Paura di scomparire come i bisonti

Paura di scomparire cornei bisonti LE FERITE DELLA CORSICA, MENTRE ARRIVA UN MILIONE DI TURISTI Paura di scomparire cornei bisonti Le scritte «i francesi fora» continuano a testimoniare l'ansia di autonomia - La sacra unione dell'Isola cominciò a manifestarsi con la battaglia ecologica contro i «fanghi rossi» - Le proteste per la Legione Straniera, per i «pieds-noirs» e per il declino della popolazione locale - L'autocrìtica di Edmond Simeoni, che guidò gli autonomisti alia «battaglia di Aleria» DAL NOSTRO INVIATO BASTIA — Sulle barche in arrivo al porto di Saint-Florent i turisti (se ne prevedono quest'anno oltre un milione) sono indecisi sulla bandiera di cortesia con cui presentarsi: il tricolore francese oppure il bianco vessillo corso con la testa di moro bendata. Scritte recenti o sbiadite dal tempo coprono muri e tronchi d'albero: IFF che significa i francesi fora. So corsu e ne so fieni, Corsica colonia. Autonomisti, indipendentisti, separatisti. E terroristi. Diciassette morti e quasi cinquemila attentati in dieci anni. Dal primo gennaio a metà giugno gli attentati con esplosivo sono stati 284, quelli con mitra 25. Nello stesso periodo dell'anno scorso erano stati 100 con l'esplosivo e 7 con il mitra. Ma da metà giugno, dopo l'uccisione a Corte del dottor Jean-Paul Lafay, che aveva fondato un'associazione in difesa delle vittime del •Fronte di liberazione-, il terrorismo tace. E'presto per dire se è soltanto una tregua o è la fine. Comunque c'è un fatto importante: Edmond Simeoni esce da due anni di silenzio per fare l'autocritica ed esortare al dialogo e alla pace. Simeoni è un medico fondatore del movimento autonomista corso e del settimanale Arritti (In piedi). Ex ufficiale paracadutista, è l'uomo della 'battaglia di Aleria-, è stato due volte in carcere. I nazionalisti ne parlano come di un personaggio da leggenda. Due anni fa si è ritirato dalla vita pubblica e gli chiedo perché. Risponde che ha un by-pass alle coronarie. Ma non è soltanto per questo. E' diventato popolare a Bastia agli inizi degli Anni Settanta per avere steso con una mossa di judo un vice prefetto che aveva definito «selvaggi»'" gli autonomisti: Conti fratelloMax,aitch'egli^ medico, Edmond Simeoni fonda nel 1962 l'Are (Azione regionalista corsa), primo movimento autonomista, che ha scarsa importanza fino al 1973. E' l'anno dei .fanghi rossi», come sono chiamate le scorie di biossido di titanio che la Montedison viene a scaricare al largo di Capo Corso. Si chiede l'intervento del governo, ma non è che Parigi si dia molto da fare. Allora l'isola si infiamma. Manifestazioni, sciopero della fame, blocco dei porti. La sottoprefettura di Bastia, simbolo del sordo disprezzo dello Stato per la Corsica, è assaltata dai dimostranti, e per questo Edmond Simeoni si fa dieci giorni di carcere. Finché, la notte del 15 settembre 1973 due motoscafi partono da Bastia e vanno a Livorno per fare, un attentato contro una delle navi dei •fanghi rossi- di Scarlino. •Dalla protesta si è passati all'azione diretta. Con i "fanghi" comincia la lunga serie degli attentati. E' l'ini¬ zio del terrorismo», mi dice Aimé Pietri, direttore del prestigioso mensile Kirn (nome greco della Corsica) e profondo conoscitore della sua isola. Anche Pietri entra nella lunga serie: due chili di dinamite sulla porta di casa. Ma del terrorismo si dirà nel prossimo articolo. Cosi, da una battaglia ecologica, è nata l'unione sacra che grida: «La Corsica al corsi.. Collera e senso di frustrazione. I francesi del continente sono chiamati «Pinzuti», puntuti: come vennero definiti, per i loro cappelli a punta, i soldati francesi mandati da Luigi XV a combattere contro gli-indipendentisti corsi.- nel 1768 quando l'isola fu ceduta dalla Repubblica di Genova alla Francia. Pasquale Paoli, •corso corso- che lottò per l'indipendenza contro i fran- cesi, sostituisce nel cuore dei giovani Napoleone Bonaparte, 'Corso francese.. Manifesti denunciano che la Corsica è abbandonata, saccheggiata, colonizzata. I leader autonomisti arringano le folle: «La Sardegna e la Sicilia hanno uno statato speciale. Perché noi no?». Battaglie per la ferrovia, per avere l'università, per un migliore collegamento con il continente, per la propria lingua e identità culturale, per l'autonomia. L'esempio della Sardegna è stimolante: si chiede un'analoga autonomia amministrativa. Dice Simeoni: «Per noi autonomia significa avere la possibilità di legiferare in tutti i campi, escluse la difesa e la politica estera, ed esclusa, naturalmente, anche l'emissione della moneta». Intanto, ci si conta e si scopre che i corsi stanno per diventare minoranza, perché l'isola importa dalla Francia metropolitana funzionari, insegnanti, professionisti, negozianti, mentre la gente di qui per lavorare deve emigrare. I corsi nel mondo sono quasi un milione, 150 mila nella sola Marsiglia: l'isola ha 240 mila abitanti e quelli nati qui