II Pianeta X è un primo indizio della massa nascosta tra le stelle

II Pianeta X è un primo indìzio della massa nascosta tra le stelle II Pianeta X è un primo indìzio della massa nascosta tra le stelle MISS, in inglese, non vuol dire soltanto «signorina*. E' anche verbo e vuol dire ■mancare», ma non nel senso di qualcosa che non è sufficiente, bensì di un bersaglio che non si colpisce o di un fine che non si consegue. Ancora: una persona è «mlssing. quando non se ne sa più nulla. Lo si dice sul mare dei dispersi, la morte dei quali può essere presunta, ma non certa, perché la salma non si è trovata. Allora — e vengo all'argomento — missing-mass in astronomia non vuol dire massa che manca, ma massa che si presume che ci sia, anche se non si riesce a vederla. La si potrebbe chiamare massa latitante o, meno poliziescamente, massa latente. Inutile dire che la traduzione più disinvolta si è avuta con «massa mancante ■• che può tradire il lettore sul giusto significato del termine. Perché di massa non ne manca; anzi, ce n'è di troppo, se dobbiamo credere alla legge di gravitazione (e su questa non ci sono dubbi) e anche alla stabilità dei sistemi che si osservano mane per le macchi nell'universo (e questo è un po' meno categorico). Fu nel 1933 che Zwicky, un astrofisico più ricco di fantasia e di genialità che di gloria, rese pubblica una sua considerazione, semplice, ma rivoluzionaria. Tutti sanno che le galassie amano raggrupparsi in grandi famiglie, cioè in ammassi, proprio come le singole stelle si associano in ammassi o addirittura in galassie. Ebbene, studiando uno di questi ammassi e misurando la velocità dei suoi componenti, Zwicky rilevò che esse erano troppo elevate per assicurarne la stabilità; cioè esse erano superiori in molti casi alla velocità di fuga e quindi l'ammasso non sarebbe stato stabile nel tempo. A meno che, appunto, la massa di ognuno di questi oggetti non fosse notevolmente superiore a quella che l'astronomia di allora assegnava ad una galassia, in proporzione alla radiazione emessa. Ho detto velocità di fuga, e per chiarezza ci ritorno un istante. Se lancio un sasso con una certa velocità, quello descriverà una parabola e ricadrà più o meno lontano. Lanciandolo ne intelligenti della pro con velocità sempre maggiore, a un certo punto il proietto non ricade più, ma si mette in orbita intorno alla Terra. Aumento ancora la velocità e allora esso abbandona la Terra per trasformarsi in un minuscolo pianeta. Va da sé che per una velocità ancora maggiore, anche l'attrazione solare può essere vinta e il nostro sasso si trasforma in una sonda spaziale. L'Idea che anche nella nostra Galassia ci fosse più materia di quanto l'osservazione diretta non ci mostri era scaturita pochi anni prima, constatando che alcune stelle viaggiano con una velocità cosi forte che per trattenerle In vicinanza del piano galattico occorreva un potenziale gravitazionale maggiore di quello deducibile dal materiale che ci è ben noto dall'ispezione ottica o da quella radio: stelle, polveri, gas. Oli astronomi si misero ben presto a pensare quale potesse essere la natura di questo materiale nascosto. La ricerca più recente è stata fatta in negativo, si è cercato cioè di precisare che cosa questa massa latente non poteva essere. E allora, rossima generazione non gas, perché lo spettroscopio poteva dare testimonianza certa, anche quantitativa. Non polveri nell'ordine del milligrammo, perché anch'esse, frammettendosi fra noi e le stelle lontane, provocherebbero un'attenuazione ben osservabile, specialmente sul piano galattico. Non frammenti di maggiori dimensioni, che si rivelerebbero sotto forma di meteoriti, la cui velocità d'impatto con la Terra dovrebbe essere ben superiore a quella osservata. Neanche come frequenza, le osservazioni sono in accordo con quella che si dovrebbe avere per giustificare questa massa latente, la quale — è bene dirlo — non costituisce una piccola frazione del materiale che forma l'universo, ma una parte notevole, anche se non preponderante. Continuando nella rassegna in negativo, e passando a masse sempre maggiori, si arriva alle comete, e anche per queste vale il discorso che non se ne vedono tante quante ce ne vorrebbero per spiegare la natura di questo protagonista nascosto dell'universo, la cui pre- Argento, oro e platino per migliaia di miliardi riciclabili da vecchi apparati elettronici