Il diavolo secondo Carla Gravina

INTERVISTA / A Taormina Arte il Faust di Goethe per la regia di Sbragia INTERVISTA / A Taormina Arte il Faust di Goethe per la regia di Sbragia Il diavolo secondo Carla Gravina «Il Maligno con i Me!" istofele ha una testa di ricci cortissimi e fulvi, tutta bagliori biondi, un fisico atletico, gambe lunghissime cosparse da un pulviscolo di efelidi, grandi occhi dorati dallo sguardo limpido. Sarà dunque questa, la bellezza del diavolo? Carla Gravina scoppia In una delle sue risate profonde, calde, avviluppanti, illuminandosi tutta. Ancora sospesa tra la santa, che recitava sino a ieri e il diavolo che sarà domani, nel Faust di Goethe diretto da Giancarlo Sbragia per Taormina Arte. — Da Santa Giovanna dei macelli a Mef istofele, un bel salto davvero. •Brava. Ed era proprio il fatto di questo salto che mi ha divertita, intrigata, affascinata: passare da una santa, sia pure un po' particolare, al grande Mefisto. Dal Paradiso all'Inferno. D'altronde, diciamolo: se io dovessi scegliere, opterei senz'altro per l'Inferno: il Paradiso dev'essere un luogo noiosissimo-. — Lei crede nel diavolo? « Oh no, purtroppo! Magari ci credessi, mi divertirebbe ancoro di più calarmi nei suoi panni: il diavolo l'ho sempre trovato simpatico perché rappresenta la trasgressione che, in questo momento, mi è particolarmente congeniale. Potessi, farei subito un patto col diavolo*. miei panni di donna? Un — Perché Sbragia ha voluto che nel suo «Faust» Mefistofele fosse donna? Per andare controcorrente, per attirare l'attenzione? «No. Credo semplicemente che Giancarlo sin dalla sua prima lettura del Faust abbia avuto quest'intuizione, vedendo Metistofele soiio l'aspetto di une donna. Certo, una donna 'in po' particolare, dal fisico ambìguo, con sfaccettature dell'uno e dell'altro sesso. D'altronde, quando Faust rinasce, giovane, è Mefisto ad accoglierlo tra le braccia e a cullarlo, quasi fosse una mamma. C'è soltanto il rischio che qualcuno interpreti queste scelta come un voler assurgere la donna a simbolo del male'. — Il male, il peccato: cosa significano per lei? •Il peccato mi attira Gioito. Anch'io come qvasi tutti, credo, ho avuto un'educazione rigorosissima ca : 'olica, cui sono grata p-oprìo perché mi ha inculcato il senso del peccato: e per w.e non c'è nulla di più stimolante del peccare... Che ne dice, starò magari già immedesimandomi nel personag gio del maligno?* — Che tipo di diavolo sarà, signora Gravina? Sofisticato, ironico, romantico, tradizionale, post-modem? «Non glielo so ancora dire perché mi è molto difficile parlare di un personaggio. 'intuizione di Giancarl Carla Gravina: i perché prima di esserci entrata dentro e averlo assimilato completimente. So già che sarà un diavolo molto impegnativo e zerché sono la prima donna a mettermi nei suoi panni, il che implica una certa responsabilità, e perché si tratterà di un personaggio fregoliano, con contìnui cambiamenti di costu¬ o: una femmina ambigu hé di una scelta diffìcile me*. — Quando le è giunta questa proposta l'ha accettata subito o ha avuto dei dubbi? • Guardi: mi è arrivata proprio quando pensavo di aver chiuso per un po' col teatro. Ero stanca di calcare le scene e avevo progettato uno splendido viaggio. Alla telefonata di Sbragia ho av¬ a, con sfaccettature di vertito subito dentro di me un campanello d'allarme: Giancarlo, gli ho detto, maledizione, se^ te che mi stai fregando, non potrò mai dirti di no. E infatti: sto partendo per Taormina e dopodomani comincerò le prove: debutto, il 13 agosto*. — E cosi, niente ferie. •Diciamo che le ho appena finite, visto che sono rientrata stanottt. dalla Maddalena: ferie per modo di dire, non me le sono godute niente, agitata com'ero all'idea della prova che mi aspettava. Mi consola il fatto di aver un lungo inverno libero davanti a me. E' deciso: quest'anno non prenderò alcun impegno teatrale. In settembre, farò il viaggio che ho appena rimandato: poi, cercherò di riallacciare i rapporti con la televisione che, tutta presa com'ero dal teatro, ho un po' dimenticato*. — E 11 cinema? •Anche il discorso del cinema mi interessa e vorrei riprenderlo, benché non sia proprio l'epoca d'oro per le attrici cinematografiche. Ma vede: dopo tanto teatro sento il bisogno di cambiare, non sopporto di fare troppo a lungo la stessa cosa. Il mio ultimo film è stato La terrazza, nell'SO: tornare sul set oggi significherebbe per me qualcosa di diverso, di nuovo*. — Pensa di essersi rinno¬ di entrambi i sessi» vata, come attrice? •Direi proprio di si, visto che sono maturata e cambiata come donna; in questi ultimi anni mi sono liberata da certe pastoie che mi imprigionavano, dalle chiusure che il mio senso del dovere m'imponeva. Ne sono usciti fuori certi lati gioiosi del mio carattere che avevo quasi dimenticati. E anche il lavoro, oggi, lo faccio divertendomi molto più di prima, come se fosse un gioco*. — Anche la sua vita privata, immagino, sarà diversa. « Eccome, se lo è: sono in pieno stravolgimento, ho deciso di vivere sola. Cosa che non mi era più capitata, da quando avevo diciotfanni. Proprio io predicavo alle donne di vivere sole, non ho mal provato l'esperienza di una vita solitaria. La partenza è stata, come capita, dolorosa, cioè una storia d'amore che è finita; ma proprio questo mi ha dato il coraggio di voltare pagina. Cosi ho affittato la mia bella casa di campagna, che adoro, e me ne sono tornata, dopo anni, in città. Sto scoprendo, proprio in questi giorni, che vivere sola non mi dispiace per niente. E' una sensazione indescrivibile, come se all'improvviso fossi rinata: sono assolutamente libera di andare e venire, di fare e disfare. Dipendo soltanto da me*. Donata Glaneri

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