sono la metà, 70 mila sono francesi continentali e 50 mila stranieri, in prevalenza marocchini, poi italiani e algerini. Un rapporto informa che «nell'isola i corsi sono in via di estinzione come le aquile e i bisonti negli Stati Uniti». Perso il Nordafrica, la Francia ha trasferito in Corsica tre reggimenti della Legione Straniera. La presenza dei chepl bianchi della Legione, «simbolo del colonialismo», è stata subita come un affronto. E dall'Algeria sono arrivati 15 mila pleds-noirs (nome che gli arabi diedero ai francesi quando arrivarono in Algeria con i loro stivali ben lucidati) gran parte di origine corsa. E qui c'è un altro motivo di collera e di frustrazione. Perché i «piedi neri» godono di finanziamenti pubblici e di ogni agevolazione per acquistare le terre più fertili, a danno dei corsi, e in pochi anni la produzione vinicola e ortofrutticola è in mano loro. Ora Simeoni ricorda il ferragosto 1975 quando si tengono le assise dei nazionalisti a Corte, città sacra perché è stata la capitale della breve repubblica di Pasquale Paoli. Le bandiere bianche con il moro a non finire. Simeoni parla a ottomila militanti dell'Are. Denuncia l'accaparramento di terre dei gruppi rimpatriati, scandali finanziari e quelli del vino adulterato. Infiamma la folla, parte un grido: «Edmond, devi scegliere tra la canna da pesca e il fucile». Il leader risponde promettendo «una nuova forma di lotta». / militanti in delirio intonano l'inno corso. Quattro giorni dopo, con cinquanta uomini armati Simeoni occupa una fattoria ad Aleria implicata nello scandalo del vino. E un'azione, soprattutto, per denunciare il «colonialismo Le conseguenze sono disastrose, e niente sari più come prima dei •fatti di Aleria-, il ministro dell'Interno Poniatowski ordina che l'azione sia schiacciata. Manda un migliaio di gendarmi, autoblindo, elicotteri Puma, una batteria di mitragliatrici pesanti. L'assalto alla fattorìa, gas lacrimogeni, fucilate da una parte e dall'altra. Due poliziotti uccisi, tutti gli autonomisti riescono a fuggire, il solo Simeoni si dà prigioniero, per intavolare una discussione. Ma il duro Poniatowski non vuole ascoltare e ordina lo scioglimento dell'Are. Nella notte, in piazza Saint-Nicolas di Bastia si spara sui gendarmi, uno è ucciso e diciotto feriti. Lo sciopero generale, chiamato operazione isola morta-, riesce al cento per cento. Molti dell!ex-Arc entrano nella clandestinità e presto nascerà l'Flnc (Fronte di liberazione nazionale della Corsica), con grande uso di tritolo. Nella prigione di Fresnes a Parigi, Edmond Simeoni è in attesa di processo. Rischia la ghigliottina. In Corsica è considerato •martire, e paragonato a Pasquale Paoli, dalla clandestinità arriva una minaccia: «Se Simeoni dovesse essere condannato alla pena capitale, uccidere¬ mo un ministro o un deputato. O attenteremo alla vita del presidente d*lla Repubblica». Simeoni è condannato a cinque anni, verdetto che non soddisfa nessuno, ma è graziato all'inizio del 1977, dopo un anno e mezzo di carcere. Poi, nel 1982. Mitterrand concede una autonomia «ragionevole anche se limitata». Sopravvivono i partiti autonomisti: l'Upc (Unione del popolo corso) nato dal disciolto Are e guidato da Edmond Simeoni, e movimenti con altre sigle. Ma ora che un po' di autonomia è stata ottenuta, i movimenti sono più esigui e meno vivaci. Fanno invece molto rumore i clandestini dell'Flnc, ai quali l'autonomismo non basta, chiedono l'indipendenza. Aumentano gli attentati, il numero dei morti. «Basta con questa lotta suicida», dice Simeoni. che a poco a poco si apparta, poi abbandona la vita pubblica. La notte del 17 giugno scorso è assassinato il dottor Lafay. La Corsica è scossa da questo delitto. Lo è in particolare Edmond Simeoni. che oggi dice: «L'atmosfera è diventata irrespirabile: sospetti, taglie, provocazioni, intolleranza. La nostra terra e la nostra comunità non sono inesorabilmente condannate ai lutti e all'odio, peggio: a una suicida guerra civile». Dice che la salvezza e un migliore futuro si raggiungono con la pace, la democrazia, la tolleranza, il lavoro, e «il rispetto della nostra identità con il suo corollario, cioè il rispetto delle altre identità: quella della Francia continentale e quelle straniere». Poi. con voce bassa ma ferma: «Ho avuto torto ad Aleria. Quel giorno ho visto morire due giovani, ne ho visti altri cadere feriti: da allora ho la profonda ccrrvinzione che nessuna causa giustifica uno spargimento di sangue. Se è necessario agire, ci sono metodi di azione non violenta. Non c'è stato soltanto il giorno di Aleria: in venti anni di lotta mi sono scontrato cinquanta volte con la forza pubblica. Avrei dovuto sempre conservare, nelle parole e nei fatti, il senso della misura. Soprattutto avrei dovuto essere più tollerante, meno fazioso». Luciano Carino Corte. Turisti bloccati da un gregge mentre salgono a quella che fu la capitale della breve repubblica di Pasquale Paoli ( Foto G. Neri)