La madre in nero della mafia palermitana di Giuseppe Zaccaria
La madre in nero della mafia palermitana La storia di Agata Barrasi che ha perso cinque figli ammazzati dalle cosche La madre in nero della mafia palermitana In famiglia erano otto, tutti macellai, in un quartiere che sopravvive con furti, droga, gioco d'azzardo - Restano vivi lei e un figlio che se n'è andato - L'ultimo è stato ucciso quattro giorni fa, in un autosalone PALERMO — B portoncino verde è chiuso da un grosso lucchetto, sul campanello non c'è nome, da un balcone vicino una donna stende 1 panni e osserva sospettosa. Chi cercate? La famiglia Silvestri .Non c'è, sono morti tutti.. Vista dalla polvere e dai ruderi di piazza Paplreto, estremo limite del quartiere Capo, anche la morte, come tutto il resto, sembra perdere d'importanza. Le splendide guglie che spuntano dietro i tetti paiono lontane anni-luce, eppure non distano che cento passi Foco più avanti la città si apre nella Cattedrale, nel palazzo del Normanni qui tutto resta chiuso in un groviglio di vicoli e ritrosie. Anche la storia della famiglia Silvestri Erano in otto, padre madre e sei figli tutti macellai. L'ultimo della serie Nino, 43 anni è stato assassinato quattro giorni fa in un autosalone. Ma non è vero che siano morti tutti c'è ancora un Silvestri che ha cambiato quartiere: e poi è rimasta lei la vecchia madre. Agata Barresi 74 anni Uno dopo l'altro le hanno ucciso quattro figli un quinto è scomparso da molto tempo, ha perso due nipoti ha visto eliminare perfino un figlio illegittimo del marita In tutti questi anni non ha voluto firmare neanche un verbale d'interrogatorio, dinanzi alla polizia; un tempo piangeva e taceva, adesso non piange nemmeno più. • Non c'è. è andata da un parente, non te la sentiva di vivere sola., spiega la vicina del balcone accanto. Fino all'altro ieri, tutto 11 quartiere era pronto a difendere col coltelli in pugno quella donna eternamente vestita a lutto. L'aveva messo nel '72, per la morte del marito, da allora non ha potuto toglierlo pia. •Quello del Capo non è stato mai un quartiere di grossi mafiosi; piuttosto, un serbatoio di manovalanza spiegano alla squadra mobile. -Picciotti», piccoli delin- quenti gente unita più che dalla logica del clan da quella della tribù. E i Silvestri erano proprio questo. Tutti macellai tutti (con una eccezione sola) impegnati in affari diversi: furto dei Tir, piccoli traffici di droga, gioco d'azzardo. Con 1 Tir aveva cominciato Carlo, 39 anni nel '73, quando gli spararono due colpi in testa. Faceva rubare camion carichi di carne, poi imponeva la merce a tutti i macellai del Capo. Agata Barresi — era la sera del tre maggio — usci scarmigliata dal portoncino verde per gettarsi urlando sul corpo massacrato del figlio. Quando la chiamarono In questura restò zitta per ore, a capo chino. E non firmò nulla. Fu 11 fratello Gaspare, raccontano adesso, a prendere le redini del traffica Era 11 secondogenito, aveva qualche precedente per rapina, aveva pensato di mettersi più in grande: una sera di febbraio del 74 stava chiu¬ dendo la macelleria di via delle Cappucclnelle con la figlia. Lo uccisero sotto gli occhi della bambina, dinanzi a decine di testimoni sordi e ciechi Anche quella volta Agata Barresi usci di casa urlando. Ai poliziotti ài fotoreporters che tentavano di avvicinarsi le donne del Capo opposero una selva di coltellacci da cucina. •Andatevene., gridavano: avevano preso il posto degli uomini che opponendosi alla polizia avrebbero rischiato di più. Più tardi in questura, un giovane commissario diceva alla donna che gli sedeva davanti muta: «Ma insomma, cosa aspetta a parlare? Vuole che le ammazzino anche gli altri figli?.. Lei si buttò per terra e si mise a urlare, il commissario lasciò perdere. Si chiamava Boris Giuliano. Novembre "74: Pino Silvestri (lo avevano soprannominato «Videi») accompagna a un locale notturno una certa Cinzia. «Ti raggiungo più tardi., dice. Qualche ora dopo, uscita dal locale, Cinzia avrebbe trovato sul sedile dell'auto un fascio di rose perfettamente confezionato, ma privo di fiori Pina fanatico del gioco d'azzarda era stato appena assassinato in via Toselll: in un calzino aveva un fascio di banconote, nell'altro un mazzo di carte da poker. Fu dopo il terzo assassinio che, parlando di Agata Barresi a Palermo si cominciò a dire .madre disperazione.. Lei si rintanava sempre più nella casa di piazza Paplreto, ogni tanto andava a trovare i tre figli Poi diventarono due. Nell'autunno dell'81 Mario, 37 anni all'improvviso scomparve. Anche lui aveva una macelleria, sempre in via delie Cappucclnelle: aveva chiuso, come ogni sera, e si era avviato a casa. Dissolto. La polizia seppe della scomparsa solo diverso tempo dopo, tentò qualche ricerca, tornò da .madre disperazione.. Neanche lei aveva sentito il bisogno di denunciare quella scomparsa? Capelli bianchi capo chino, la donna continuò a tacere: il caso di Mario Silvestri è ormai catalogato fra quelli di «lupara bianca». Restavano Calogero, che lavora a Ballare-, ma soprattutto Nino, quello che una volta, a Bari avevano tentato di far fuori. Se l'era cavata, ma da quel giorno zoppicava vistosamente. Nell'80 aveva perso due figli in un incidente, a via Messina Marina: i piccoli attraversavano, erano stati travolti da un'auto. Alla guida c'era un vice brigadiere della polizia. Al Capo ricordano ancora quella veglia: due corpldni vestiti di bianco e, per tre giorni, 11 pianto delle donne. •Madre dltperaziom. era li Immobile, svuotata. L'altra mattina, quando le hanno detto che anche Nino era stato uccisa Agata Barresi non si è mossa di casa. Giuseppe Zaccaria Palermo. Antonino e Giuseppe Silvestri, anche loro successivamente uccisi, si stringono alla madre la sera dell'omicidio de) fratello Carlo
Luoghi citati: Palermo
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