Giraglia da turista rotta dei lupi di mare

draglia da turista rotta dei lupi di mare draglia da turista rotta dei lupi di mare Dodecaneso Sta per dodici isole, ma In realtà sono molte di più. Tolte alla Turchia dall'Italia nel 1912, nel 1948 vennero annesse alla Grecia. La grande e bellissima Rodi emerse dal mare per essere donata al dio del Sole, che la chiamò Rhodes come la sua amata, figlia di Venere. I punti di massima attrazione sono la città vecchia con le sue vestigia classiche e medievali e la città di Llndos, a 55 km dal capoluogo, con una imponente acropoli a picco sul mare. Sulla costa occidentale c'è una piccola valle solcata da un torrente: rocce ed alberi sono letteralmente coperti di falene grige e rosse, che si alzano in volo a nugoli al minimo rumore. Rodi ha collegamenti giornalieri con il Pireo e con le altre isole. Voli giornalieri la collegano ad Atene. Ecco Leros, nella quale solo le donne possono ereditare 1 beni immobili, e la splendida e misconosciuta Kallmnos, l'isola dei pescatori di spugne. Kos è la patria di Ippocrate, Karpathos vanta i costumi più belli e ricchi, gelosamente custoditi per generazioni Samos nel VI secolo a C. era 11 covo dei pirati del tiranno Policrate, terrore dei mari; ma Erodoto non mancò di incensare tiranno e gregari per le notevoli opere pubbliche compiute sull'isola. Chios è una delle sette isole che vantano di aver dato i natali a Omero: sarebbe nato nel villaggio di Kardhamyla. L'isola fu proprietà della Repubblica di Genova fino al 1566 e vide nascere una aristocrazia locale che costruì splendide ville. VI soggiornò in gioventù Cristoforo Colombo. A Chios si produceva il mastice, la resina del lentisco, un prodotto di notevole Im portanza nell'economia dell'epoca. Lesbos o Mytileni è la patria di Saffo, la poetessa vissuta alla fine del VI secolo a.C. le cui opere furono giudicate licenziose e date alle fiamme dalla Chiesa di Costantinopoli nel 1073. Vanta, oltre alle brutte fabbriche di Ouzo, la bella spiaggia di San Isidoro. Chi naviga su grandi barche, dotate di sofisticatissimi strumenti appoggiati ai satelliti sorriderà di queste righe. Ma non siamo pochi a navigare tuttora su barche relativamente piccole, dotate semplicemente di bussole, contamlglla, radiogoniometro, n blp-bip del radiofaro della Glraglia, due righe-punto, puntoriga-due punti, fu diverse volte una deliziosa e amichevole musica di Invito per il mio folkboat di 7 metri e mezzo che salpava verso mezzanotte da Alassio per Capo Corso. Mai partire col tempo cattivo o incerto, con bollettini meteo sfavorevoli. Quelli della regata devono farlo, fino a certi limiti. Noi dilettanti dobbiamo evitare rischi e sofferenze. Con tempo bello e assicurato (e una barca di almeno 9 metri in perfetto ordine) far rotta per la Giraglla è un divertimento accresciuto dall'attesa dell'incontro con le balene. L'appuntamento è nella mattinata, a 20-3U miglia da Capo Corso. Con un po' di fortuna si avvistano gli alti getti d'acqua, poi gli enormi corpi scuri si avvicinano in gruppo, si inabissano, ricompaiono, indifferenti e maestosi. L'emozione è grande, ma non gioiosa, come quella provocata dall'incontro immancabile con i delfini La traversata più noiosa è senz'altro quella a motore, senza una bava d'aria, la monotonia rotta soltanto dal rosso o dal verde di un traghetto che fende il vuoto misterioso della notte col sordo ansimare delle macchine. La traversata più divertente è quella con vento continuo, piuttosto raro. Ricordo un ritorno da Calvi a Mentone, mattina con vento da Ovest sui 25 nodi ma alta pressione livellata e previsioni meteo rassicuranti. Qualche raffica sui 30 nodi finché la Corsica era in vista. Poi il vento si assestò sul 18-20, accompagnandoci per 12 ore. Le ultime dieci miglia un po' a motore e un po' col vento da terra che portava odore di erbe e di pini. . -\ T ADO a fare la Gl(À Y raglia anche quest'anno», «mi preparo per la Glraglia», «ricordi quella Glraglia in partenza da Tolone col mistral, gli spinnakers che scoppiavano come palloni?» sono i discorsi degli eletti che hanno