Tiro al magistrato di A. Galante Garrone

Tiro al magistrato Ma le tangenti sono un reato Tiro al magistrato Nel dicembre del 1985 Bettino Craxi, allora presidente del Consiglio, replicò su questo giornale, con una lettera cortese, a una mia critica (che riguardava anche altri), contenuta in un editoriale da lui riconosciuto «per più versi sereno e obiettivo». Credo oggi di potergli dire, imponendomi la stessa «serena obiettività» di allora, che mi è spiaciuto il tono aggressivo, violento, intimidatorio con cui egli, segretario del psi, ha attaccato un magistrato fiorentino per l'ordine di cattura relativo a un ennesimo fatto di tangenti. «Questa non è giustizia... Basta con gli arresti facili... Questa storia deve finire...»: e cosi via. Osservo che il p.g. di Firenze poteva benissimo fare a meno di rispondere con un altisonante comunicato nel quale proclamava che, «almeno a Firenze», la magistratura aveva sempre agito secondo cri¬ teri di giustizia. I giudici non devono mai scendere sul terreno delle polemiche. Essi possono e debbono replicare alle critiche anche più veementi della pubblica opinione soltanto con i loro atti quotidiani, con le loro sentenze. E a tutelarne il prestigio, e a difenderli da indebiti attacchi, deve se mai provvedere non il capo responsabile dell'ufficio, ma il Consiglio superiore della Magistratura. Detto questo, aggiungo che non capisco come si sia potuto scorgere addirittura una calunniosa insinuazione in quell'innocuo (e certamente non felicissimo) inciso «almeno a Firenze»: che voleva essere soltanto un orgoglioso vanto di scrupoloso rispetto della legge entro i limiti della propria competenza territoriale, senza dilatarlo a tutta l'amministrazione della giustizia dell'intera nazione; che sarebbe stata una vanteria ancora più ridicola. Secondo Craxi, il procuratore generale De Castello «ha ora il dovere di dire all'opinione pubblica quali altre Procure della Repubblica non perseguono gli stessi fini. Diversamente apparirà come chi, incautamente o dolosamente, diffonde fumi calunniosi». E sulla scia di queste parole — mi si permetta di dirlo — avventate, c'è già chi vorrebbe denunciare questo giudice per calunnia, o sollecitare un intervento disciplinare del Csm. Sarà lecito auspicare, da parte di tutti, un maggior senso della misura? Ciò che preoccupa, su un piano più generale, è questo «tiro al piccione» contro i magistrati. Al dire di uno di loro, e tra i più rappre 'ntativi, saranno sempre m -no i A. Galante Garrone (Continua a pagina 2 in quinta colonna)

Persone citate: Bettino Craxi, Craxi, De Castello

Luoghi citati: Firenze