II cargo-pattumiera torna in Italia

II cargo^ottumiera tornei in Italia Bloccato in Venezuela, è carico di rifiuti industriali raccolti in Lombardia II cargo^ottumiera tornei in Italia L'Enea-Disp: «E' quasi certo che non siano scorie radioattive: avremmo dovuto autorizzare noi il trasporto» La Jelly-Wax, una impresa milanese, è nel mirino dei Verdi per un'altra spedizione di residui a Gibuti MILANO — Scorie radioattive? *Quasi da escludere*. Il responsabile del settore trasporti radioattivi dell'Enea-Dlsp, Carlo Faloci, non crede che la nave «Radhost», bloccata in Venezuela possa contenere slmili scorie. *Un carico di questa entità — spiega — se fosse composto da sostanze radioattive potrebbe giungere solo da impianti nucleari, grandi ospedali, laboratori. E per poter essere trasferito fuori dall'Italia avrebbe dovuto avere la nostra autorizzazione*. Sarebbero cosi Infondati — secondo il tecnico — 1 sospetti del governo venezuelano che ha in ogni modo parlato di 'sotterfugi* per trasportare le eventuali scorie. La «Radhost» è una nave cecoslovacca, ma 11 trasporto viene eseguito per conto di una ditta italiana, la «Jelly Wax», che ha sede ad Opera, presso Milano. Ieri al due numeri dell'elenco telefonico corrispondente a «Jelly Wax SpA - Divisione paraffine ed ecologia» non rispondeva nessuno. Ma gli am¬ bientalisti nostrani conoscono bene il nome di questa ditta. 'Evidentemente è recidiva*, dice il parlamentare delle liste Verdi, Sergio Andreis. E racconta: *A gennaio ci, arrivò una segnalazione dei Verdi di Carrara. Nel porto era ancorata una nave carica di rifiuti industriali. Facemmo una verifica e scoprimmo che il materiale proveniva dalla Jelly Wax e che la Regione non aveva dato le necessarie autorizzazioni*. Fu presentata denuncia al pretore, che dapprima bloccò la nave poi la lasciò partire, quando la ditta affermò che la destinazione era Gibuti, dove i rifiuti sarebbero stati smaltiti. «Afa a guanto ne sappiamo — aggiunge Andreis — a Gibuti non esiste nessun impianto adatto a questo scopo*. Della nave non si è saputo più nulla: 'La nostra paura è che i rifiuti, in massima parte confezionati in fusti, siano stati gettati in mare o abbandonati nel deserto*. A causa della mancanza di autorizzazione per il tra¬ sporto del materiale sulla nave, la Regione Lombardia ha imposto alla «Jelly Wax» di mettersi in regola e ha dato mandato alla Provincia (competente per questi problemi) a ricorrere alla magistratura. La «Jelly Wax» si occupava inizialmente solo dello stoccaggio degli «olii esausti. : in seguito ha cominciato a operare nel trattamento di tutti i rifiuti industriali e tossico-nocivi, Secondo i Verdi agirebbe utilizzando terzi, sia per la raccolta dei rifiuti dalle varie industrie, sia per il trasporto e lo smaltimento: la sua sarebbe quindi solo un'operazione di stoccaggio e di coordinamento delle varie operazioni. «// caso della nave per Gibuti — dice Andrea Poggio, del direttivo della Lega Ambiente — non è il solo che ha coinvolto la Jelly Wax. Il 1° giugno abbiamo presentato alla pretura di Lodi un esposto contro una delibera del Consiglio comunale di Capriano. Gli amministratori di quella località avevano infatti assegnato alla Jelly Wax l'appalto per bonificare il Cep - Centro ecologico padano*. Secondo quanto ha spiega Poggio quest'ultima, a dispetto del nome, era un'impresa «che per anni ha raccolto i peggiori rifiuti industriali della Lombardia, li ha imbidonati e, quando ha avuto l'ordine di smaltimento, si è dichiarata fallita*. Dopo anni di discussioni su come risolvere questo problema 11 Comune di Capriano, ottenuto un finanziamento di 300 milioni dalla Regione, ha indetto «una specie di gara d'appalto*. A vincerla è la «Jelly Wax»: «Per essere convincenti — prosegue Poggio — hanno annunciato che avrebbero portato tutto a Caracas, sostenendo di avere l'autorizzazione del governo locale*. E dunque è questo che trasporta la «Radhost»... «Non credo — dice Poggio — perché a quanto ne so la delibera del Comune di Capriano è stata bloccata dal Coreco*. A questo punto i Verdi fanno un discorso più complessivo: «Ormai tutte le grosse imprese di smaltimento rifiuti hanno contratti con l'estero, contratti per decine di migliaia di tonnellate. Ci possono essere, è vero, Paesi in cui si trovano particolari lavorazioni, altri attrezzati a smaltire t rifiuti di un determinato materiale. Ma l'impressione è che in diversi Paesi, soprattutto dell'Est e del Terzo Mondo, i rifiuti vengono portati senza alcuna garanzia. Come in una enorme discarica*. E' un ruolo che qualcuno comincia a rifiutare. 'Noi non saremo la pattumiera di alcun Paese al mondo*, ha dichiarato infatti il ministro dell'Ambiente venezuelano Guillermo Colmenares Fillol, annunciando che avrebbe rispedito in Italia lo sgradito carico della .Radhost.. Che arriverà nel nostro Paese, sempre secondo quanto ha dichiarato il ministro, accompagnata da una nota ufficiale di protesta. Da Caracas ieri non c'erano novità, salvo la conferma che la nave continuava ad essere ancorata a Puerto Cabello. s, mr.

Persone citate: Andrea Poggio, Carlo Faloci, Guillermo Colmenares Fillol, Poggio, Puerto Cabello, Sergio Andreis, Verdi