partecipato o parteciperanno In questi giorni a una delle più classiche regate del mondo, da un pezzo entrata nella mitologia della vela. Le miglia in linea retta non sono tante, 156 da Tolone a Capo Corso, più il ritorno, ma 11 vento può moltiplicarle quando costringe a bolinare e può renderle pesantissime, sia con le bonacce esasperanti sia con le sfuriate tipiche di questo angolo del Mediterraneo. Non c'è il solo spauracchio del mistral secco o «noir. con rovesci Anche 1 venti da Est e Nord-Est. tanto più se la partenza è da Sanremo, possono creare situazioni durissime. Non mi trovo tra gli eletti che almeno una volta hanno partecipato alla regata della Glraglia. ma ho compiuto molte volte la traversata per divertimento, avendo quello scoglio leggendario come punto di arrivo. Atterrando di notte (scelta sconsigliabile) li lampo bianco del suo faro dà conforto dopo lunghe ore di navigazione al buio, nella inconfessata diffidenza degli strumenti di bordo e nell'altrettanto inconfessato timore di aver sbagliato qualche calcolo di rotta, tanto più se ravvicinamento è stato compiuto a forza di bordi. Mario Fazio Anna Poggi lo (dzong), del XTV secolo, che è possibile visitare con la compiacenza del guardiano, profondo conoscitore della valle. 8traordinario il Kum-Bum, 11 più grande chorten del Tibet, costruito nel 1427 in stile nepalese con 73 cappelle istoriate di pitture murali (il suo nome significa infatti le centomila Immagini). La città conserva grande fascino soprattutto se ci si arrampica sulle mura per godere li panorama sulla vallata verdissima, in contrasto con il grigio delle case e delle strade polverose. La città di Shigatze, sede del Panchen Lama, la figura più importante nella vita spirituale del Tibet dopo il Dalai. Imponente 11 monastero di TashUunpo, fondato nel 1447 da un discepolo di Tsong-Khapa: all'Interno si ammira una statua di Ci amba (nome tibetano del Budda del futuro Maitreya) alta 27 m In bronzo dorato. Interessante spingersi a 15 km fino a Narthang dove aveva sede la più vecchia stamperia del Tibet (1153); purtroppo la raccolta delle matrici in legno fu distrutta nel 1966 dalle guardie rosse. HLa valle solitaria e suggestiva di Saliva: il vecchio monastero è in gran parte distrutto, ma esiste ancora una fortezza in stile mongolo che testimonia il grande potere che ebbero nel 1200 sul Tibet gli abati di Sakya. La plana di Tingri da cui si scorge in lontananza la cima dell'Everest: i più esperti escursionisti possono affrontare la marcia fino al campo base, tenendo presente che è difficilissimo procurarsi cibo e riparo. Oltre Tingri la strada prosegue v«>rso 11 confine, inerpicandosi fino al passo di Lalung-la, con vista sul Shishabangma, prima di iniziare la discesa verso Nyalam e Kasa che è 11 posto di frontiera con il Nepal. Identico percorso si può compiere In senso inverso per chi voglia accedere al Tibet da Katmandu. Gli itinerari fin qui descritti non comprendono tutta la zona del Tibet occidentale, la parte più impervia e selvaggia della regione. E' qui che si trova 11 Kan Rinpoce, la montagna sacra al bonpo, ai buddisti e agli Induisti sempre affollata di pellegrini che ne compiono in preghiera per 50 km l'Intero giro; qui si trovano il lago Brahma (il Mapam Yumtso), anch'esso mèta di pellegrinaggio, e il lago degli eremiti il Rakas Tal Unici centri sono Barga, situata in prossimità dei luoghi sacri. Ali a Nord, sede amministrativa cinese nel Tibet occidentale da cui partono camion verso Kashgar. e Purang, a Sud verso il Nepal luogo di raccolta di pellegrini e mercanti per cui è possibile reperire generi di conforto introvabili altrove. Chi è giunto fin qui attraverso il Tibet avrà fatto suo un modo di vita e superato schemi ed esigenze occidentali Affascinato da spettacoli naturali d'eccezione, sarà riuscito almeno in parte a penetrare nello spirito di questa terra Inospitale, da cui 1 tibetani traggono miracolosamente di che vivere e l'ispirazione a meditare.

Persone citate: Anna Poggi, Cristoforo Colombo, Invito, Lama, Maitreya, Mario Fazio, Panchen, Rhodes, Saliva, Tsong