Elettori alla riscossa
Elettori alla riscossa Cambiano i partiti e i loro rapporti Elettori alla riscossa Nel pei sorgono assieme vicesegretario e opposizione. La de, dopo 19 anni (dai tempi del primo governo Rumor: dicembre 1968), torna a considerare l'eventualità di candidare il suo segretario alla guida del governo. Lascia, dopo otto anni, il segretario del pri per passare a un ruolo istituzionale. Il psi rafforza il potere centrale del segretario con «portavoce» e ispezioni moralizzatrici. Anche il msi cambia, dopo 18 anni, il segretario politico. Dopo le elezioni, vincitore o vinto, in ognuno dei cinque partiti di testa del sistema si è messo in moto un processo di cambiamento interno i cui effetti istituzionali generali potranno essere di grossa portata. Nel Paese considerato il più partitocratico del mondo, sono bastate variazioni elettorali abbastanza modeste per provocare sommovi¬ menti assai vasti dentro i partiti. Tutte le analisi politologiche basate sulla relativa «indifferenza» e separatezza della classe politica organizzata rispetto all'opinione pubblica diffusa hanno avuto in questo effetto di rimbalzo dei risultati elettorali sui partiti una smentita assai netta. Insomma, se gli elettori italiani, ancora, non possono dar vita ad un governo, ora sembra che comincino a «comandare» nel ridisegno di base dei partiti e delle loro reciproche relazioni. Mano a mano che il voto italiano è sempre più quello di una società omogenea (cioè sempre più d'opinione e sempre meno d'appartenenza ideologica o clientelare o corporativa) gli elettori «si impadroniscono» dei partiti. E finiscono per imporre loro le trasformazioni I necessarie per passare da una concezione che li vede gestori di separate rendite di posizione ad un ruolo di concorrenti a redditi elettorali senza predestinazione. Questa «elettoralizzazione» dei partiti dovrebbe condurre ad alcune conseguenze istituzionali precise. In primo luogo, lo smontaggio del partito-apparato, costosissimo e ormai inutile, a vantaggio del partito-macchina elettorale. Il che significa un tipo di partito costretto a parlare alla gente, per prenderne i voti, con concrete indicazioni di cose da fare. E quindi costretto a studiare sul serio progetti e programmi: lasciando da parte la rincorsa alle frange ideologiche e a quelle movimentiste (che avranno sempre un loro margine elettorale: contenibile ma non Andrea Manzel.a (Continua a pagina 2 in sesta colonna)
Persone citate: Andrea Manzel
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