Piano Aids, la Baviera fa scuola

Piano Aids, la Baviera fa stuoia Severe misure nei Lànder, criticate dal governo di Bonn Piano Aids, la Baviera fa stuoia DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Centomila sieropositivi e un migliaio di malati: questa al momento la situazione Aids in Germania. Per frenare la diffusione del morbo ci sono, in questo Paese, due strategie distinte e contrapposte. Da una parte c'è la dura ricetta bavarese: test obbligatori per prostitute, drogati, detenuti, aspiranti al pubblico Impiego, stranieri extracomunitari che intendano stabilirsi In Baviera. E inoltre: registrazione nominativa dei malati, loro isolamento nei casi più gravi. Entrate In vigore poche settimane fa. le norme bavaresi hanno scatenato aspre polemiche. L'altra politica è quella federale, in vigore negli altri Lander tedeschi. E' la strategia che prende 11 nome da Rita Suessmuth, ministro della Sanità nel governo Kohl, e si basa su una capillare azione informativa. Si propone sia di diffondere una conoscenza dettagliata dei meccanismi di trasmissione della malattia, sia di evitare il panico, i falsi allarmi, le voci incontrollate. Contro la politica bavarese, animata da Peter Gauweiler sottosegretario agli Interni nel governo regionale di Monaco, la Suessmuth non misura le parole. I provvedimenti coercitivi, dice, sono 'assurdi sul piano epidemiologico, organizzativo, giuridico e finanziario'. Eppure, c'è chi sostiene che nonostante le belle parole la ricetta bavarese si sta facendo strada. E' di pochi giorni fa la notizia che negli archivi di polizia federali e di alcuni Lander figura una nuova espressione: «Attenzione, evitare il contatto sanguigno». E' la registrazione della sieroposltlvltà Aids. Secondo un portavoce governativo, questa prassi non ha niente a che vedere con il dibattito attorno alla protezione della sfera privata: non è infatti registrato l'Aids in quanto tale, ma in quanto elemento aggiuntivo della scheda personale di un cittadino oggetto di indagine giudiziaria. Una spiegazione che non convince troppo, in un Paese come questo cosi ansiosamente guardingo di fronte alle Intrusioni del potere. Un'altra polemica si è sviluppata nei giorni scorsi in Germania, quando si è sparsa la notizia che in alcuni ospedali, specificamente a Colonia e a Monaco, operano medici risultati sieropositivi al test Aids. Ci sono state dichiarazioni minimizzanti e tranquillizzanti: nessun pericolo per 1 ricoverati, situazione sotto controllo. Buone notizie, invece, in un rapporto presentato l'altro ieri dal ministero della Sanità. Ne risulta infatti che si è quasi ridotto a zero il fenomeno delle donazioni di sangue sieropositivo. Nel bilancio annuale del ministero federale della Sanità l'Aids figura con uno stanziamento di 132 milioni di marchi, novantacinque miliardi di lire. Le registrazioni dei casi, rigorosamente anonime, affluiscono dai laboratori tedeschi all'Ufficio federale di sanità a Berlino: cosa che consente di seguire ormai da tre anni l'andamento della malattia fra le categorie a rischio. E i risultati non sono soltanto negativi: per esempio la Suessmuth registra 'indici eloquenti di modificazioni del comportamento, soprattutto fra gli omosessuali.. Segno, implica il ministro, che la ricetta giusta è quella federale: non la linea dura del bavaresi, che semmai rischia di sprofondare il flagello del secolo nella più rischiosa clandestinità. a. v. . . , .-U.'.* . •

Persone citate: Kohl, Lander, Peter Gauweiler, Rita Suessmuth, Suessmuth

Luoghi citati: Baviera, Berlino, Bonn, Germania, Monaco