. Faglia

Persone citate: Bellani, Donat Cattln, Luigi Oiannico