«I Giochi? A Seul o niente»

# Gio€hi?A Seul o niente» UNIVERSIADI Ieri l'annuncio di Samaranch a Zagabria # Gio€hi?A Seul o niente» Categorico il presidente del Ciò - Prime gare, bene gli italiani - Juantorena, dallo sport alla politica DAL NOSTRO INVIATO ZAGABRIA — Gli organizzatori delle Universiadi sfruttano il presidente del Ciò, Samaranch, per farsi lodare, i giornalisti invece per scavare sui Giochi di Seul. Samaranch è categorico: • La situazione interna migliora, e martedì e mercoledì prossimi, a Losanna, faremo incontrare per la quarta volta le due Coree. Il Nord ha già avuto un'offerta storica: organizzare i^tornei di tennis tavolo e arco, ed ospitare parte del calcio e del ciclismo. Le offerte potranno ancora cambiare, ma non si arriverà mai a dividere a metà i Giochi, che si faranno a Seul o non si faranno. Organizzazione e servizi di sicurezza sono già stati ampiamente collaudati ai Giochi Asiatici nell'86, con ottimi risultati*. In campo agonistico, per noi, una discreta giornata, iniziata con facili vittorie nella pallavolo: 3-0 in 38' i maschi sul Kuwait, nonostante 5 sole ore di sonno e la sveglia alle 6, e 3-0 le ragazze su Hong Kong. Al bacino di Jarun, K4 direttamente in finale sui 1000 m. altri quattro in semifinale. In piscina un 10-10 con l'Ungheria (4 gol di Campagna) e preludio all'argento della 4x100 mista femminile, dietro gli Usa: 4'14"38 a 4'14"57. Con la Garosi al posto della Giuliani (l'07"27) sarebbe stato primato italiano, grazie ad una stupenda Dalla Valle (i'09"95 a rana), una discreta Tocchlni (l'01"35 a farfalla) e una buona Persi (56"). Per la romena Lung una doppietta (200 misti e 400 si) in meno di 20'. Infine, nella scherma, quattro sciabolatori tra i se- dici ancora in gara (fuori solo Veccia) mentre la squadra di fioretto (Cervi, Scuri, Rossi, Arpino e Vitalesta) cedeva in semifinale a Cuba (7-9) e si doveva accontentare del bronzo battendo la Polonia (9-5). Tra i personaggi delle Universiadi, però, resta in primo piano uno che sport non ne fa più. E' — ricordate? — Alberto Juantorena, il «caballo> cubano che dominò nei 400 e 800 metri a metà degli Anni Settanta. Il fisico è snello e asciutto. I ricci capelli, giovanilmente spettinati, e la risata franca, aperta, sono quelli di dieci anni fa, ai tempi dell'Universiade di Sofia quando, reduce da un'eccezionale doppietta dorata a Montreal (con il record dei 400 a livello del mare), era il campione più ricercato, il fuoriclasse che nobilitò quei campionati con il record degli 800, oltre che il simbolo di una nuova rivoluzione cubana anche nello sport. Ma quella rivoluzione si è fermata. Lo sport ha sentito forse gli influssi della crisi politico-economica, non ci sono stati gli eredi di Juantorena, di Casanas e Léonard. E ora Alberto, 35 anni, ritiratosi quattro stagioni fa dalle gare dopo l'ennesimo incidente, è chiamato a risvegliare con il suo carisma e la sua personalità quello spirito assopitosi. • Non è stata questione di soldi né di crisi cubana — dice nella sua veste di vicepresidente dello sport popolare — ma di cattivo lavoro alla base, nelle province. Ora stiamo recuperando, la situazione è già migliorata rispetto a cinque ar.ni fa». Non ha voluto intraprendere la carriera tecnica perché ritiene di essere più utile come uomo-immagine: «Un'impresa come la mia a Montreal riesce ancora ad esaltare le gente* dice ridendo schiettamente. Ha avuto tutto, doti fisiche, volontà, simpatia, tranne l'aiuto della sorte per vincere i Giochi Pan americani: •Sempre bloccato da qualche incidente. Amaro soprattutto l'ultimo, nell'83, quando mi ruppi quindici giorni prima, ai mondiali di Helsinki, e dovetti vedermi le gare alla tivù*. Ora. come uomo politico, deve guardare avanti, usare il passato solo come strumento, e nell'atletica attuale vede progressi enormi rispetto a ieri: «C'è molta più qualità, e uomini eccezionali: Aouita è grandissimo, unico*. Rifiuta 11 paragone tra sé e i campioni di adesso, anche se ha corso fianco a fianco con alcuni di essi: •Sugli 800 sono Coe e il brasiliano Cruz i migliori, mentre sui 400, con l'americano Reynolds, che ha battuto il mio record al livello del mare, c'è il mio erede: Roberto Hernandez, 19 anni e un 44"61 all'attivo. Lo allena un vecchio amicoo, Leandro Sibil, con gli stessi principi che usavo io: tanto lavoro, due allenamenti al giorno, ma vedete che frutti!*. Guido Ercole